con la collaborazione di Lorenzo Soratroi
LIVINALLONGO “Chi pensa di fare nuovi impianti dimostra di non avere alcun interesse per il futuro della montagna e tanto meno del suo spopolamento. La soluzione al problema del traffico sui passi è fare i tunnel”. Lo afferma Egidio De Zaiacomo, ex consigliere comunale di Livinallongo ed ex presidente della Latteria di Renaz, che interviene nella polemica sul collegamento sciistico Cortina – Arabba. “Costruire nuovi impianti significa distruggere un patrimonio ambientale unico al mondo che dobbiamo conservare e restituire integro ai nostri figli e nipoti. Solo così si salva la montagna ed i montanari. Evidentemente Vaia non ha insegnato niente. L’intervento, sostenuto dal Governatore del Veneto Luca Zaia e dal sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina viene giustificato come necessario supporto alla viabilità estiva con lo scopo di ridurre il traffico sui passi. Niente di più sbagliato. La soluzione la si trova solo creando un’alternativa concreta, duratura e sicura, indipendente dalle variazioni climatiche. Si pensa a distruggere e non a conservare. Così si rischia di gettare al vento 100 milioni di euro per l’interesse di pochi a scapito di un’intera comunità. Di esempi di fallimenti e di soldi sprecati ne abbiamo già visti nel post olimpiadi di Torino. Dubito che le società che sostengono il progetto sarebbero ugualmente se, per realizzarlo dovessero usare interamente fondi propri. Zaia ha fatto della “sostenibilità” il cavallo di battaglia per sostenere le olimpiadi di Milano – Cortina. Personalmente cono convinto che raramente gli interessi dei poteri forti coincidono con i bisogni delle comunità locali. E questo perché la saggezza di chi vive in montagna viene puntualmente ignorata. I politici dovrebbero imparare e guardare avanti, ma non nell’immediato. Ma a come sarà la montagna fra 30 anni. Ad essere lungimiranti ed umili, ad ascoltare le necessità delle comunità locali. Ed attuare iniziative concrete, che possano servire ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Non avventure incerte, appese ad un filo d’acciaio. Ad esempio, non si capisce infatti come mai da una parte la Regione, tenendo conto dei cambiamenti climatici, stia pensando di ripiantumare nelle aree distrutte da Vaia piante che si adatteranno ad un clima di 2 – 3 gradi superiore a quello attuale, e dall’altra sostiene un progetto di collegamento sciistico, ben sapendo che anche solo l’incremento di 1-2 gradi potrebbe essere deleterio per l’intero sistema di impianti a fune. Ciò che crea spopolamento in montagna non è la mancanza di lavoro, ma di servizi. Quindi perché invece non collegare Cortina ed Arabba con un tunnel stradale che parte da Cernadoi ed arriva a Pocol sotto il Falzarego? Questo permetterebbe di avvicinare alla popolazione quei servizi che sono la prima garanzia della permanenza della gente in montagna. L’ospedale di Cortina diventerebbe il presidio sanitario delle Terre Alte, raggiungibile in mezz’ora dai comuni di Livinallongo, Selva di Cadore, Colle S. Lucia e Rocca Pietore. Così come le scuole, che non costringerebbe più i ragazzi a lunghi spostamenti quotidiani o a rimanere lontani da casa con l’aggravio di spese per le famiglie che questo comporta. Questo, penso, dovrebbe lasciare in eredità una manifestazione internazionale come le olimpiadi a testimonianza e dimostrazione della sua sostenibilità. Ora sta alla politica fare scelte lungimiranti e di buon senso. Anche perché, quando i signori dei poteri forti si accorgeranno che i soldi non si possono mangiare, forse sarà un po’ troppo tardi.”
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