BELLUNO L’ondata di maltempo che ha colpito il Bellunese è archiviata. Ora si apre il periodo della conta dei danni e delle riparazioni, che vedrà impegnata la Provincia nella gestione dei numerosi dissesti provocati dalle piogge torrenziali. Ma anche nel tentativo di costruire dalle fondamenta la prevenzione di ulteriori disagi, soprattutto per quanto riguarda l’isolamento delle località in quota e i blackout elettrici. Per questo sarà avviata una progettazione, in sinergia con la Regione, Veneto Strade, Anas, la Protezione Civile e tutti gli altri soggetti portatori di interesse per arrivare a definire un nuovo quadro di misure definite e dettagliate sul taglio delle piante attorno alle strade e alle linee elettriche. La Provincia punta soprattutto a semplificazioni normative nel campo dell’esbosco e del taglio piante attorno a strade ed elettrodotti.
«Le fasce di rispetto sono fondamentali – commenta il consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile, Massimo Bortoluzzi -. Dopo Vaia e la grande nevicata dell’inverno 2013-2014, con oltre 80mila utenze elettriche rimaste al buio diversi giorni, molto è stato fatto sul fronte della prevenzione, ma evidentemente non abbastanza. Anche nell’ultima ondata di maltempo abbiamo assistito inermi a piante cadute sui cavi Enel e Terna, e alberi in strada che impedivano il lavoro delle frese di Anas e Veneto Strade. La gestione dei soccorsi è stata rallentata. Serve un nuovo quadro normativo che consenta a tutti i soggetti interessati di intervenire. Ecco perché abbiamo intenzione di coordinare una cabina di regia che per il territorio bellunese porti a nuove norme di semplificazione. Ci attiveremo con la Regione e cercheremo la sinergia con Enel e Terna, per un protocollo d’intesa che sia funzionale a lavori di esbosco preventivi, utile a prevenire i disagi e i pesanti disservizi visti nei giorni scorsi. Si tratta di una soluzione a breve termine; in ogni caso, le infrastrutture sia viarie sia tecnologiche dovranno essere modificate per far fronte agli eventi estremi, quindi essere più resilienti».