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FONZASO Va nel segno della continuità e del riconoscimento del lavoro svolto in questi anni l’esito del quarto Congresso della Cisl Fp Belluno Treviso, la Federazione di categoria del pubblico impiego. Il segretario generale Mario De Boni, 51 anni, feltrino, è stato riconfermato, così come il segretario Ettore Zingales. Nuovo ingresso quello di Elena Commazzetto, eletta in sostituzione di Silvia Carraretto recentemente nominata nella segreteria regionale della categoria. Il Congresso si è svolto oggi 24 gennaio a Fonzaso (Belluno). È stato aperto dalla relazione del segretario De Boni, che ha compiuto un’analisi a 360 gradi della situazione del lavoro nel comparto pubblico, che impiega oltre 25mila dipendenti nei territori di Treviso (18.600) e di Belluno (7.050). Lavoratori e lavoratrici impiegati in settori delicati e cruciali come quello della sanità (circa 8.000 dipendenti a Treviso e 3.000 a Belluno), negli enti locali (circa 4.000 a Treviso e 1.600 a Belluno), nelle funzioni centrali, ovvero Inps, prefettura, Agenzia delle Entrate, Tribunale, Inail (1.600 a Treviso e 450 a Belluno) e infine nel terzo settore, realtà sempre più centrale del sistema di socio-assistenziale (circa 5.000 a Treviso e 2.000 a Belluno). Al centro della riflessione, così come della mozione finale che ha definito le linee programmatiche per i prossimi quattro anni, la necessità di un rilancio dei servizi pubblici anche attraverso il rafforzamento della rappresentanza sindacale per garantire condizioni lavorative migliori e una pubblica amministrazione più efficiente e inclusiva. Il Congresso ha ribadito l’urgenza di affrontare questioni centrali come la carenza di organico, il rinnovo contrattuale, il rilancio dei servizi pubblici e la valorizzazione del personale, ponendo attenzione alla contrattazione di secondo livello e al miglioramento delle condizioni salariali e di conciliazione vita-lavoro. “La cronica perdita di attrattività del pubblico impiego rischia di compromettere seriamente la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza e di indebolire la sostenibilità dell’intero sistema pubblico – ha sottolineato De Boni nella relazione congressuale -. Un problema che è trasversale a tutti i settori del pubblico è la carenza di personale. L’aumento dell’età media e la riduzione del numero dei candidati ai concorsi pubblici hanno compromesso la capacità operativa della pubblica amministrazione. Serve un impegno forte per la valorizzazione delle risorse umane all’interno della PA, promuovendo il benessere organizzativo e una migliore conciliazione tra vita lavorativa e personale, ma anche sviluppando politiche che affianchino all’offerta di lavoro soluzioni abitative accessibili. È urgente tornare a rendere attrattivo il lavoro nel pubblico, in un’epoca in cui i giovani non percepiscono più la pubblica amministrazione come luogo in cui poter realizzare le proprie aspirazioni professionali”. I numeri nazionali lo dimostrano: il personale in servizio ha un’età media prossima ai 51 anni, mentre i giovani sono il 3% del totale. Gli operatori socio-sanitari entrano nel sistema sanitario veneto mediamente a 43 anni. Una recente analisi condotta dall’Uoc professioni sanitarie della Ulss 2 Marca trevigiana, citata da De Boni nella relazione, certifica che metà del personale dell’azienda socio-sanitaria ha tra i 45 e i 59 anni, il 33% è tra i 28 e i 44 anni e appena il 6% under 28. La stessa analisi mostra che al 1° ottobre 2024 erano ben 310 su circa 8.000 i dipendenti assenti per motivi diversi (aspettative, malattie, maternità) e non sostituiti e che, in conseguenza, in alcune unità operative, non si riesce a garantire il rispetto dei minuti minimi di assistenza. “Questa è la situazione in cui oggi opera il personale sanitario – sottolinea De Boni – le assenze non vengono sostituite, poiché manca la possibilità di avvicendare il personale a causa dell’assenza di graduatorie e quando queste ultime sono disponibili, si esauriscono rapidamente, costringendo il personale a ricorrere a straordinari e impedendo, ad esempio, la fruizione regolare delle ferie. Inoltre, si osserva una crescente difficoltà nel bilanciare le esigenze professionali con quelle personali e familiari. A questo si aggiunge l’aumento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, problematica sempre più rilevante in molte strutture, un fenomeno che, oltre a mettere a rischio la sicurezza degli