LA LETTERA
di Antonella Follador
FALCADE Forse passeggiando lungo il sentiero che dalla pista ciclabile porta all’ecocentro di Falcade qualcuno avrà notato, come me, dei lavori in corso lungo le rive del torrente Biois. In un primo momento ho pensato che stessero costruendo degli argini per rimediare ai danni di Vaia e di tutte le precipitazioni che, da allora in poi, si sono succedute abbondanti da queste parti. Ma mi è bastato poco e accanto ai grandi massi, alla ruspa e ai tronchi accatastati ho visto anche una gettata di cemento, realizzando solo allora che si trattava dell’ennesima centralina su questo piccolo corso d’acqua. Vorrei provare a descrivervi la bellezza di quella zona selvaggia e un po’ appartata tra Falcade e Caviola, lontana dalle case, immersa nel verde e poco frequentata. In estate, al mattino presto, una leggera foschia si alza dall’acqua, rendendo il paesaggio irreale e suggestivo; in inverno i pendii sovrastanti il sentiero si ricoprono di grossi cristalli di ghiaccio dalle forme magiche e misteriose. Già adesso so che tutta questa meraviglia sarà inevitabilmente modificata dalla struttura in costruzione. Quando i lavori saranno ultimati gli amanti dello sci di fondo e delle camminate ritorneranno a utilizzare questo percorso, ma si può ben immaginare che panorama si aprirà ai loro occhi. Povero Biois.