Riceviamo e volentieri pubblichiamo
DILLO ALLA RADIO: CINQUANT’ANNI DI LIBERTÀ E DIGNITÀ DEI LAVORATORI
Purtroppo la drammatica pandemia Covid-19, oltre alle tante vittime e alle migliaia di contagi, sta anche oscurando significative “date” di straordinari avvenimenti che, nel nostro Paese, hanno determinato cambiamenti epocali: fra questi va ricordato lo “Statuto dei Diritti dei Lavoratori”. Il 14 maggio 1970 la Camera dei Deputati, in precedenza votati al Senato, approvava i diritti fondamentali dei lavoratori, formalizzati successivamente nel testo di Legge n. 300 del 20 maggio 1970. Lo Statuto, figlio delle lotte sindacali, nacque nel biennio 1968 – 1969, un periodo caratterizzato da forti mobilitazioni per il cambiamento sociale e per i diritti delle persone. In quel periodo (purtroppo caratterizzato anche da preoccupanti tensioni sociali e politiche) i principali “artefici” dell’iter e della definizione legislativa dello Statuto sono stati: Giacomo Brodolini (socialista ex Vicesegretario CGIL Nazionale), Gino Giugni (giurista del PSI) e Donat Cattin (all’epoca Ministro DC. del Lavoro). Non va dimenticato che l’idea di uno “Statuto dei diritti dei lavoratori” venne lanciata nel 1952 (durante i lavori del terzo Congresso Nazionale) dal Segretario Generale della CGIL, Giuseppe Di Vittorio. Alla sua definitiva approvazione, una gruppo di Parlamentari affermarono che con lo Statuto: “la Costituzione entrava in fabbrica”. Di fatto tutti i rapporti di lavoro dal 1970 sono regolati dalle norme dello Statuto e dai contratti collettivi. Negli ultimi anni lo Statuto ha trovato grande attenzione, nell’opinione pubblica, per effetto delle forzature politiche (opinabili modifiche introdotte con lo “zampino” di una parte della classe imprenditoriale italiana) all’art. 18 che disciplina la “giusta causa” per il licenziamento. Sarebbe bene ed opportuno far conoscere e far apprezzare ai giovani, anche negli ambiti scolastici, la storia, l’evoluzione e l’applicazione dello Statuto in tutte le sue parti, in quanto è una Legge dello Stato, conforme alla nostra Carta Costituzionale, ottenuta cinquant’anni fa, grazie alla mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici, evidenziando che in più di un’occasione, nelle piazze delle manifestazioni organizzate da CGIL CISL UIL, numerosa è stata la partecipazione (anche) degli studenti.