di RENATO BONA
La tipografia Papergraf di Padova stampava nel febbraio 2002 per conto di Tamari Montagna Edizioni ad iniziativa della Comunità montana dell’Alpago e per la serie Itinerari alpini la guida “Sui Monti dell’Alpago. Alta via n. 7. Alta via dei Rondoi, Passeggiata d’autunno”, l’ottimo libro di Gianni Pianon (origini alpagote quasi certamente), a
utore anche di numerose belle fotografie. Nella presentazione, l’allora presidente della Comunità montana dell’Alpago, Giampaolo Zanon, detto che nell’Anno internazionale delle Montagne tra le numerose celebrazioni va compreso il piccolo contributo dell’Ente alla conoscenza del territorio montano e del suo vivere, sottolineava come la ristampa dopo oltre vent’anni della bella guida sull’Alta Via n,. 7 “ora nella nuova veste integrata con altri itinerari ed escursioni più facilmente accessibili, è un invito a conoscere un territorio straordinariamente bello ma poco conosciuto, al punto che paiono ancora di stridente attualità le parole di don Umberto Trame che nel lontano’22 scriveva nell’ancora unica monografia sull’Alpago, che di questa terra ben pochi si occupano e solo indirettamente per ragioni particolari…”. In chiusura, il presidente Zanon scriveva: “Non è facile riassumere ciò che gli itinerari proposti offrono… molto meglio frequentarli per ammirarne le bellezze, dal lago alle montagne attraverso i boschi, i prati e i nostri paesi che punteggiano la conca e di poterne apprezzare, perché no, anche le tradizioni locali, la storia e la genuina ospitalità delle nostre genti” ed esprimeva all’autore Gianni Pianon ed ai suoi valenti e preziosi collaboratori “il ringraziamento per il meticoloso lavoro di descrizione dei vari tratti di Altavia e per le utili informazioni all’escursionista che corredano l’opera”. Il grande libro (188 pagine pur di formato ridotto) contempla questi capitoli: La catena delle Prealpi Bellunesi. L’ambiente (orografia e idrografia, geologia, il clima, la flora, la fauna, cenno storico), “L’Alta Via delle Prealpi Bellunesi (caratteristiche dell’Alta Via e avvertenze generali, le Prealpi dell’Alpago, le Prealpi Bellunesi o Trevigiane, storia alpinistica, accessi stradali, soccorso alpino, partenza dell’Alta Via, sentiero di Cresta dei Monti dell’Alpago-Alta Via n. 7, primo tratto: dal rifugio Dolada al passo di Valbòna; secondo: dal passo di Valbòna al Crep Nudo e alla Casèra Venal-Il monte Teverone: terzo: dalla Casèra Venàl o dal Crèp Nudo al bivacco fisso A. Toffolòn al rifugio C. e M. Semenza; quinto: dal rifugio C. e M. Semenza a Tambre d’Alpago; Sottogruppo del monte Castelàt; Alta Via dei Rondòi; Le Prealpi Bellunesi o Trevigiane: la Passeggiata d’autunno (primo tratto: dall’Alpe del Nevegal al Pian delle Femmine; secondo: dal Pian delle Femmine a Praderàdego; terzo: da Praderàdego al rifugio Malga Mariech; infine: bibliografia e cartografia. In chiusura di questo servizio (e riservandoci di tornare sul libro) riportiamo quanto scritto da Gianni Pianon sulle Prealpi dell’Alpago che – ricorda – “sono formate dalla catena del Col Nudo-Cavallo che separa come una gigantesca muraglia la Valle del Piave dalla Valle del Vajont e dalla Val Cellina. Il gruppo, meravigliosamente suggestivo per la sua selvaggia bellezza e per quanto poco conosciuto, di grande interesse alpinistico, circonda verso sud-ovest la conca dell’Alpago con la lunga catena dei monti calcarei che vanno dal Dolàda al Col Nudo con direzione sud-ovest/nord-est, e dal Col Nudo al Cavallo, con uno sviluppo complessivo di circa 23 chilometri” e, aggiungeva: “L’Alpago costituisce una piccola unità geografica nella quale sorgono una trentina di paesi e borgate raccolte in cinque comuni: Chies, Farra, Pieve, Puos, Tambre. Una piccola unità ben definita, a forma di conca, anzi di anfiteatro esposto a mezzogiorno e chiuso verso nord-est dall’aspra catena delle Prealpi, pressoché continua, dato che non presenta passi o incisioni profonde…”. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida di Gianni Pianon “Sui Monti dell’Alpago”): la copertina della pubblicazione della Tamari Edizioni; Monte Pizzoc, Sella di Fadalto e Col Visentin, in primo piano l’Alpago e il lago di Santa Croce; il Col Nudo col Venàl ed il Teverone col Valàrs; la dorsale centrale; il versante del Vajont; tabella segnaletica presso Forcella Grava Piana; altra tabella da Pian delle Femmine al Passo San Boldo; il Monte Dolada; il lago di Val Gallina; il Col Nudo; rifugio-casèra in Val Mesàz; il Venàl di Montanès; ancora il Col Nudo dal Crep Nudo; la parete est di Cima Lastèi dalla Casera Gravuzza; lo spigolo nord della Cima Valàrs; il monte Teverone.