di Renato Bona
Venerdì 16 ricorre il centocinquesimo anniversario della conquista (era la domenica delle Palme – ndr.) del Passo della Sentinella, lo storico valico alpino delle Dolomiti orientali, situato – come precisa la libera enciclopedia Wikipedia – sulla cresta di congiunzione della Croda Rossa di Sesto-Comelico e di Cima Undici, nel punto più alto della Val Popera, a quota 2717, nel gruppo delle Dolomiti di Sesto e delle Dolomiti del Comelico. Per l’occasione, abbiamo tratto dalla biblioteca personale il libretto (una quarantina di pagine) realizzato nel 1968 con la Tipografia Piave di Belluno da Virgilio Andrea Doglioni (Belluno 1896-1979), insegnante, storico e scrittore, che della pubblicazione intitolata “La conquista del Passo della Sentinella nell’Alta Val Padola nel Cadore – 16 aprile 1916” (Il generale Luigi Cadorna ebbe modo di dire: “Io credo sia uno dei più meravigliosi episodi della nostra guerra di alta montagna”) volle donarcene una copia con questa dedica: “Al chiarissimo redattore de ‘Il Gazzettino’ di Feltre, in cordiale omaggio. L’autore. Feltre 15 settembre 1968”. La cura del libretto – che in copertina propone con Foto Danieli di Santo Stefano di Cadore il “Vallone Popèra e Passo della Sentinella” – fu della prof. Luisa Maccaferri ved. I. Lunelli, dama consocia d’onore dell’Associazione volontari alpini “Feltre-Cadore”. Nella presentazione, l’autore dedica il giusto spazio all’associazione Volontari alpini “Feltre-Cadore” della quale è stato presidente, che fu costituita agli inizi della guerra 1915-18 con reparti volontari alpini composti con elementi esenti dall’obbligo del servizio militare perché sotto i 19 anni, o riformati o di età superiore ai 40. E ricorda che “Nella provincia del Piave vennero costituite le Compagnie Volontari Alpini Feltre e Cadore che, prima separatamente, poi riunite in un solo reparto col nome di Volontari alpini Feltre-Cadore furono l’unico corpo di volontari che conservò la propria autonomia per tutta la durata della guerra; il Reparto venne sciolto nel marzo 1919. Ancora Doglioni: “Assolsero compiti sia di truppa d’assalto, per arditi colpi di mano, condotti per crode, sia di truppa di presidio di posizioni prevalentemente asperrime, per altitudine e conformazione naturale (Tofana I, Croda Rossa di Sesto, Pale Rosse, Kõnigspitze-Ghiacciaio del Gran Zebrù); essi parteciparono anche alla difesa del Monte Grappa nel tardo autunno 1917”. Poi precisa: “Chi rievoca qui l’episodio della ‘Conquista del passo della Sentinella’ pur non avendo partecipato all’azione, ha potuto raccogliere dalla viva voce del protagonista, Ten. Lunelli sia da quella dei componenti l’esiguo Plotone da lui guidato, la descrizione di tutte le fasi del glorioso episodio e conosce bene il terreno in cui si svolse l’azione, per aver fatto parte del Reparto volontari Alpini che presidiò Forcella ‘U’ nel periodo ottobre-dicembre 1916, e successivamente della 30. Compagnia Alpina (Battaglione Fenestrelle, 3. Alpini) dislocata sul pianoro del Dito e sul Passo della Sentinella”. E conclude: “Il testo si adorna di disegni del pittore Volontario Alpino prof. Edgardo Rossaro e dell’autore, di fotografie affinché lo scritto acquisti più potere. Un raggio d’amore illumina questo opuscolo che la signora Luisa Maccaferri Lunelli ha voluto fosse pubblicato con suo contributo in ricordo del consorte e a favore degli scopi assistenziali dell’Associazione Volontari Alpini Feltre-Cadore”. Reso omaggio ad Antonio Berti, alpino e alpinista che “a queste montagne ed alla guerra qui combattuta ha dedicato amore, energie e pagine vibranti di passione” e al quale è intitolato il rifugio sul Creston Popèra (edificato dove i Volontari Alpini avevano costruito una baracca sulla quale sorse il Rifugio Sala, poi abbandonato, Doglioni riporta la testimonianza del tenente austriaco Ebner: “La notizia della caduta del Passo della Sentinella capitò come un fulmine a ciel sereno presso i Comandi di Val Pusteria. Nessuno aveva mai pensato che si potesse intraprendere una impresa così audace e di così vaste proporzioni, né i Comandi, né i combattenti del fronte”. L’impresa di Lunelli e degli altri valorosi che dovettero affrontare enormi difficoltà ed ostacoli “permise di porre a Cima Undici nord un osservatorio dal quale si dominavano S. Candido e le adiacenze ed il movimento ferroviario che avveniva lungo la Pusteria e di piazzare un cannone da 70 sul Passo della Sentinella… Le posizioni di Cima Undici e del Passo della Sentinella, prima della nostra ritirata dovuta all’evento di Caporetto, furono come una spina piantata nelle carni della difesa austriaca”. L’autore (prigioniero e mutilato di guerra, dopo Caporetto fu catturato sull’altipiano del Cansiglio (Alpago) e deportato in Ungheria. Fu professore di storia dell’arte del liceo classico “Tiziano” di Belluno, valente artista e cultore di storia locale, svolgendo un ruolo di primissimo piano nell’ambito della cultura bellunese e veneta, dal primo dopoguerra agli anni ’60 del XX secolo, anche con ruoli istituzionali di spicco nell’ambito di associazioni combattentistiche e di sodalizi artistici operanti sul territorio) conclude riportando la motivazione con la quale a Lunelli venne conferita la medaglia d’oro al valor militare: “… Nelle epiche giornate per la riconquista del Passo della Sentinella riusciva ad occupare, salendo pareti di roccia e di ghiaccio, un impervio gruppo montano, compiendo un’impresa alpinisticamente memorabile e militarmente indispensabile per la conquista dell’importante località. Nel giorno dell’attacco, col suo plotone scalava per primo e riusciva ad occupare di sorpresa una posizione dominante il Passo e le linee di rifornimento del nemico, volgendone in fuga i rincalzi e concorrendo efficacemente alla definitiva conquista. Passo della Sentinella16 aprile 1916”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libretto “La conquista del Passo della Sentinella”; Wikipedia; Ministero della Difesa; eBay): la copertina della pubblicazione; lo stemma dell’associazione Volontari alpini “Feltre-Cadore”; il trentino Italo Lunelli, nome di guerra Raffaele Da Basso; la parete est di Cima Undici (foto Ghedina); dipinto del volontario alpino Edgardo Rossaro con Lunelli che si cala nel vuoto per raggiungere il luogo d’attacco al Passo della Sentinella; versante nord di Cima Undici; corvée al Passo della Sentinella, silografia originale del volontario alpino bellunese Virginio A. Doglioni nel novembre 1916; Volontari alpini; un gruppo di soldati nemici; la copertina di analoga pubblicazione curata dal generale Aldo Cabiati.