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CISON DI VALMARINO (TV) Il Congresso della Filca Cisl Belluno Treviso si è concluso nel tardo pomeriggio di venerdì 14 febbraio a Cison di Valmarino con la conferma della segreteria uscente composta dal segretario generale Marco Potente e dai segretari Roberto Martini e Marco Rossitto. 48 anni, trevigiano, Potente è entrato nella Filca Treviso nel 2002 come operatore sindacale nei cantieri. Nel 2007 è stato eletto segretario organizzativo. Nel giugno 2016, con conferma al Congresso dell’anno successivo, è stato eletto segretario generale della Filca Belluno Treviso. Confermati in segreteria anche Roberto Martini, volto storico della Filca trevigiana, e Marco Rossitto, operatore della categoria dal 2016 e vicepresidente della Cassa Edile di Belluno. Prosegue dunque nel segno della continuità il percorso della Federazione di categoria che organizza gli addetti dell’edilizia, dell’industria del legno, del cemento, dei laterizi, del marmo e della pietra e che conta 8.670 lavoratori iscritti nelle province di Treviso e Belluno. Un sindacato profondamente radicato nel territorio, con 18 sedi e recapiti, da Cortina a Motta di Livenza, il tesseramento in crescita costante dal 2018 e il fulcro dell’azione sindacale nella partecipazione attiva. “La contrattazione nazionale è fondamentale, ma devono rimanere di prossimità tutte quelle materie negoziali utili a dare risposta a contesti diversi e ad esigenze diverse. Così come devono rimanere sul territorio tutte quelle risorse che possono essere frutto di negoziazione e partecipazione dei lavoratori”, ha sottolineato Potente nella relazione congressuale, che ha ricordato il valore della “partecipazione attiva dei lavoratori come principio fondamentale”. “Continueremo a lottare su tutti i fronti affinché le decisioni che riguardano i lavoratori passino, il più possibile, attraverso il loro coinvolgimento e scelte consapevoli”, ha sottolineato il segretario generale.
LA RICERCA – Al Congresso sono stati presentati i risultati di una ricerca sull’andamento del tesseramento, ma anche sul settore dell’edilizia e della sua filiera, sull’andamento demografico, sullo stato degli immobili delle due province e sulla sicurezza sul lavoro. “Negli ultimi anni, i nostri settori hanno attraversato profondi cambiamenti, con una fase di forte crescita legata agli incentivi edilizi che hanno trainato la ripresa post-pandemia. Tuttavia, il panorama attuale appare più complesso. Dopo il boom determinato dai bonus, il settore delle costruzioni sta affrontando un rallentamento dovuto alla progressiva riduzione delle agevolazioni fiscali. La domanda di lavoro resta alta, e le imprese continuano a segnalare difficoltà nel reperire manodopera qualificata”, ha spiegato Potente. Il comparto del legno e dell’arredo, storicamente trainante nella provincia di Treviso, sta risentendo di un leggero rallentamento della domanda e in alcune realtà è ricominciata, seppur in modo contenuto, la domanda di Cassa integrazione. I dati a Treviso ci raccontano comunque di un settore che nella sua economia generale è in salute. 1409 sono le imprese totali di cui 73 con più di 50 dipendenti e 59 quelle tra i 10 e i 50 dipendenti. 17.938 sono gli addetti complessivi collocati per il 56% nelle aziende sopra i 50 dipendenti e per il 32% in imprese tra i 10 e i 49 dipendenti . L’occupazione dal periodo pre-Covid al 31 dicembre 2023 vede un saldo positivo di 320 unità. In provincia di Belluno il settore del legno, legato storicamente alla filiera boschiva e alla trasformazione della materia prima, con poche realtà dell’arredo, ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. Attualmente, la filiera del legno nel Bellunese conta un totale di 741 realtà attive. Queste imprese impiegano complessivamente 1.687 addetti, di cui 1.231 nell’artigianato. Nonostante alcune criticità nel settore della segheria, che in 5 anni ha perso il 13%, la filiera, complessivamente, mostra segnali positivi, con una crescita significativa nella commercializzazione del legname locale. Il settore edile ha registrato