di Renato Bona
Avrebbe compiuto 86 anni sabato prossimo, 19 giugno, padre Sisto Da Rold, della famiglia missionaria Saveriana, nato a Limana il 19 maggio del 1935; ma è mancato giovedì 27 maggio scorso, alle 18,30, nella Casa madre di Parma dove si era ritirato a causa delle precarie condizioni di salute, dopo oltre 40 anni di missione in Congo, paese devastato da guerre, inondazioni, fenomeni vulcanici. Il cordoglio è stato unanime specie nel paese natale dove si è fra l’altro svolta la cerimonia funebre. L’annuncio della scomparsa era stato dato con questa epigrafe: “Parma-Limana 28 maggio 2021. Amorevolmente assistito dai suoi confratelli Saveriani, dopo una vita dedicata alle missioni in Congo, è tornato alla Casa del Padre Sisto Da Rold di anni 85. Lo annunciano il fratello Aldo con la cognata Cesira e i nipoti Ezio e Danila, la sorella Annamaria, il nipote Giovanni con Giorgia, la pronipote Emilie, i cugini, i confratelli Saveriani, il Centro missionario di Belluno e le persone che lo hanno seguito e aiutato nella sua missione… Non fiori, le eventuali offerte verranno devolute ai Missionari Saveriani”. Qui di seguito un sintetico curriculum del benemerito conterraneo che, come molti altri, uomini e donne, ha esemplarmente dedicato la propria vita a favore dei meno fortunati: entrò nella casa Saveriana a San Pietro in Vincoli a 19 anni, proveniente dal seminario vescovile di Feltre: era il 27 agosto 1954; dopo il noviziato, la prima professione religiosa e missionaria è del 12 settembre 1955 e del 12 settembre di sei anni più tardi l’emissione della “professione perpetua” con ordinazione presbiterale avvenuta il 13 ottobre 1963. Primo incarico, promotore vocazionale, a Udine, nella Scuola apostolica dove venne inviato subito dopo l’ordinazione. Risale al 1969 la partenza per il Congo dove lo troviamo fortemente impegnato nella pastorale parrocchiale come cappellano ed economo: Kiliba (1969-1972), Luvungi (1972-1973), Kidote (1974-1975 e 1980-1981) dal 1975 al 1980 è anche parroco a Kidote; ancora: dal 1982 al 1983 cappellano a Baraka; rientra in Italia per un periodo di aggiornamento nella Scuola apostolica di Zelarino in provincia di Venezia (1983-1985) e quindi torna in Congo dove dal 1985 al 1993 è cappellano a Mwenga, a Kitutu e Luvungi ed incaricato di seguire le costruzioni all’Economato generale della Diocesi di Uvira. Torna a Parma per un anno sabbatico e di aggiornamento, destinato alla Circoscrizione dell’Italia con l’impegno della promozione vocazionale a Zelarino-Mestre. Risale al 1997 il nuovo ritorno in Congo: si dedica al servizio parrocchiale come cappellano a Bukavu (anche economo locale) e a Goma. Dal 2003 al 2005 viene nuovamente incaricato delle costruzioni. Conclude il suo servizio missionario a Luvungi (2009-2011) per poi tornare definitivamente in Italia per ragioni di salute: dal 2012 al 2015 si dedica al ministero nella comunità di Zelarino-Mestre e nel 2016 nella comunità di Vicenza. Dal 2016 si trovava a Parma in cura. Abbiamo detto che Da Rold era missionario saveriano, rifacendoci alla libera enciclopedia Wikipedia vediamo cosa è l’Istituto Saveriano che in origine era chiamato Seminario emiliano per le missioni estere. Fu fondato nel 1895 dall’allora mons. Guido Maria Conforti (proclamato santo nel 2011 da papa Benedetto XVI) in un piccolo edificio di Borgo Leon d’oro da lui acquistato tre anni prima, destinato ad accogliere seminaristi che desideravano avviarsi alla vita missionaria. Rinominata tre anni dopo Pia società di San Francesco Saverio per le missioni estere, la congregazione necessitava di spazi più ampi e Conforti riuscì ad acquistare un vasto appezzamento a sud della Città. L’edificio: corpo di fabbrica centrale d’ingresso e ala est, fu completato nell’autunno del 1901. Nel 1919 altro ampliamento con l’edificazione dell’ala ovest, e un altro ancora nel 1957-59 con innalzamento di