BELLUNO Non ci sta proprio la Confedilizia alle ripetute dichiarazioni dei commercianti e artigiani che vorrebbero addossare colpe ai proprietari di casa, per gli affitti ritenuti troppo alti, la causa della chiusura di alcuni negozi. Interviene il presidente della Confedilizia del Veneto e vice presidente nazionale Michele Vigne con un comunicato emesso dopo aver preso visione delle dichiarazioni apparse sulla stampa locale e regionale di alcuni esponenti delle categorie di commercianti ed artigiani. “In generale il mercato delle locazioni commerciali non ha subìto rialzi, mentre ci sono casi in cui il canone viene abbassato al rinnovo. Il proprietario che affitta, con il canone che percepisce, deve pagare le tasse e la manutenzione dell’immobile. Non dimentichiamo, poi, che le locazioni commerciali e/o artigianali hanno delle tutele inimmaginabili rispetto agli immobili a uso abitativo. Perché non ci mettiamo a rinegoziare il prezzo del pane e della pizza? Quando un commerciante decide di aprire un’attività in centro storico, sa di dover spendere qualcosa di più.” La Confedilizia domanda poi: “Perché, invece di lamentarsi, i commercianti, non sostengono tramite le loro organizzazioni nazionali, invece di avversarla, la proposta di Confedilizia per modificare l’attuale legge sulle locazioni ad uso diverso (meglio conosciuta come legge dell’equo canone, ferma dal 1978!)? Ricordiamo infatti che resta sempre in vigore l’obbligo di affittare per 12 anni o in qualche caso, come per le strutture ricettive, addirittura per 18 anni, e di corrispondere all’inquilino, al termine della locazione, una indennità di buonauscita che può arrivare fino a 36 mensilità.” «Anche questa è un’ingessatura che spinge a richiedere canoni più alti di quanto consentirebbe una contrattazione più libera: risultato, i canoni rimangono alti ed aumentano gli immobili sfitti».