” Siamo quasi in vista del traguardo per quanto concerne il ”viaggio” che stiamo effettuando per conoscere “Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno” attraverso il purtroppo introvabile (ancora appelli a Palazzo Piloni perché valuti l’ipotesi di una ristampa… n dr.) libro-guida con identico titolo, edito a cura di Paolo Conte e testi di Simonetta Chiovaro, dall’ente Provincia con la milanese Edizioni Charta, stampato nel novembre 1997 da Leva spa di Sesto San Giovanni, splendide fotografie di Mauro De Santi, presentazione degli allora presidente della Provincia, Oscar De Bona, e dell’assessora ai beni culturali Nicoletta Comar. La “tappa” di oggi, itinerario 8, ci porta “Da Belluno ad Agordo attraversando Sedico” proponendoci a Mier la Villa Corte; a Cugnach la Villa Miari; a Poiàn la villa Crotta; a Patt di Sedico la Villa De Manzoni; a Landris le ville Miari-Bentivoglio, Miari-Giacomini e Rudio; infine ad Agordo la villa Crotta-De Manzoni. Ci si muove su un percorso “paesaggisticamente molto vario, partendo dal territorio a nord-ovest di Belluno, in quella fascia ben definita compresa tra la strada statale ed il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, tra il torrente Ardo ed il torrente Cordevole”. Oltre ad attraversare questo territorio ricco di storia, arte e patrimonio naturale ancora incontaminato, l’itinerario può essere completato da un lungo ma interessante viaggio fino alla città di Agordo essendo proposta una sorta di percorso tematico dedicato alle alterne vicende ed alle conseguenti realizzazioni architettoniche delle due famiglie nobili Crotta e De Manzoni oltre, s’intende, alle maggiori ville in territorio di Sedico, il comune più orientale della Val Belluna. Si parte da Belluno percorrendo viale Europa in direzione di Feltre e subito, in corrispondenza della chiesa di san Gervasio, si devia verso Mier e dopo un chilometro si incontra la VILLA CORTE (O CARPENADA), del XVII secolo, che fu residenza estiva del vescovo Berlendis divenendo presto proprietà della famiglia Corte. Dopo vari passaggi di proprietà divenne preventorio e colonia estiva della città di San Donà di Piave. “La villa è ancor oggi caratteristica per la sua facciata simmetrica con due timpani mentre al centro, un motivo appena accennato a finestre e balconi è inquadrato in alto da due snelli camini”. La Chiovaro ricorda che “Del grande parco che circondava la villa rimane solo la rigogliosa carpineta ‘vero tunnel di verde che sale alla villa’, da cui deriva il nome ‘carpenada’ con cui l’edificio è popolarmente conosciuto”. Proseguendo in direzione di Sois-Bes si giunge a Col di Cugnàch dove sorge VILLA MIARI, XVII secolo, costruita proprio sulla cima della collina, garantendo un bellissimo panorama. Presenta una asimmetria di facciata ben mascherata: la parte verso occidente leggermente più estesa e la spaziatura delle finestre perde la sua uniformità per lasciare posto ad un motivo di triplici aperture sovrapposte. La sala d’ingresso venne decorata attorno al 1845-48 da Ippolito Caffi, reduce dal lungo viaggio in Egitto, Turchia e Grecia. Una grande carpineta porta alla vicina cappella dedicata a San Floriano. Imboccata la via Col del Vin si procede per Roe Basse e infine Roe Alte e Pojan “tipica località sorta attorno alla villa padronale, suggestiva perché conserva ancora intatte le sue caratteristiche di notevole qualità” dove si può ammirare VILLA CROTTA, prima metà del XVII secolo, il cui ingresso “è segnato da un grande portale ad arco definito da elementi in pietra molto precisi e proporzionati, che si congiunge alla cappella privata del complesso padronale. Varcato l’arco si entra in una corte rettangolare su cui si prospetta una bella facciata dal caratteristico colore giallo ocra. Lasciata Pojan (la villa appartenne alla stessa famiglia proprietaria di Villa Crotta di Agordo) si deve puntare ai Patt di Sedico dove sarà possibile visitare VILLA DE MANZONI, “una delle più recenti ma anche tra le più imponenti della provincia”. L’edificio, del XIX secolo, sorge sulla spianata in cima ad una collina dalla forma