Disequilibrio, “L’azienda sanitaria chiede di erogare sempre più servizi, dall’altro prende su di sé quello che di fatto è il nostro lavoro: l’erogazione dei farmaci”
LIVINALLONGO da Arabba si alza il primo grido di aiuto. Il farmacista non riesce più a far fronte alle numerose richieste, che si aggiungono al tradizionale servizio di dispensazione di farmaci. Il disagio è comune a tutti i farmacisti delle zone montane del Bellunese, in questo momento, specie di quelle dove insistono grandi insediamenti alberghieri e dove dietro il bancone c’è poco personale, a volte solo il titolare. Trovare farmacisti disposti a trasferirsi nelle Terre Alte bellunesi, d’altra parte, è sempre stato difficile e ultimamente ancora di più. “Questi colleghi – spiega il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa – si ritrovano nella necessità di proseguire il lavoro ben oltre l’orario di chiusura. Noi siamo a completa disposizione della comunità, lo abbiamo sempre detto e dimostrato, ma in questo caso l’impegno richiesto va oltre le nostre possibilità perché fisicamente i colleghi non riescono a sostenere questi ritmi”. Per questo oggi ci sono farmacie che stanno valutando di sospendere il servizio dei tamponi, con conseguente rischio di danni all’economia locale che in questo momento necessita di vedersi assicurata l’attività. L’effettuazione dei tamponi sta mettendo sempre più sotto pressione i farmacisti dei piccoli paesi di montagna. Nei piccoli paesi il farmacista ha un ruolo centrale nella comunità, a lui si rivolgono le persone per informazioni, consigli e sostegno che vanno oltre la dispensazione del farmaco. “In occasione delle grandi nevicate e di altri eventi meteo importanti – commenta il farmacista di Arabba, Paolo Da Rin -, il nostro ruolo è ancora più fondamentale. Le persone si rivolgono a noi tutti i giorni, sabati e domeniche compresi, e noi ci siamo sempre, anche quando si tratta di andare nella casa dell’anziano isolato dalla neve o dalla frana. Questo lo si fa, è parte della nostra missione e ne siamo ben felici, ma la pressione di questo momento non è sostenibile”. Il tutto mentre avanza a grandi falcate la distribuzione diretta per conto dell’Usl dei farmaci. “Questo ci sottrae importanti risorse – osserva ancora Da Rin – ma, soprattutto, crea disagi ai cittadini in quanto li obbliga a recarsi in punti e ad orari prestabiliti per il ritiro di un farmaco che potrebbero comodamente trovare in farmacia”.