Claudio Pra, Cisl_Rsu_Luxottica Cencenighe
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CENCENIGHE La firma del Contratto Integrativo Luxottica, come era prevedibile, ha destato scalpore non solo in Agordino e nel Bellunese, ma in tutta Italia. Non è stato semplice portare a termine una trattativa iniziata molti mesi fa, resa complicata per le delicate tematiche da affrontare. Un lavoro teso ad assicurare un futuro positivo, soprattutto dopo la fusione della nostra Azienda con i francesi di Essilor. Tanti i punti innovativi e di fondamentale importanza (piano di azionariato per i dipendenti, nuove tipologie di part-time, iniziative tese a migliorare la vivibilità nei luoghi di lavoro, nuovi indici per il premio di risultato, formazione continua dei lavoratori, comportamenti organizzativi remunerati, banca ore e aumento del premio di risultato per i lavoratori internali…) ma quello che ha attirato l’attenzione è ovviamente riferito al numero di stabilizzazioni, ben 1150. Quindi oltre 1000 lavoratori fino ad ora somministrati saranno assunti a tempo indeterminato da Luxottica, acquisendo diritti e passando dal precariato al lavoro fisso con tutto ciò che di positivo ne consegue. Lavoro a tempo indeterminato significa poter pianificare la propria vita con molte più sicurezze, vedersi finalmente accordare un prestito dalle banche, che solitamente non lo concedono a chi non ha un lavoro sicuro, essere liberati dall’incubo dell’attesa del rinnovo periodico e temporaneo del proprio posto di lavoro, che può esserci come no. Ovviamente una trattativa è fatta di richieste da ambo le parti e dall’auspicato raggiungimento di un compromesso finale soddisfacente. Ed il compromesso raggiunto ho pochi dubbi che possa non essere definito soddisfacente, anche se qualcuno parla di una mancata parità salariale. Mi spiego meglio: sostanzialmente i 1150 lavoratori stabilizzati confluiranno insieme a chi rimarrà lavoratore somministrato, ad eventuali volontari ed ai nuovi assunti su un nuovo modello di orario richiesto da Luxottica, chiamato “part time incentivato”, giustificato dalla stagionalità annuale della produzione, con volumi in aumento nei primi sette mesi dell’anno e più ridotti negli ultimi cinque. In particolare il nuovo orario prevede di lavorare otto ore per sette mesi e sei ore per cinque mesi. Annualmente, chi lo svolge, lavorerà quindi meno rispetto a chi continuerà con il tradizionale orario a otto ore, guadagnando ovviamente anche un po’ meno. Sono però previsti degli incentivi che assottigliano la differenza. Non parificazione di stipendio dunque, che sarebbe risultata anche poco spiegabile a chi le otto ore le fa tutto l’anno guadagnando a quel punto come uno che ne fa meno, ma un avvicinamento sensibile giustificato dal dover adattarsi a un tipo di orario inusuale e ridotto. Bisogna anche ricordare che passando da somministrati ad assunti Luxottica questi lavoratori percepiranno il premio di risultato quasi pieno, non ridotto come succedeva prima. L’introduzione del part time incentivato, che può essere anche un opportunità in alcuni casi, oltre che a rendere più efficiente l’Azienda, serve per liberare le risorse che permettono tutte queste assunzioni. In caso contrario questi lavoratori avrebbero rischiato di perdere il posto di lavoro per effetto del “Decreto Dignità” o sarebbero rimasti somministrati e precari. Il sogno era far rientrare nell’operazione tutti i lavoratori somministrati, ma ciò non è stato possibile e sostenibile. Per le stabilizzazioni si è tenuto conto del numero di anni lavorati in Luxottica, scegliendo quindi come criterio l’ “anzianità lavorativa in azienda”. Per gli esclusi ci sono comunque dei miglioramenti e la speranza è di poter ripetere un’operazione simile fra qualche tempo, dato che anche nel penultimo integrativo vennero stabilizzati 600 lavoratori. Le assemblee previste a breve nei vari stabilimenti spiegheranno il nuovo contratto e daranno a tutti le informazioni e spiegazioni necessarie. Vorrei concludere spendendo due parole sul ruolo del Sindacato ed in particolare delle RSU. Il tanto bistrattato Sindacato, spesso criticato a ragione, ha al suo interno alcuni dirigenti assolutamente di spicco, ricchi di capacità e sensibilità. A queste figure si appoggiano i rappresentanti dei lavoratori presenti in fabbrica che, pur con tutti i loro limiti, cercano con passione e senza fini di lucro di impegnarsi per i propri colleghi che li hanno eletti. Siamo lavoratori come tutti gli altri ed una volta formati rivestiamo il fondamentale ruolo di intermediari, conoscendo bene le tematiche affrontate visto che le viviamo di persona. Non tutti e non sempre siamo all’altezza, ma c’è chi prova a darsi da fare per migliorare le cose in un Azienda di cui siamo orgogliosi, che vogliamo aiutare a funzionare al meglio. Non è facile rivestire questo compito che ci vede spesso criticati e quasi mai ringraziati. Ma si pensi un attimo se non ci fosse nessuno a rivestire questo ruolo. Quanti lavoratori sarebbero in grado di ottenere le cose da soli?
Nuovo integrativo Luxottica: facciamo chiarezza.