operatori, compromette anche la qualità del servizio offerto ai pazienti”. Altra questione cruciale affrontata nel corso del Congresso è stata quella dei rinnovi contrattuali, ulteriore leva fondamentale per tornare a rendere attrattivo il posto pubblico. “La capacità di dialogo che ha sempre contraddistinto la Cisl – spiega De Boni – ha consentito di reperire risorse per il rinnovo dei contratti dei vari settori del pubblico impiego per il triennio 2025-2027, per un importo a regime pari a 5,5 miliardi, previsione che consente di dare continuità ai negoziati per i rinnovi contrattuali, in linea con il patto di stabilità, che non consentirà più modifiche economiche per i prossimi 5 anni. Forse chi sta chiedendo esclusivamente l’aumento delle risorse per il triennio 2022-2024, non ha ben presente che il mancato stanziamento di risorse pluriennali avrebbe comportato l’impossibilità di dare seguito ai negoziati per i prossimi rinnovi contrattuali”. Il riferimento è alle sigle sindacali che hanno recentemente scelto di non firmare alcuni contratti collettivi (sanità ed enti locali) che avrebbero portato miglioramenti in termini economici e di welfare ai lavoratori. “Riteniamo che il compito del sindacato sia, in modo concreto, quello di negoziare i migliori contratti possibili, tenendo conto della situazione economica del momento e ottenendo quindi le condizioni più favorevoli per i lavoratori”, sottolinea De Boni, ricordando che questo è anche l’anno del rinnovo della Rsu (14-15-16 aprile), “straordinario e strategico momento di partecipazione e occasione cruciale per rafforzare la rappresentanza e il potere contrattuale”. Notizie positive per i lavoratori di strutture come Inps, Prefettura, Agenzia delle Entrate, Tribunale, Inail. L’ipotesi di contratto sottoscritta per i dipendenti delle funzioni centrali introduce infatti aumenti salariali medi di 153 euro, opportunità di carriera, lavoro agile e una migliore conciliazione vita-lavoro, e può rappresentare un impulso importante per fronteggiare la grave carenza di personale che persiste in entrambe le province. Nella provincia di Treviso, la scopertura organica è del 30% (in alcune amministrazioni arriviamo anche al 45%), mentre nel Bellunese raggiunge il 60%, con punte dell’80% in alcuni uffici, come quello del Giudice di Pace di Belluno. “Proprio per questo – spiega De Boni – a Belluno stiamo lavorando per creare le condizioni affinché tutte le istituzioni, insieme ai rappresentanti delle professioni, del commercio e dell’industria, possano riunirsi in un tavolo di confronto presso la Prefettura per discutere della situazione degli uffici giudiziari e della pubblica amministrazione. Ci auguriamo di far comprendere a tutti i soggetti coinvolti che, senza adeguati servizi pubblici, il territorio bellunese non sarà in grado di attrarre né lavoratori né imprese, aggravando ulteriormente il già alto tasso di spopolamento”. Sono stati infine rinnovati, dopo 5 anni di vacanza e con aumenti salariali significativi, i contratti nazionali per le Cooperative Sociali e l’Uneba, che riguardano i lavoratori che operano nel terzo settore, quindi in strutture attive in ambito sociale, socio-sanitario, educativo e nei servizi alla persona, centrali nel rispondere ai bisogni assistenziali della collettività, specialmente in un contesto di invecchiamento demografico e aumento delle malattie croniche. Parliamo di Rsa, ad esempio, strutture residenziali per anziani, che sono 54 nella Marca (di cui 18 pubbliche) con circa 5.500 dipendenti, e 29 di cui solo una pubblica in provincia di Belluno (2.000 occupati). In provincia di Belluno, per i lavoratori di questo settore, la Cisl Fp punta a raggiungere, attraverso una piattaforma contrattuale territoriale integrativa, un trattamento economico equiparabile a quello previsto dal contratto nazionale della sanità, anche grazie alle risorse regionali derivanti dai canoni idrici. Ai lavori del Congresso si sono susseguiti gli interventi dei delegati, dei rappresentanti dei servizi della Cisl territoriale e degli ospiti. Il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù ha ringraziato per il grande lavoro che sindacalisti, delegate e delegati della Funzione pubblica hanno fatto in questi anni, contribuendo attivamente all’ottimo risultato sul tesseramento (oltre 90 mila iscritti Cisl Belluno Treviso nel 2024) e per il lavoro che stanno facendo per le elezioni delle Rsu. Ha poi affrontato alcuni temi al centro della riflessione della