BELLUNO Per concludere il nostro “viaggio” in provincia, guidati dal libro di Giovanni Fabbiani e Giuseppe Sorge “Belluno e provincia nelle vecchie cartoline”, edito nel dicembre 1975 da Canova di Treviso per conto del Lions club bellunese, resta la tappa cortinese che articoleremo in due semitappe per ragioni di spazio. I due storici introducono le immagini ( per il prezioso volume – stampato nelle officine grafiche trevigiane Longo & Zoppelli – ne hanno scelte e commentate 157) richiamando padre Felice Faber, che nell’autunno del 1484 era reduce da un pellegrinaggio in terra Santa e nella sua cronaca definì Cortina d’Ampezzo così: “Est loucs laetissimus inter montana in quo sunt prata multa ed bestiarum pascua, et in medio grandis villa” e sottolineano che il personaggio “Non poteva scrivere di meglio e di più appropriato” visto che “Cortina nasce infatti con l’aureola del mito. Oltre che luogo incantevole e singolare per bellezza di montagne, di boschi e di prati, ha sempre rappresentato un tutto unico a sé stante, un mondo non isolato e chiuso, ma orgoglioso e fiero della propria autonomia e della propria indiscussa superiorità”. Ed ammettono che “Cortina d’Ampezzo è solo Cortina. La sua gente è solo gente di Cortina, con le sue tradizioni, i suoi costumi, con la sua vita immutata da secoli, ma nello stesso tempo presente dappertutto con i suoi uomini geniali, con i suoi campioni sportivi. Con la bellezza dei suoi luoghi che reggono a qualsiasi paragone”. Ancora Fabbiani-Sorge: “Cortina, la capitale di tutto, dell’eleganza, dello sport, del turismo, della tradizione. I pionieri dell’alpinismo sono cortinesi, quelli della ospitalità alberghiera sono pure cortinesi, la mondanità ha sempre avuto in Cortina un preciso punto di riferimento”. Ricordano poi che “Cortina è Cadore fino al 1508, poi diventa Austria alle dirette dipendenze dell’Imperatore. Ma anche allora rappresenta un sistema autonomo, equidistante fra Venezia ed Innsbruck”. Passano quindi alle singole foto proposte, partendo con una panoramica che ha soltanto il titolo: “Cortina d’Ampezzo all’inizio del secolo”. Tocca poi a quella intitolata “La Valle d’Ampezzo”, accostata a questa dicitura: “Una donna ampezzana in costume scende lungo i tornanti della Strada delle Dolomiti. Tiene per mano due bambine. Cortina sullo sfondo. E’ il 1908. C’è ancora molto spazio verde nella vallata”. Tocca poi al titolo: “Dalla diligenza all’automobile” che presenta la bella immagine con la seguente didascalia: “La Strada delle Dolomiti alla Crepa: è ancora stretta e sassosa. In fondo Cortina d’Ampezzo sotto il Pomagagnon. La vecchia macchina sembra un mostro preistorico in agguato: l’uomo e la donna che vi sono a bordo, favolosi personaggi di altri tempi”. Segue il titolo: “Cortina – Il ponte della Strada delle Dolomiti” con questa illustrazione: “Prima di entrare in Cortina, chi arrivava dal Falzarego doveva attraversare un ponte. E’ lo stesso che sorge tutt’oggi. Ma quanto è diverso il paesaggio!”. Eccoci a: “Cortina. Una panoramica” di cui si può leggere: “Il centro di Cortina visto dal campanile nel 1925. La gente passeggia per le strade senza preoccuparsi. In primo piano l’Hotel Posta”. E siamo così arrivati a: “Cortina – Il centro” di cui è scritto: “Il centro di Cortina d’Ampezzo col bel campanile eretto nel 18558, com’era verso il 1910. A sinistra l’Albergo Croce Bianca dei fratelli Verzi”.