Come era logico, il rinnovo del C.I.A. Luxottica ha avuto grande visibilità su tutti i media anche nazionali, i quali hanno in vari casi riportato informazioni inesatte che stanno generando un po’ di confusione nei colleghi. Vediamo quindi di chiarire alcuni temi del nuovo contratto che negli ultimi due giorni di trattativa ha visto decisivi cambiamenti. Partiamo dal numero più eclatante ovvero le 1150 assunzioni che, per la quasi totalità, sono in realtà stabilizzazioni a tempo intederminato in Luxottica di persone che già vi lavoravano ma con contratto di somministrazione (agenzia). Come è noto, la stabilizzazione del maggior numero di persone possibile era uno degli obiettivi primari per le parti sindacali anche se la richiesta era intesa come stabilizzazione a tempo pieno. L’azienda già all’inizio della trattativa aveva dato apertura a discutere del tema, proponendo tuttavia stabilizzazioni a sole 30 ore settimanali. Ovviamente una simile proposta da parte dell’azienda, sia pur supportata da diverse e concrete motivazioni, non era per niente piaciuta a buona parte dei delegati RSU del coordinamento. Ma, si sa, nelle trattative si parte alti da un lato del tavolo, si parte bassi dall’altro e in mezzo c’è lo spazio per il confronto, non a caso durato molti mesi, che aveva portato ad iniziare l’ultimo coordinamento con l’ipotesi di un part-time a 37 ore medie settimanali, risultanti dalla media di alcuni mesi a 8 ore lavorate giornaliere ed altri mesi a 6 ore. In parallelo l’azienda accettava di stabilizzare 1000 persone. A inizio coordinamento, alcuni delegati RSU avevano però riportato, condividendole in buona parte, le criticità emerse durante le ultime assemblee di pochi giorni fa nelle quali i colleghi erano stati informati a grandi linee sull’andamento della trattativa fino ad allora, esclusi quindi i progressi avvenuti negli ultimi giorni prima dell’incontro. Dai colleghi erano emerse diverse contrarietà, dovute alle più che comprensibili preoccupazioni in tema di retribuzione ma anche riguardo argomenti non da poco quali la fruibilità o meno dei servizi di mensa e trasporti nei periodi con l’orario a 6 ore. Nel corso dei due giorni di trattativa ad oltranza, buona parte delle questioni sono state affrontate con successo, infatti vi è l’impegno dell’azienda ad organizzare i servizi di mensa e trasporti mentre dal lato economico il ragionamento va impostato considerando più fattori. Rispetto al tempo pieno, la retribuzione di base è direttamente proporzionale alle 37 ore medie lavorate; vi è poi una indennità di disagio che vale 700 euro annui per chi lavorerà col nuovo orario. Qualcuno si potrebbe chiedere il perchè si chiami indennità di disagio: la risposta più immediata è che in un part-time normale è il dipendente a indicare, in base alle proprie necessità personali, il periodo e l’orario per cui richiede di lavorare a tempo parziale. Nel caso del 37 ore è invece l’azienda a comuncare al dipendente il periodo a 6 ore e l’orario da svolgere, in base alle necessità produttive e di organizzazione del lavoro. Va rimarcato che anche questa indennità è frutto dell’impegnativo confronto tra le parti sindacali e l’azienda. Giunti fin qui, a prima vista si potrebbe pensare che il passaggio dal tempo pieno con l’agenzia alle 37 ore in Luxottica non comporti alcun miglioramento economico ma occorre in realtà considerare tutto il resto, in primis il premio di risultato per i dipendenti che, negli ultimi anni, ha raggiunto valori record e che può ancora migliorare in futuro con la nuova scaletta di calcolo introdotta, senza dimenticare altri plus come il pieno accesso a tutto il welfare aziendale e la possibilità di partecipare all’azionariato diffuso di prossima introduzione. Tutto questo, nell’insieme, comporta un vantaggio economico per chi viene stabilizzato in Luxottica. Va anche precisato che il nuovo part-time a 37 ore non esclude la possibilità che l’azienda assuma a tempo pieno, ad esempio nel caso di mansioni per cui non sia necessario l’orario variabile. Tornando agli avvenimenti dell’ultimo coordinamento, col passare delle ore per diverse problematiche era stato trovato un punto di mediazione con l’azienda e, a notte inoltrata di giovedì, vi era la consapevolezza di essere a buon punto, molto più avanti di come si era iniziato neanche 48 ore prima quando un accordo sembrava a molti lontano. La svolta decisiva è arrivata quando ormai la luce del nuovo giorno cominciava a farsi vedere. Era chiara la non praticabilità di un ulteriore aumento sul lato economico quindi da parte sindacale è arrivato il rilancio finale, incentrato principalmente su un maggior numero di assuzioni rispetto alle mille di cui si parlava. L’azienda, dopo un ultimo time-out, ha accettato buona parte delle richieste finali tra cui le assunzioni che sono diventate 1150. Ben 150 stabilizzazioni a tempo indeterminato in più che cambiano la vita ad altrettante famiglie. Dopo mesi di duro confronto, ormai era chiaro che non c’era più margine e si era giunti al momento del “prendere o lasciare”. Visti i risultati ottenuti non solo per l’occupazione ma anche per buona parte degli altri temi discussi, i nazionali delle tre sigle sindacali hanno ritenuto di poter concludere positivamente il rinnovo, ricevendo gli immediati applausi di approvazione da parte di quei delegati RSU del coordinamento che li avevano supportati durante la lunga trattativa.