De Bona: «Ci troviamo a uno scandaloso disservizio di Poste Italiane»
BELLUNO C’è una famosa canzone degli emigranti che fa: «Trenta giorni di macchina a vapore…». Il testo racconta del periodo che un emigrante italiano impiegava, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, per attraversare l’oceano e raggiungere l’America via nave.Per assurdo è il tempo che ha impiegato la rivista “Bellunesi nel mondo”, del mese di febbraio e di marzo, spedita direttamente da Belluno, per arrivare alla casa dei soci residenti… nel comune di Belluno. Trenta giorni per fare dai 5 ai 10 km massimo di distanza dal luogo di partenza a quello di arrivo. «Siamo davvero all’assurdo», il commento amaro del presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona, «È impensabile, con quello che si paga anche per la spedizione, avere un servizio così scadente per i nostri lettori. È scandaloso questo disservizio di Poste italiane, che invece di migliorare peggiora di giorno in giorno. Non oso immaginare la situazione che stanno vivendo i quotidiani e i settimanali che utilizzano Poste italiane per la spedizione, ai loro abbonati, della propria testata giornalistica». «Un danno all’immagine che si ripercuote direttamente all’Abm», continua De Bona, «Basti pensare che abbiamo avuto numerose lamentele da parte dei nostri soci, con minacce di disdetta immediata al giornale».
«Chiedo a Poste italiane», conclude De Bona, «che si impegni a consegnare con puntualità la nostra rivista, anche perché è un suo dovere dato che percepisce il costo della spedizione ancora prima di spedire la rivista. Si potrebbe invertire il tempo di pagamento, ovvero alla consegna e non alla spedizione. Forse con questa modalità il servizio tornerebbe ad essere puntuale». (da facebook, pagina “Bellunesi nel Mondo”