una crescita significativa dell’occupazione: nella Cassa Edile CEIV (che copre Treviso, Padova e Rovigo), il numero di addetti è aumentato del 29% negli ultimi quattro anni, con oltre 3.000 nuovi lavoratori. Nel semestre aprile-settembre 2021 si contavano 10.495 addetti, mentre nello stesso periodo del 2024 il numero è salito a 13.574. Nella Cassa Edile di Belluno negli stessi periodi gli addetti sono passati da 3.343 a 3.989 con un saldo positivo di 646 unità, pari al 19%. “La riduzione dei bonus fiscali, per ora, è stata compensata dagli investimenti del PNRR. Tuttavia, il futuro del settore resta incerto, poiché è fortemente legato agli incentivi e alle politiche per l’edilizia sostenibile. La necessità di ristrutturare e rendere più efficienti le abitazioni rimane elevata, ma senza misure di sostegno adeguate, il mercato potrebbe subire un rallentamento”, commenta Potente. La necessità di ristrutturare emerge dalla ricerca Filca e indica alcune linee di sviluppo del settore per i prossimi anni. Stando agli ultimi dati disponibili (censimento 2021), in provincia di Belluno su un totale di 178.371 abitazioni, quasi la metà (48%) risulta non occupata o seconda casa. Nella Marca la percentuale è inferiore, essendo pari al 16%. In entrambe le province, però, le abitazioni costruite tra il 1961 e il 1980 sono le più numerose, seguite da quelle costruite tra il 1981 e il 2000. Hanno la certificazione energetica solo il 24,5% delle case a Belluno e il 35% a Treviso; il 57% delle abitazioni certificate a Belluno si trova nelle ultime due classi (41% a Treviso). “Questi dati, sebbene leggermente migliori a Treviso, evidenziano in entrambe le province l’importanza della riqualificazione delle abitazioni, indicando una forte attività futura nei nostri settori – sottolinea ancora Potente -.Per affrontare questa crescita, sarà fondamentale investire in formazione e qualificazione, puntando su un’edilizia abitativa sempre più innovativa e tecnologicamente avanzata. Il dato sulle abitazioni non occupate solleva una questione cruciale per il nostro sistema produttivo e sociale: la necessità di attrarre nuove maestranze, in particolare giovani e famiglie. A Belluno, quasi il 50% delle case non è occupato, ma il fenomeno è per lo più legato alla presenza di seconde case a uso turistico e allo spopolamento”. Positiva invece la valutazione sul fronte contrattuale, dove sono stati ottenuti risultati significativi. I maggiori contratti nazionali sono stati chiusi recuperando il potere d’acquisto: il CCNL del Legno con lo scatto di quest’anno ha raggiunto i 219 euro mensili di aumento. La trattativa per il contratto dell’edilizia, chiuso qualche giorno fa, ha realizzato invece al 1° livello un aumento di 180 euro distribuito su 3 anni. Resta invece critica la situazione della contrattazione normativa di secondo livello per gli edili di Treviso, Padova e Vicenza, in particolare per istituti fondamentali come mensa e indennità di trasferta, essenziali per un’attività caratterizzata da mobilità. “Dopo la firma del contratto nazionale – sostiene il segretario generale – auspichiamo la ripresa delle trattative, ma in caso contrario siamo pronti a forme di protesta prolungate negli enti bilaterali, fino alla loro paralisi, se necessario. Un contratto scaduto da otto anni, aggravato dall’inflazione, non è accettabile e certamente non favorisce l’attrattività del settore per le nuove generazioni di lavoratori”. Sempre centrale, infine, il tema della sicurezza sul lavoro, “una questione che riguarda tutti e che dev’essere affrontata a partire dalla prevenzione”. La Filca, in accordo con la federazione veneta, ha promosso “Un segnale per la vita”, uno strumento per incentivare la segnalazione anonima dei pericoli nei luoghi di lavoro. In tre anni sono state raccolte 147 segnalazioni nelle province di Treviso e Belluno, di cui 117 a Treviso e 30 a Belluno. Alcune hanno fatto emergere irregolarità nella formazione, nell’applicazione dei contratti, nell’eccessivo utilizzo delle straordinarie e presenza di lavoratori in nero, utilizzo di attrezzature e mezzi vetusti.
