di RENATO BONA
Dobbiamo dare atto a Vincenzo Caputo, un amico di vecchia data, del suo grande amore-interesse per la città, quella “Belluno città splendente” dove è nato il 10 luglio 1945, e della quale, nel tempo, ha scoperto e proposto all’attenzione del grande pubblico, spesso ignaro, diversi aspetti di questa terra e della sua gente. Nel libro “Curiosando per la città di Belluno” che ha dato alle stampe in proprio con la Tipografia Sommavilla nel marzo scorso (collaborazioni di suo figlio Marco, dell’architetto Roberto Reolon e delle amiche Orsola Petrella e Carla De Poli, autrice quest’ultima anche della copertina), l’autore ha dedicato ampio spazio al capitolo “Lavori a stucco, decorazioni, pittura” ricordando fra l’altro che: “La decorazione dei fabbricati di un certo pregio avveniva applicando sapientemente stucchi, pittura e graffiti che impreziosiscono, leggeri ed eleganti, le facciate degli edifici creando a volte dei fantasiosi lavori artistici”. E alcuni palazzi recano ancora tracce di antichi affreschi pur se l’usura del tempo si fa sentire cancellando quel che rimane. Ecco perché tipiche decorazioni con motivi floreali, ad esempio, vanno scomparendo. Risultano più resistenti, se possibile, le opere a stucco, il quale ultimo è un mix di materie tenaci come gesso e colla forte, adatte appunto per interventi esterni di muratura. Richiamate le tipologie di materiali utilizzati tipo: argilla, creta, gesso, stucco, colla, trementina, sabbie, cemento e smalto, l’autore allega una serie di immagini che di seguito, purtroppo solo in parte proponiamo. Ma prima, riferendosi in particolare al settore dell’araldica dove la simbologia nelle figure è varia e complessa, ha ricordato che negli stemmi vi sono figure naturali, ricavate… dalla natura; altre, artificiali, conseguenti alla creatività ed opera dell’uomo; altre ancora dalla mitologia, da bestiari eccetera, dunque ideali e fantastiche; e poi quelle dai metalli come oro (simbolo di fede, giustizia, carità, umiltà, temperanza, clemenza, nobiltà, splendore e gloria) ed argento (simbolo di castità, fede, integrità di costumi, eloquenza, umiltà, santità, verginità, temperanza, verità, allegrezza, abilità) e dagli smalti, in particolare il rosso (simboleggia amore verso Dio e il prossimo, verecondia, spargimento di sangue in battaglia, desiderio di vendetta, audacia, valore, forza, magnanimità, generosità, grandezza, nobiltà, dominio), l’azzurro (rappresenta il cielo e il mare, ma anche i pensieri alti, amore celeste, devozione, castità, santità, giustizia, fedeltà nonché bellezza, vigilanza, nobiltà, fortezza) ed il verde (indice di vittoria, onore, cortesia, civiltà, vigore, allegrezza, amore, abbondanza, amicizia). Della Piazza Mercato, nel centro di Belluno, che prima dell’attuale denominazione nel 1421, fu chiamata anche allora del Mercato perché qui si svolgeva il commercio dei latticini, e successivamente fu chiamata Piazza del Foro o dei Ghibellini (nel 1471), Caputo propone due decorazioni del sottoportico con motivi ad arabeschi floreali; altrettante per Palazzo Tasso al civico 7 della stessa Piazza, precisando che l’edificio è così chiamato per il ritratto di Torquato Tasso sulla facciata al piano secondo mentre altri ornamenti lo caratterizzano, compresa l’indicazione della data 1898 dei due dipinti; nel sottoportico è visibile una raffigurazione araldica. Cinque le foto dedicate a Palazzo Prosdocimi, secolo XIX, al civico 45 della vicina via Mezzaterra: sono di particolari della facciata del palazzo, ora dell’Amministrazione comunale che, dopo i necessari restauri, ospita gli uffici dell’Anagrafe; la facciata esterna è ornata di stucchi di vario disegno. Sempre nella via Mezzaterra, ai civici 64 e 66 un palazzo del secolo XIX propone disegni in stucco di maschere e volti, intervallati da scene classiche, in specchi rettangolari, risalenti al secolo accennato. Nella stessa via ma al civico 84, ecco il palazzo del secolo XVIII o XIX con il particolare della decorazione esterna con stucchi nei sottofinestra, con alcune ripetitive raffigurazioni: curiosa quella con due cigni amoreggianti. Poco più avanti, ai civici 5-7 della Via Santa Croce, ecco Palazzo Bolzanio, del secolo XVIII, con sulla facciata le originali decorazioni composte da cornici e disegni floreali che purtroppo stanno ormai scomparendo. Stessa via, civici 24-26: Palazzo Nosadani o del Capitano di Giustizia, secolo XV; la costruzione, che fu adibita ad abitazione del Capitano di Giustizia, presenta sulla facciata affreschi con varie labili raffigurazioni. Al civico 31 uno dei quattro bassorilievi sulla facciata di un vecchio edificio, raffiguranti dei vasi; sulla parete sono presenti altri elementi architettonici di ornamento. Breve tratto di strada e si approda nella Via Santa Maria dei Battuti dove i civici 15 e 17 presentano cornici a stucco in stile liberty con raffigurazioni floreali. Via Torricelle civico 2: sulla facciata dell’edificio del XIX secolo, vari graffiti a grottesche realizzati nel 1921 da U. Da Pos; nell’edificio adiacente, la nota Porta Rugo, uno dei simboli della Città, bassorilievo con raffigurazioni a stucco su alta facciata di ottocentesca costruzione edificata su preesistenti mura e torre medievali. Siamo quindi a Borgo Piave in particolare nella via Unione dei Zater dove sotto lo sporto del tetto di un grande edificio secolare vi è un dipinto con ripetuti motivi floreali. Ai civici 14-16 su di un vecchio edificio dipinti con raffigurazioni di vari e piante floreali dal lungo stelo, c’è poi Palazzo Secco, secolo XV, in Riva San Nicolò civici 66-68, con scene affrescate sulla facciata del quattrocentesco edificio. Risalendo verso il centro di Belluno, nella via Sottocastello, civico 22, si possono vedere raffigurazioni floreali del 1924, ripetute nei due lati sotto lo sporto del tetto. Le ultime due tappe di questo “giro” riguardano via Roma, civico 9 dove vi è il palazzo ristrutturato nel primo Novecento con la facciata adorna di numerosi disegni in stucco a soggetto floreale, e la via Garibaldi che presenta ai civici 37-39, sulla facciata di un vecchio stabile, raffigurazioni a stucco più volte ripetute “che hanno sfidato il tempo”…