di RENATO BONA
BELLUNO Nell’affascinante storia dell’industria dell’occhiale, messa nero su bianco dal dott. Enrico De Lotto, in occasione della “Mostra dell’occhiale attraverso i secoli” che – ad iniziativa della Camera di commercio, industria ed agricoltura di Belluno – era stata allestita nel palazzo della Magnifica comunità cadorina, a Pieve, in occasione dell’edizione numero 7 dei Giochi olimpici invernali che furono ospitati a Cortina, un capitolo, il ventesimo, dell’ottimo libro intitolato “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore” edito nel 1956 per i tipi delle tipografia bellunese Silvio Benetta, è stato dedicato a: “L’occhialeria del Molinà di Ulisse Cargnel, succeduto al Ferrari, è l’unica in Italia. Notevole sviluppo dal 1900 alla prima guerra mondiale”. Di Carlo Enrico Ferrari, uno dei pionieri dell’occhialeria cadorina, bellunese, italiana ed internazionale abbiamo detto nel precedente servizio. Oggi ci occupiamo molto volentieri di Ulisse Cargnel (nato a Pieve di Cadore il 15 maggio 1873 da Giovanni Maria e da Giulia Poletti) che a seguito dello scioglimento della società “C.E. Ferrari & C.” venne nominato con il milanese Gio Batta Cattaneo procuratore del liquidatore e diede il via alla costituzione – era il 23 gennaio 1901 – alla società “Cattaneo, Cargnel & C.”. Un passo indietro: per ricordare che, giovanissimo, fu impiegato nel Municipio del paese natale dal 1884 al 1888 quindi con la ditta Bazzole che aveva in gestione le esattorie del Comelico, dal 1889 ql 1891. Il 24 gennaio 1892 fu assunto dalla ditta del Ferrari il quale aveva promosso l’avvio della piccola occhialeria alla Molinà di Calalzo. Con la scomparsa di Cattaneo nel 1905 venne costituita la società Ulisse Cargnel & C, e fu in questo contesto – come scrive Enrico De Lotto – “allo scopo di sviluppare l’industria ed emancipare la nazione dalla importazione estera delle lenti, continuando l’iniziativa veramente coraggiosa del suo predecessore Ferrari, intraprese dei viaggi all’estero, prima in Francia e poi in Germania per studiare i nuovi metodi di lavorazione: nel marzo 1905 Cargnel con Arturo Fanton come interprete e Noelte (tecnico tedesco) fingendosi giornalisti visitarono le principali fabbriche di lenti tedesche a Monaco, Norimberga, Furth e Pforzheim. Nel tentativo fi entrare clandestinamente nella fabbrica Schwizer di Furth, vennero fermati per qualche ora ma poi rilasciati, riuscendo però a carpire il segreto del procedimento per fissare la lente al blocco mediante uno speciale collante (chiamato in gergo castagna). Subito dopo Cargnel, con il rag. Francesco Arfini di Viadana, si recò in Francia (a Ligny) per visitare fabbriche di altro tipo, osservò il funzionamento dei macchinari per la lavorazione delle lenti, assunse preziose informazioni tecniche e riuscì a procurarsi campioni di materie prime come quella speciale composizione tanto necessaria per incollare le lenti sulle forme. A proposito di lenti, Cargnel continuò e sviluppò l’iniziativa del Ferrari e nel 1906 fece costruire su progetto del padovano ing. Carlo Canella due nuovi edifici accanto alla vecchia fabbrica. Gli operai occupati erano sui duecento e garantivano una produzione giornaliera mediai di 4 mila lenti e 2 mila paia di occhiali. Largamente esportati nell’America del Sud. Nel contempo prese il via la fabbricazione di lenti per occhiali di ogni qualità e tipo : menischi, cilindriche, sferocilindriche, prismatiche, toriche e bifocali. E’ del 1920 la costruzione del nuovo canale in muratura con sfioratore dell’occhialeria, utile per il funzionamento di una nuova turbina, moderna e più potente. Intanto, il 19 novembre 1905 Cargnel era stato insignito dell’onorificenza di cavaliere del lavoro perché “unico in Italia ebbe il merito di produrre montature di metallo “a giorno” e cerchiate per tutti i tipi di lente. Risale al 1907 la visita allo stabilimento Cargnel del ministro dell’agricoltura, industria e commercio Rava. Tre anni dopo l’imprenditore cadorino avviò la produzione delle prime montature in celluloide: il capo meccanico Giuseppe Lozza costruì col fratello Lucio le prime apparecchiature metalliche proprio per le montature di nuovo tipo; con l’occasione fu costituito il primo reparto, con a capo Callisto Fedon, per la lavorazione di questi occhiali. Nel 1917 devastazione dell’industria da parte dell’occupante austriaco e, su richiesta del Ministro, Cargnel si trasferì a Milano per l’avvio di un impianto per la produzione di lenti ed occhiali di protezione per i combattenti italiani della grande Guerra. A fine conflitto tutti i macchinari della fabbrica di Milano furono portasti nella sede del Molinà dunque a Calalzo dove, grazie al finanziamento da parte delle banche,si provvide alla sistemazione dei locali devastati ma… la liquidazione dei danni di guerra da parte del Governo fu molto inferiore alle aspettative e in presenza di varie difficoltà il nostro fu costretto il 12 settembre 1932 a dichiarare il fallimento con la perdita di tutti i suoi beni. In chiusura, Enrico De Lotto pur in presenza di un finale così drammatico scrive giustamente. “Ulisse Cargnel si deve considerare uno dei pionieri delle industrie cadorine degli occhiali, perché seppe sviluppare l’opera del Ferrari e continuare per quasi 30 anni la fabbricazione non solo delle montature, ma soprattutto delle lenti correttive. Le numerose onorificenze concesse sono una testimonianza delle benemerenze acquisite durante tutti gli anni di lavoro e di sacrifici”. Nel 1934, l’azienda fu riattivata da Guglielmo Tabacchi sotto il nome di Safilo. Ma questa è un’altra storia… Ulisse Cargnel continuò a collaborare con i tre figli presso la nuova occhialeria “Fratelli Cargnel di Ulisse di Pieve”, industria di modeste proporzioni, e il 16 luglio 1948 passò a miglior vita in seguito ad un intervento chirurgico.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Dallo smeraldo di Nerone agli occhiali del Cadore): il cavaliere del lavoro Ulisse Cargnel: sviluppò, primo in Italia, la produzione delle lenti in Cadore; nel 1907 il ministro Rava visitò l’occhialeria Cargnel; maestranze della ditta riprese nel 1907, a destra, in basso: Cargnel, Bepi Lozza, Arturo Fanton, Lucio Lozza, Tita Vecellio, Giorgio Fedon, Callisto Fedon; panoramica degli stabilimenti nel 1908; all’inizio del secolo, la Cargnel era l’unica in Italia a fabbricare l’occhiale completo; anno 1907: concessa alla ditta Cargnel una medaglia d’argento alla Esposizione di Budapest; sin dal 1900 la ditta calaltina si era specializzata nella fabbricazione di occhiali tipo “stringinaso”; gli occhiali moderni protettivi sono un importante oggetto di abbigliamento e la loro foggia varia continuamente.