IL LIBRO SULLA STORIA DELLA FILCA – Nel corso del Congresso è stato presentato “Un modello di sindacato”, la trilogia sulla storia della Filca Cisl Belluno Treviso, a cura di Goriziano Merotto, storico volto della federazione, classe ’47, di Farra di Soligo, operatore e dirigente sindacale della Filca trevigiana e, successivamente di quella veneta e nazionale, dai primi anni Settanta. “Un’opera che non è solo una raccolta di storie – sottolinea Potente – ma un invito a riflettere sul valore della partecipazione attiva nella costruzione di un futuro migliore per tutti. Attraverso ogni pagina, Merotto orienta le nuove generazioni verso un percorso concreto di riconoscimento dei diritti umani e miglioramento delle condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori. Il suo racconto illumina la strada della partecipazione diretta e della contrattazione di prossimità. L’azione vincente dei sindacalisti, narrata in questa storia, dimostra come questo modo di essere e fare sindacato possa essere un modello vincente anche in futuro”. Il viaggio inizia all’inizio del ‘900 con la nascita della prima Cassa Edile di Milano e i primi contratti corporativi nel trevigiano durante il regime fascista. Nella prima parte della trilogia, Merotto esplora le origini dell’organizzazione, mettendo in luce le figure chiave che ne hanno segnato la nascita e la crescita. Il racconto prosegue attraverso le lotte degli anni ’70 e ’80, caratterizzate da forti tensioni sociali e politiche, fino ad arrivare ai tempi più recenti e alle sfide di oggi. Merotto evidenzia l’importanza dell’azione sindacale come propulsore per la costruzione del diritto e la conquista di nuove tutele. Lo fa esaltando i protagonisti che hanno contribuito a creare un modello di sindacato innovativo, partecipativo, riformista, incentrato sulle piccole e medie imprese del settore edile, materiali da costruzione e del legno. In occasione del Congresso verranno conferiti dei riconoscimenti speciali a ex sindacalisti, segretari e operatori della Filca per il prezioso contributo e l’impegno profuso negli anni a favore dei lavoratori e delle lavoratrici. In occasione della presentazione dell’opera, sono stati conferiti ad ex sindacalisti della categoria dei riconoscimenti speciali.
GLI INTERVENTI – All’assemblea congressuale, presieduta dal segretario generale della Filca Veneto Alberto Franzo, che ha sottolineato “il valore e l’importanza dei corpi intermedi, che garantiscono salario, tutele e diritti attraverso la contrattazione”, sono intervenuti numerosi ospiti e delegati. “A Cison di Valmarino – ha spiegato Ottavio De Luca, segretario generale aggiunto della Filca Cisl nazionale – abbiamo celebrato una bellissima giornata di democrazia, confronto e partecipazione. Ma il 14 febbraio è una giornata importante per il sindacato: 41 anni fa fu infatti sottoscritto il cosiddetto Patto di San Valentino, siglato da Cisl e Uil con il governo Craxi. Un punto di riferimento importante per il riformismo sindacale e la concertazione. Oggi con la stessa responsabilità e con la stessa coerenza sosteniamo la legge sulla partecipazione. Una proposta importante che dà concretezza all’articolo 46 della Costituzione, e non dimentichiamo che tra i padri costituenti che approvò quell’articolo c’era anche un certo Giuseppe Di Vittorio, fondatore e segretario generale della Cgil. La legge sulla partecipazione conferma il ruolo da protagonisti della Cisl, della nostra azione riformatrice e innovativa. Mai come in questo momento serve un Patto con il Governo per la crescita, il lavoro, la giustizia sociale. Un Patto da costruire con il dialogo e la responsabilità, non con sterili contrapposizioni”. Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, ha espresso apprezzamento per la relazione del segretario generale territoriale Potente, sottolineando come l’appuntamento congressuale rappresenti “il momento cruciale di confronto in cui si traccia la strada da percorrere nei prossimi quattro anni, in un contesto globale e locale che sta vivendo profondi cambiamenti e sfide, a partire dalla glaciazione demografica”. “Lo spopolamento, l’invecchiamento e il calo delle nascite – ha sottolineato il segretario generale – impattano pesantemente sulla crescente carenza di forza lavoro che riguarda entrambe le province, ma anche sul sistema sanitario e di welfare. Una questione che va affrontata con una vera politica di accoglienza dei lavoratori stranieri basata su una visione di lungo respiro, uno studio accurato dei fabbisogni e la messa in campo di formazione adeguata, oltre a politiche per affrontare da subito l’emergenza abitativa”. “Il ruolo del sindacato – ha concluso Orrù – è cruciale per contribuire al cambiamento, in particolare attraverso la partecipazione dei lavoratori a tutti i livelli decisionali. La partecipazione rappresenta lo strumento fondamentale per permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di influenzare concretamente le scelte strategiche delle imprese, assumendo – attraverso la contrattazione – un ruolo attivo nel miglioramento dei processi e nell’organizzazione del lavoro. La legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, promossa dalla Cisl, va proprio in questa direzione, quella intrapresa da un sindacato responsabile, coraggioso e riformista, capace di anticipare i cambiamenti, intercettare le esigenze dei lavoratori e dei pensionati, e fornire risposte concrete ai loro bisogni”.
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