FELTRE La notizia della scomparsa di Liana Bortolon ha destato profondo cordoglio nel mondo della cultura feltrina e nell’Amministrazione. Come non ricordare, tra le sue iniziative a favore della città che amava profondamente, la donazione fatta nel 2007 al Comune di Feltre della sua collezione d’opere d’arte comprendente oltre 90 lavori di maestri del ‘900. Alla prestigiosa raccolta vennero dedicati una mostra e un catalogo e successivamente fu allestita una sezione stabile all’interno della Galleria d’arte moderna “Carlo Rizzarda”. In uno dei testi del catalogo Liana Bortolon scriveva: «Desidero che tutto questo appartenga a Feltre, la città dove sono nata e dove mi sono aperta al richiamo della bellezza. Desidero che i giovani condividano questa passione e nel condividerla mi ricordino». (FOTO Ritratto della pittrice Wanda Broggi)
Così la ricorda oggi Tiziana Casagrande, conservatrice dei musei cittadini. «Feltre non scorderà sicuramente questa donna intelligente, indipendente e generosa, che, partendo dalla nostra città, si è saputa affermare nel mondo giornalistico e dell’arte, in un periodo non facile, soprattutto per una donna. Fin dal primo incontro nel 2006 la preoccupazione di Liana è stata quella di garantire l’unitarietà e la fruizione pubblica di una collezione che ci parla di lei, delle sue frequentazioni e dei suoi gusti e rappresenta un’ideale prosecuzione della volontà del fondatore del museo, Carlo Rizzarda, di ampliare le raccolte. Prodiga sempre di consigli e fortemente legata a Feltre, ha di frequente messo a disposizione le sue conoscenze nel mondo dell’arte per facilitare la realizzazione di numerose iniziative. Opere come Porto di Antibes di Bruno Cassinari o Danzatrici di Massimo Campigli continueranno a parlarci di lei e di quel “richiamo alla bellezza” che deve infondere coraggio e speranza, anche nei periodi più bui».
Profondo cordoglio per la scomparsa di Liana Bortolon sono stati espressi anche dal sindaco Paolo Perenzin e dal vicesindaco e assessore alla cultura Alessandro del Bianco a nome di tutta la comunità: “Con liana Bortolon la città perde oltre che una donna di grande spessore culturale, un’autentica amica di Feltre, che ha fatto dell’amore per l’arte e la bellezza un tutt’uno con la passione per la nostra storia e il suo straordinario patrimonio”.
WIKIPEDIA (Feltre, 13 aprile 1923) Figlia del geometra libero professionista Aldo e di Teresa Sernaglia, dopo l’esame di maturità classica a Belluno si iscrisse nel 1941 all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo il 25 luglio 1943, rientrò a Feltre. Durante i venti mesi della Resistenza antifascista feltrina partecipò come staffetta all’attività partigiana. Faceva riferimento al gruppo organizzato del monsignor Giulio Gaio e del tenente colonnello Angelo Giuseppe Zancanaro. Agì secondo le indicazioni dei suoi amici sacerdoti: don Giovanni Paoletti (preside delle locali scuole magistrali) e don Luigi Feltrin (cappellano militare e insegnante di religione). Era cugina del comandante partigiano Luigi Bortolon “Toti”, figlio di Annibale, il rappresentante dei liberali nel CLN feltrino. Il 19 giugno del 1944, nella tragica “notte di santa Marina”, assistette all’assassinio da parte dei nazi-fascisti dell’ingegner Vendrami, suo vicino di casa. Tra le altre tragedie che la coinvolsero in quel periodo fu il 5 agosto la fucilazione di Alvaro Bari che conosceva perché era il fidanzato di “Pupa” Banchieri (Maria Angela), sua amica d’infanzia e in ottobre la deportazione dello zio Annibale Bortolon nei lager di Bolzano e di Dachau.