di RENATO BONA
Si conclude con la sesta puntata il ciclo, forse troppo breve, degli itinerari proposti dall’Amministrazione provinciale di Belluno sul tema: “La pittura dell’Ottocento nel Bellunese” che è stato curato da Emanuela Rollandini con preziose illustrazioni fornite da privati, enti, associazioni, presentazione dell’allora presidente Sergio Reolon e dell’assessora alla cultura, Claudia Bettiol, progetto grafico e stampa (dicembre 2007) di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello. L’itinerario numero 6 propone per prima la chiesa di Santa Giustina, di Villagrande di Auronzo di Cadore nella quale è custodito l’olio su tela “La resurrezione di Lazzaro” 1824-1828 di Giovanni De Min (Belluno 1786-Tarzo 1859) del quale la Rollandini scrive: “Affrontando il tema della Resurrezione di Lazzaro, De Mn si attiene rigorosamente al vangelo di Giovanni che ci descrive il sepolcro come una caverna chiusa da un masso, secondo l’antico uso ebraico di inumare i corpi in posizione eretta”. La tela, che è collocata sulla parete destra del presbiterio, era stata esposta a Venezia nel 1827 dove veniva accolta con entusiasmo dalla critica, principalmente per la capacità del pittore di far rivivere la grandiosità della pittura del Cinquecento”. Anni dopo l’esecuzione della Resurrezione di Lazzaro, la decorazione del presbiterio venne completata “con la grandiosa tela che occupa la parete di sinistra: “Cristo scaccia i mercanti dal tempio”, olio su tela del 1833. Dello stesso anno l’olio su tela con “Le anime purganti” mentre l’affresco con la trasfìgurazione di Cristo sul monte Tabor, l’Incoronazione della Madonna, Le tre virtù teologali, I quattro evangelisti, Ssanta Barbara e santa Caterina d’Alessandria, santo Stefano e san Michele arcangelo, san Giovanni Battista e san Giuseppe, san Rocco e sant’Antonio da Padova, è del 1855; infine nel catino absidale, “Fede, Speranza e Carità ripropongono modelli di ispirazione classicista”. Ma non solo De Min: l’edificio sacro auronzano ospita infatti anche l’olio su tela “Sant’Antonio abate e san Lorenzo” del 1852, opera di Antonio Zona (Gambarare di Mira, Venezia, 1814-Roma 1892) e: “San Nicola da Bari e Silvestro”, 1851-1858, olio su tela di Michelangelo Grigoletti (Roraigrande di Pordenone1801-1870); l’olio su tela “Ritratto di Antonio Da Rin”, ultimo quarto del XIX secolo, opera di Tommaso Da Rin (Vigo di Cadore, Belluno 1838-Venezia 1923) e l’altro olio su tela “Ritratto di monsignor Gabriele Gregori”, pure dell’ultimo quarto del XIX secolo; entrambi i dipinti sono conservati in sagrestia. Restiamo ad Auronzo, ma trasferendoci a Villapiccola, per la chiesa di San Lucano della quale l’autrice del libro-guida rammenta che: “Nel 1854 veniva demolita la vecchia chiesa gotica e due anni dopo, il 28 settembre 1856 si inaugurava il nuovo edificio sacro, opera dell’architetto Giuseppe Segusini che aveva presentato il progetto nel 1847”. Anche qui Giovanni De Min ha fatto la sua parte con l’affresco “La discesa dello Spirito Santo”, “La Resurrezione”,”Le sette opere di misericordia”, del 1856 circa. Ed eccoci a Candide, chiesa di Santa Maria Assunta, dove non manca il De Min, presente con “Morte di Anania”, “Predicazione di san Paolo nell’Areopago”, “Annunciazione”, “Deposizione dalla Croce”, “Assunzione della Vergine”, affresco del 1846. Lungo le pareti della navata, entro cornici in stucco sono collocati sei dipinti che raffigurano i santi patroni delle chiese filiali; la loro esecuzione si deve a tre pittori bellunesi: spettano a Antonio Federici (Belluno1790-1869) “San Nicolò e san Luca”, ad Antonio Tessari (Moriago Treviso 1788-Belluno 1867) “San Leonardo e san Rocco”, al più anziano, Paolo De Filippi (Belluno 1755-1830) “San Daniele e san Sebastiano”. Ancora Candide propone la Casa Monti-Giacobbi (visitabile su prenotazione) con lavori di Girolamo Moech (Belluno 1792-1857): “Paesaggi”, “Diana e Atteonte””, “Diana e Endimione”, tempera su intonaco del XIX secolo; “pittore bellunese” è l’autore di “Paesaggi esotici”, tempera su intonaco del XIX secolo. Ed eccoci a Dosoledo per la chiesa dei santi Rocco e Osvaldo. Immancabile, ecco il De Min con “Apoteosi di san Rocco”, “La Trinità con san Pietro, gli evangelisti e angeli”, “Profeti”, affresco del 1844. Di seguito: chiesa di san Leonardo Nuovo a Casamazzagno dove ritroviamo Tommaso Da Rin con l’affresco del 1869 “Trasfigurazione”, “Padri della Chiesa”, “Padre Eterno” mentre Giuseppe Ghedina (Cortina 1825-1896) ha realizzato “Madonna con il Bambino e sant’Antonio da Padova”, olio su tela della seconda metà del XIX secolo. Nella stessa chiesa va citato il “Sacro Cuore” di Francesco Bettio (Belluno 1855-1901) sul primo altare destro. Concludiamo l’itinerario e la serie con la chiesa di San Luca di Padola dove il già citato Tommaso Da Rin ha realizzato, le due pale olio su tela del 1870: “Madonna del Carmine” e “Santi Silvestro e Fermo”, collocate l’una di fronte all’altra sui primi due altari. Diligentemente, Emanuela Rollandini ricorda che “Lungo questo itinerario si segnala anche la “Decollazione del Battista” di Tommaso Da Rin, nella chiesa dei santi Rocco e Sebastiano e, dello stesso autore, “L’Immacolata” nella chiesa dei santi Osvaldo e Lorenzo a Casada”. Le fotografie del libro-guida della Provincia di Belluno sono di: fotografo Vito Vecellio, archivi di: Giuliano Dal Mas, Marco Maierotti, Emanuela Rollandini, Amministrazione provinciale di Belluno, Comunità montana Centro Cadore, Museo civico di Belluno, Museo civico di Feltre.