VENEZIA Il Direttore Generale della Sanità della Regione, Domenico Mantoan, in un panorama che non vede tralasciare nessuna opportunità per rafforzare la lotta al coronavirus, ha trasmesso alle Ullss del Veneto il protocollo per avviare la sperimentazione di alcuni farmaci direttamente a domicilio, utilizzando una procedura messa a punto dal Comitato Scientifico specifico attivato dalla Regione. Tra questi, i già noti Tocilizumab e il giapponese Avigan, ma anche Clorochina/Idrossiclorochina, Lopinavir/Ritonavir, Duranavir/Ritronavir, Remdesivir. Il Documento è stato redatto alla luce delle attuali conoscenze scientifiche degli studi clinici, sulla base della pratica clinica e dello scenario epidemiologico ed organizzativo attuale della Regione Veneto. Il documento sarà soggetto ad aggiornamento periodico in rapporto alle nuove evidenze scientifiche e all’evoluzione del quadro epidemiologico, e si basa sulla revisione delle limitate evidenze scientifiche disponibili al momento e su documenti di indicazione terapeutica sviluppati da enti di riferimento nazionali ed internazionali. I trattamenti possono dunque essere iniziati anche a domicilio e, qualora le terapie fossero iniziate in ospedale, potranno essere proseguite a domicilio o in RSA, su prescrizione dello specialista infettivologo o pneumologo. Poiché è necessario garantire la tracciabilità dei pazienti trattati con i farmaci soprariportati l’Unità Speciali di Continuità Assistenziale, istituite ai sensi dell’art 8, D.L. 9 marzo 2020 n. 14, dovranno attivare un Registro dei pazienti trattati, in accordo con la Farmacia ospedaliera. I pazienti con le seguenti caratteristiche saranno considerati candidabili alla terapia a domicilio: positività del tampone nasofaringeo per nCOV-19; Febbre <38°C; Tosse; Frequenza Respiratoria:15-20 atti respiratori/minuto; Frequenza cardiaca 51-100 Battiti/minuto; Pressione sistolica (mmHg) 101-160; Saturazione ossigeno ≥ 95%; Saturazione ossigeno dopo “Test del cammino”(ovvero dopo aver camminato alla massima velocita possibile per il soggetto, ma senza correre, per almeno 3 minuti lungo un percorso diritto): non compare dispnea e la saturazione ossigeno si mantiene >92%; Mantenimento dello stato di vigilanza (assenza di confusione, sonnolenza, ecc.) I Medici di Medicina Generale (MMG) i Pediatri di Libera Scelta (PLS) e i Medici di Continuità Assistenziale (MCA), mediante la sorveglianza sanitaria attiva operata con triage telefonico di iniziativa, comunicano il nominativo e l’indirizzo dei pazienti all’Unita Speciale di Continuità Assistenziale (USCA) che opera per valutazioni dei soggetti con sintomatologia che devono essere considerati come sospetti casi COVID-19. I medici dell’USCA per lo svolgimento delle specifiche attività devono essere dotati di idonei dispositivi di protezione individuale e seguire tutte le procedure già all’uopo prescritte. I medici dell’USCA che si recheranno al domicilio del paziente o presso la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), dopo aver convalidato il sospetto diagnostico mediante test per la ricerca del Coronavirus su tampone nasofaringeo, su indicazione dello specialista infettivologo o pneumologo, avvieranno il paziente al trattamento, consegnando il fabbisogno per 7 giorni di trattamento. La Farmacia Ospedaliera consegnerà il farmaco all’USCA che si preoccuperà di tenere un Registro per la tracciatura del farmaco erogato. Il Registro dovrà contenere le seguenti informazioni: Nominativo del paziente con data di nascita e riferimenti del domicilio (abitazione/RSA), Data inizio terapia, Terapia consegnata, Data fine terapia, Esito: a) risoluzione della sintomatologia; b) ricovero ospedaliero