Vanessa è volata in cielo”, abbiamo sperato per tutta la giornata di ricevere una bella notizia dal Cà Foncello di Treviso dove è stata portata ieri mattina con l’elicottero del Suem, perché in tanti si sono prodigati per salvargli la vita, dai primi interventi sulla strada a quella rianimazione dalla quale purtroppo non è uscita con le sue gambe. Lo speravamo, lo abbiamo sperato in tanti, quasi una catena anche sulle pagine facebook con la parola FORZA scritta a caratteri cubitali, condivisa, ripetuta, urlata. Amici, conoscenti, chiunque nell’arco dolomitico ha saputo del terribile schianto ha voluto stringersi in un abbraccio con chi resta, con chi la piange. I suoi parenti, il compagno che probabilmente l’ha salutata con un bacio prima che si mettesse in viaggio verso casa a Livinallongo, dalla mamma Martina alla quale ora non sappiamo cosa dire se non guardarla con gli occhi pieni di pianto e comprensione, l’autista del furgone dove l’auto si è schiantata e che ad ogni scatto dell’orologio ha continuato a chiedere informazioni e sperare. Chiunque abbia un cuore non ha potuto che elevare un pensiero al cielo, alla sorte, invocando un aiuto, la fortuna se necessario. Ma la fortuna non ha risposto. Vanessa se nè andata con i suoi 22 anni, il suo sorriso e la sua forza. A Falcade il vuoto è palpabile, in territorio Fodom è sceso il buio come da sempre quando una giovane vita viene strappata in questo modo. Rimangono le foto con le colleghe di lavoro e tanta voglia di piangere e imprecare contro un destino dalla crudeltà assoluta. “Un disegno” dirà qualcuno e lo ripeterà invocando chissà che, di certo uno “scarabocchio” più che un disegno, è sempre così quando dobbiamo raccontare una vicenda come questa, che purtroppo non è la prima perché di figli ne abbiamo salutati tanti lungo le nostre strade e ogni volta il dolore che si mescola alla rabbia è sempre lo stesso, devastante. Non ci resta che il “ciao, guardaci da lassù”, non ci resta altro. (mm)