allungata. Verso il 1820 Giovanni Antonio De Manzoni comprò la vasta tenuta dei Patt e qui nel 1835 si fece costruire una dimora degna delle fortune della famiglia. Per il progetto l’incarico fu affidato al padovano architetto Giuseppe Jappelli, veneziano di nascita. Un sottolineatura per un fatto insolito: spicca la mole del corpo principale con la facciata orientata a sud a cui è affiancata, verso ovest e molto arretrata, una lunga ala più bassa. L’ingresso attuale è laterale. Il principale accesso agli ambienti interni è sul retro, facciata nord. Va ricordato che alcune sale conservano affreschi di Pietro Paoletti e di Giovanni De Min, i pittori più rinomati dell’epoca. Riprendendo il cammino in direzione di Belluno si giunge a Landris dove ai piedi di un’altura sorge VILLA MIARI-BENTIVOGLIO, del XXVIII secolo, probabile frutto della trasformazione di un precedete fabbricato rustico di cui restano le tracce nelle cantine e nella massiccia costruzione del granaio. L’aspetto attuale risale al 1741 anno in cui il conte Miaro Miari fece costruire anche l’antica chiesa di Sedico. Il salone della villa ed un piccolo ambiente adiacente furono decorati a tempera da Girolamo Moech tra il secondo ed il terzo decennio dell’Ottocento. Landris annovera anche VILLA MIARI-GIACOMINI del XV secolo composta da un corpo principale su due piani con una modesta appendice ed un’ala rustica (un tempo ricovero per le carrozze) che fa assumere al complesso uno schema ad “L”. E quindi VILLA RUDIO, fine del XVII secolo, che sorge sul punto più alto e dominante della collina. La villa non ha né ha mai avuto un accesso carrabile. Alla ricca e complessa facciata principale fa riscontro la semplicissima facciata posteriore: il piano terra è quasi completamente murato: si apre solo il portone centrale con le caratteristiche finestrelle quadrate ai fianchi. I tre piani superiori sono nettamente divisi e le finestre presentano una distribuzione asimmetrica. Conclusa la visita a Landris si va ad Agordo dove nella grande piazza si erge l’articolata VILLA CROTTA-DE MANZONI, XVI-XVIII secolo, che si presenta con un doppio volto: a nord e ad est appare come un palazzo di città, perfettamente inserito nel contesto della piazza principale di Agordo, mentre verso sud si apre con forme e linee proprie della villa extraurbana su un grande parco-giardino. Vari gli edifici del complesso, collegati tra loro da un ampio ed imponente loggiato, Questo elemento – puntualizza la Chiovaro – costituito da due bracci posti ad “L”, definisce a sua volta un vasto cortile arricchito dalla grande fontana in pietra a pianta esagonale. La corte è ricchissima di elementi decorativi realizzati in pietra sopra gli archi del portico. Infatti sono collocati quindici mascheroni, mentre tra gli archi più piccoli della loggia sono poste ventinove piccole maschere. La tradizione vuole che esse rappresentino i volti di personaggi reali dell’epoca trasmessi ai posteri in atteggiamento satirico. Il doppio ordine di arcate, infine, è legato da un cornicione leggero in cotto.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro”Le ville nel paesaggio prealpino della Provincia di Belluno”): facciata principale di Villa Corte; veduta del complesso di Villa Miari; dalla corte-gardino interna; Villa Crotta; particolare della facciata sud del corpo principale della Villa De Manzoni; il terrazzamento sul quale è stato realizzato l’edificio di Villa De Manzoni; particolare dell’affresco “Esopo che racconta le favole” di Pietro Paoletti a Villa De Manzoni; scorcio del corpo di Villa De Manzoni decorato a motivi neogotici, attribuibile al Segusini; facciata principale di Villa Miari Bentivoglio; Villa Rudio: la facciata sud vista dalla corte interna; scorcio del salone centrale a piano terra di Villa Rudio; Villa Crotta-De Manzoni, veduta parziale del complesso dal brolo di Agordo; il prospetto est, rivolto verso il piccolo giardino delle statue di Villa Crotta-De Manzoni; particolare di un gruppo scultoreo nella stessa Villa; la grande fontana che caratterizza la corte settecentesca di Villa Crotta-De Manzoni.