Cisl territoriale: la glaciazione demografica, lo spopolamento e l’invecchiamento, la perdita di attrattività della provincia, criticità da affrontare da subito con “politiche abitative, rilancio dell’edilizia pubblica, investimenti su servizi per l’infanzia e sui trasporti, per tornare ad attrarre giovani e famiglie e far fronte alla carenza di lavoratori che porterà nell’arco di 10 anni a un buco di 20mila posti di lavoro in provincia di Belluno e di 40mila a Treviso”. “La carenza di forza-lavoro – ha proseguito Orrù – rischia di mettere in pericolo la tenuta dello stato sociale, e anche per questo sono necessarie serie politiche di accoglienza accompagnate da analisi dei fabbisogni e formazione”. Infine il tema della partecipazione, con la “soddisfazione per l’approvazione in Commissione Lavoro e Finanze di Montecitorio della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Il testo sarà discusso in Parlamento il 27 gennaio e rappresenta una straordinaria occasione di democrazia per dare il via a un nuovo modello di relazioni industriali e sociali moderno, costruttivo e democratico”. Ai lavori del mattino hanno portato i loro saluti anche numerosi ospiti. Il direttore generale della Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben ha evidenziato il valore del sistema sanitario pubblico, ringraziando per il loro prezioso contributo i professionisti della sanità e cogliendo la sfida lanciata dall’assemblea congressuale in materia di giuste retribuzioni e welfare aziendale adeguato. Il responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione della Ulss 1 Dolomiti Vigilio Righes ha portato un contributo sulle aggressioni al personale sanitario e allo stress lavoro correlato. Il direttore generale della Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi si è collegato da Treviso ringraziando la Cisl per il confronto sempre costruttivo e non ideologico finalizzato all’efficientamento del sistema socio-sanitario. La presidente della Conferenza dei Sindaci della Ulss 2 e dell’Associazione Comuni Marca Trevigiana Paola Roma ha ribadito la volontà di lavorare assieme a Ulss, Comuni e sindacato nella fondamentale partita legata alla costituzione degli Ambiti territoriali sociali, questione toccata anche dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Feltre Maurizio Zatta, che ha definito quella degli Ats una sfida epocale. Hanno portato il loro saluto anche la direttrice dell’Inps di Treviso Roberta Carone, che ha sottolineato l’importanza del lavoro pubblico per sostenere il Paese, e il direttore dell’Inps di Belluno Angelo Franchitti, che ha ricordato come, nonostante il dimezzamento del personale negli ultimi 5 anni negli uffici di Belluno, siano stati garantiti servizi di qualità alla comunità grazie alla professionalità, alla passione e al desiderio di creare valore da parte dei lavoratori. Le conclusioni sono state affidate a Michele Roveron, segretario generale della Fp del Veneto, che ha sottolineato l’importanza delle elezioni Rsu che si svolgeranno a metà aprile, quando i lavoratori del pubblico avranno l’opportunità di scegliere i propri rappresentanti, in un momento fondamentale di partecipazione attiva.
Mario De Boni, 51 anni, feltrino, è un infermiere. Dal 1995 è dipendente della Ulss 1 Dolomiti. È stato componente della Rsu della ex Ulss 2 di Feltre. In aspettativa dal 2014, nel 2018 è entrato nella Segreteria della Fp occupandosi del comparto socio-sanitario e nel luglio del 2021 è stato eletto segretario generale della Fp Belluno Treviso.
Ettore Zingales, classe 1972, è entrato nella Cisl FP oltre vent’anni anni fa, proveniente dalla ULSS1 di Belluno dove lavorava come OSS. Nel 2012 è stato eletto Rsu nell’zienda sanitaria bellunese rivestendo il ruolo di coordinatore. Nel 2018 è diventato operatore sindacale attivo della Cisl FP Belluno Treviso con delega alla Sanità pubblica e privata e Terzo Settore, fino alla elezione in segreteria nel 2022.
Elena Commazzetto, classe 1980, di Treviso, laureata in Tecniche di laboratorio biomedico, Master in Coordinamento professioni sanitarie presso Unitelma, è stata assunta dalla Ulss 2 Marca Trevigiana nel 2012, prestando servizio nella biologia molecolare della Microbiologia al Ca’ Foncello di Treviso. È stata eletta Rsu e rappresentante della sicurezza dei lavoratori, segretaria aziendale della Cisl Fp per la Ulss 2 e, da giugno 2023, opera in distacco sindacale a tempo pieno.
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