di RENATO BONA
BELLUNO Leggendo il libro dell’amico Vincenzo Caputo “Curiosando per la città di Belluno” tra i frammenti d’arte locale del passato di cui è andato alla ricerca l’autore ci siamo imbattuti nel capitolo “Lavori in pietra, statue, bassorilievi, altorilievi” in una notizia: venerdì 16 di questo luglio 2021 ricorrerà il 278. anniversario dell’ultimazione dei lavori per la costruzione del Campanile del Duomo bellunese, che si erano conclusi il 16 luglio del 1743 (era di martedì). Prima di occuparci della grande opera di Filippo Juvara, torniamo al libro che Caputo ha realizzato in proprio nel marzo scorso, con la tipografia Sommavilla, e la collaborazione del figlio Marco, dell’architetto Roberto Reolon autore de “I Segni del Passato”, e di Carla De Poli, autrice anche della copertina del volume. Dunque Caputo – che si proponeva di mantenere vivo l’interesse, cercando di fornire un contributo nella direzione di una sempre maggiore attenzione da parte della collettività ai temi dell’arte nelle sue varie espressioni, documentando quelle visibili esternamente agli edifici, piazze e vicoli della città, escludendo volutamente quelle opere pittoriche che seppur facenti sempre parte del nostro patrimonio d’arte, meritano un’analisi a parte – dopo aver proposto il “Cristo” del XIV secolo, scultura collocata sulla facciata laterale della porta settentrionale del Duomo, uno dei pochi resti dell’antica cattedrale, ed il “Rosone” del XV secolo, manufatto scultoreo in pietra rosata, sistemato sopra l’entrata laterale della cattedrale, raffigurante il Sole, col monogramma di Cristo già collocato sulla facciata dell’attuale Palazzo dei Nobili, accenna in sintesi al Campanile della Cattedrale, secolo XVIII, nella Piazza Duomo, e scrive: “Per la sua costruzione vennero utilizzate sia le pietre della località di Belvedere che quella di Castellavazzo lavorata sia in cava che a Belluno. Su progetto di Filippo Iuvara, la prima pietra fu posta l’8 giugno 1732 e l’opera ebbe termine il 16 luglio 1743, La struttura è caratterizzata da grandi volti in pietra. Lo spazio antistante all’entrata del campanile con vista sul Piave, una volta era il cimitero delle donne”. Di seguito ecco le immagini, sempre riferite al Campanile, di “Volti in pietra”: spiegando: “Nel campanile, i quattro archi centrali sono sapientemente modellati e conclusi in chiave con un mascherone in pietra. I conci scolpiti rappresentano volti di profeti, uno su ciascun lato”. Spostandoci di pochi metri dal Campanile, nella stessa Piazza Duomo ecco il Battistero o chiesetta di Santa Maria delle Grazie, del secolo XIX. Caputo riferisce che “Nella lunetta sopra l’entrata principale del battistero antistante la cattedrale, è scolpito in rilievo su marmo il ‘Battesimo di Cristo’, opera di Giovanni Giacomini (1895)”. Sulla storia del Campanile è dettagliato lo storico prof. Flavio Vizzuti il quale nel suo pregevolissimo catalogo del patrimonio storico-artistico intitolato “La cattedrale di Belluno” (stampato dalla tipografia Piave nel maggio 1995 a cura del Capitolo della basilica cattedrale) scrive che: “… La più grande impresa alla quale il benemerito prelato (il vescovo Gaetano Zuanelli, 1731-1736 – ndr.) lega il proprio nome è l’edificazione del campanile” tanto che: “predicando al suo popolo nel 13 aprile 1732, il giorno di Pasqua, propose inaspettatamente la gran fabbrica del Campanile con tanta energia e tant’arte, spirito… che appena terminata la predica accorsero a lui e Canonici e Nobili e Cittadini, e Mercanti a ringraziarlo della generosa risoluzione, offrendo con esultanza le loro spontanee retribuzioni pel corso del quinquennio nel quale il Vescovo s’era prefisso di condurre a termine la grand’opera”. Ancora Vizzutti: “Per un progetto così importante, Monsignor Zuanelli “si rivolse ad un architetto di chiara fama qual’era appunto Filippo Juvarra” il quale, pur non essendo mai venuto a Belluno, inviò immediatamente al vescovo “non tanto un nuovo progetto, quanto la rielaborazione di un progetto realizzato, verificato quindi costruttivamente, riproporzionato e corretto in ogni dettaglio per essere sicuro che il disegno corrisponda appieno a tutte le esigenze estetiche e costruttive: sicuro per averlo già attuato ed aver saggiato il risultato raggiunto. E il modello è il campanile del Duomo di Torino”. Sostenuto dall’appoggio del clero e della popolazione di ogni ceto, il vescovo “fece quindi scavare una profonda fossa a mezzogiorno della cattedrale dove anticamente sorgeva la sacrestia; la sollecitudine e l’impegno profusi furono davvero notevoli tanto che il giorno 8 giugno 1732 egli poté solennemente benedire la prima pietra e predicare ad un immenso numero di fedeli accorsi anche dai paesi vicini”. Detto dei problemi da affrontare per il finanziamento dell’opera, lo storico bellunese ricorda che: “Con la morte dell’infaticabile prelato (24 gennaio 1736) il Capitolo si assunse l’onere di riprendere e completare l’opera, impegno peraltro quasi portato a termine l’anno seguente”. Fu sotto l’episcopato di Domenico Condulmer (1736-1747), precisamente il 16 luglio 1743 che “si concluse definitivamente l’imponente lavoro con la posa delle scale interne, del castello per le campane ed il rivestimento della guglia sovrastata dal grande angelo che la tradizione vorrebbe derivato da un progetto di Andrea Brustolon (Belluno 1662-1732)”. E conclude richiamando “il minuziosissimo ed attendibile cronachista don Flamino Sergnano (Belluno 1736-1812)” che nelle sue “Memorie” scrive: “Li 3 agosto 1771 furono portati li Battenti per le Campane nuove fatti da un todesco con somma perfezione; si tirò su poi la campana pel campanile del Duomo”. Si trattava della campana maggiore offerta e benedetta dal vescovo Giovanni Battista Sandi (1757-1785) che era abbinata a quella donata dal Capitolo. I due grandi bronzi erano stati issati sul campanile sin dal giorno 11 ottobre 1769 e la campana denominata ‘Sandi’ – rottasi nel 1895 – godeva di una certa rinomanza per il suo gradevolissimo suono…”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Curiosando per la Città di Belluno” di Vincenzo Caputo e “La cattedrale di Belluno” di Flavio Vizzutti): “Cristo” sulla facciata laterale della porta settentrionale del Duomo; il Rosone collocato sopra l’entrata laterale; il Campanile progettato da Filippo Juvarra; i volti in pietra negli archi centrali del campanile; la lunetta col “Battesimo di Cristo” sopra l’entrata principale del Battistero; facciata del Duomo e campanile; di Francesco Monaco: il campanile della cattedrale, da Alsarco Ganipace, dedicato al Consiglio dei Nobili della Città, Venezia 1738; particolare dell’Angelo del campanile; di Giovanni Feltrin, olio su tela, collezione privata; l’incendio dell’Angelo a seguito di lavori del 1843; così dopo il terremoto del 1873.