due piani dell’intera costruzione e la realizzazione dell’estrema ala est al cui interno furono ricavati anche la grande cappella e nuovi spazi per il museo. Sulla sommità del palazzo fu infine collocata la statua del Redentore, opera dello scultore Pietro Tavani. Concludiamo con una notizia e una curiosità. La notizia: Il sito saveriani.it ospitava nell’ottobre del 2014 sotto il titolo: “Dolore, nostalgia e invidia” un intervento di padre Sisto: “Ho avuto la grazia di vivere 42 anni in Congo e, per parecchi anni, di lavorare nella stessa missione con le tre saveriane Olga, Lucia e Bernardetta, uccise tra domenica 7 e lunedì 8 settembre a Kamenge, in periferia di Bujumbura, capitale del Burundi dove i saveriani avevano costruito un ambulatorio, un piccolo ospedale nella foresta. Le missionarie scelsero di sistemarsi proprio lì… A poca distanza poi abbiamo costruito il “foyer social” per la formazione di ragazze e donne e per l’alfabetizzazione degli adulti… Una volta la settimana, noi saveriani andavamo dalle sorelle per vivere insieme l’adorazione al Santissimo Sacramento e la celebrazione Eucaristica; infine, c’era la cena comunitaria che le sorelle preparavano con tanta cura e abilità… Desideravano morire in Africa, ma non pensavano certamente in questo modo, e all’Africa hanno dato tutta la loro vita. Bernardetta, Olga e Lucia sono ora sepolte in Congo dove riposeranno fino alla resurrezione dei morti. Anch’io desideravo morire in Africa ed essere sepolto lì dove ho sudato nel campo del Signore. Invece, sono stato costretto a tornare in Italia, essere operato al cuore, con la proibizione assoluta di tornare in Africa dove, secondo i medici, non avrei più retto né clima né fatica”. La curiosità e rappresentata dalla rivista Missionari Saveriani che ha ospitato nel maggio 2013 il racconto di Da Rold a proposito del tentativo dell’Arciprete di Limana di convincerlo a proseguire gli studi in Seminario mentre lui preferiva operare in terra di missione: “Cercò in tutti i modi di convincermi e con la sua vecchia Topolino mi portò al santuario della Madonna di Alleghe e poi a Castelmonte di Udine, con tanti rosari e la messa perché la Madonna mi illuminasse… Tornati sulla portsa derlla canonica l’Arciprete mi chiewse se avessi deciso ed io, ingenuo, risposi secco: ‘sono più deciso di prima per le missioni, lasciatemi andare… In casa avevo creato scompiglio, mio padre che lavorava lontano tornò subito a casa e la sorerlla maggiore che voleva farsi suora mi disse: ‘chi penserà a papà e mamma quando saranno anziani? Se sei prete va bene ma se vai missionario io non posso diventare suora…”. Nella mia giovinezza e ingenuità ripetevo: o mi lasciate andare missionario o sto a casa, in seminario non torno”. Nel 1954, il diciannovenne seminarista limanese scriveva invece dal suo paese, Dussoi: “Reverendissmo Padre, sono un umile lettore di ‘Fede e Civiltà’. Ho ricevuto la vostra lettera nella quale mi invitate a lavorare per le missioni. Io desidero donarmi a queste, ma Dio non ha detto l’ultima parola all’anima mia, né mi ha ancora aperto la via… Sono un giovanetto di 19 anni, di salute abbastanza buona, buono per natura, di carattere non perfetto, bisognoso soprattutto di un’ottima guida che mi sostenga e mi guidi alle vette della santità: solo non sono un buon scalatore, però con una buona guida sì…”. Padre Sisto Da Rold ha scalato al meglio per vari decenni e merita un sincero, immenso ringraziamento, purtroppo postumo, per la sua preziosa opera.
NELLE FOTO (siti chiesabellunofeltre, saveriani.it, wikipedia, corrieredellealpi): padre Sisto Da Rold; il missionario con un gruppo di giovani congolesi; Uvira in Congo devastata dalle alluvioni; distribuzione di alimenti indispensabili; si garantisce assistenza sanitaria; la casa madre dei Saveriani a Parma; la rivista Missionari Salesiani con le immagini delle tre missionarie uccise in Burundi.