SEDICO. I progetti degli alunni della classe 3C della scuola media di Sedico sono stati approvati e attuati dalla Stazione spaziale internazionale (Iss) e siglati dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. È stata una notizia molto gratificante quella arrivata nei giorni scorsi all’Istituto comprensivo di Sedico-Sospirolo che, nell’ambito del Fabschool 2020, ha partecipato alla Mission Zero del progetto Astro Pi Challenge promosso dall’Esa. In quest’ultimo anno scolastico il comprensivo di Sedico ha attivato due spazi FabSchool, uno alle elementari e uno alle medie di Sedico. FabSchool è un progetto di sistema che coinvolge cinque province (Verona, Vicenza, Mantova, Belluno e Ancona) e che intende prototipare un sistema di formazione innovativo e replicabile per stimolare competenze in ambito Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), aumentare la connessione tra scuola e lavoro e favorire l’apprendimento in contesti informali.
«Abbiamo aderito a FabSchool – spiega la dirigente scolastica Lucia Fratturelli – perché crediamo nella possibilità di costruire una scuola nuova che guardi al futuro e pensi ad ospitare studenti destinati ad un mondo che ancora non conosciamo, ma che sappiamo sarà diverso dal nostro». Nel corso dell’anno sono stati dunque attivati due laboratori formativi esperienziali costruiti sulle esigenze di competenze espresse dal mercato del lavoro territoriale: BugsHotel, supportato da UniFarco, alla scuola primaria e AstroPI Mission Zero, una challenge europea organizzata da Raspberry PI e ESA, alle medie. Quest’ultimo progetto è quello che la scorsa settimana ha ottenuto un riconoscimento davvero singolare. I ragazzi della classe 3C, sotto la supervisione di Fabio Da Rolt di FabLab Dolomiti e della docente curricolare di matematica e scienze, Mariella Zoppa, hanno dapprima avuto modo di conoscere il linguaggio di programmazione, da quello a blocchi a Python, passando per esperienze con MakeCode con schede programmabili Micro:bit. Quindi, grazie a AstroPI Mission Zero, hanno goduto della straordinaria opportunità di condurre indagini scientifiche nello spazio, scrivendo applicazioni da eseguire sui computer Raspberry Pi a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss). «Mission Zero – spiegano l’insegnante Cristina Valerio, responsabile del progetto per la scuola, e la vicaria Manuela De Toffol – offre a partecipanti fino a 19 anni d’età la possibilità di far eseguire il proprio codice sulla Iss. I nostri ragazzi hanno scritto un semplice programma per visualizzare un messaggio e la lettura dell’umidità su un computer Astro Pi, affinché gli astronauti potessero leggerli mentre svolgevano i loro compiti quotidiani sulla Iss». La missione è stata compiuta. A comprovarlo sono arrivati alla segreteria scolastica i certificati spediti dalla Stazione spaziale internazionale, firmati da Samantha Cristoforetti.
«Ci è piaciuto molto leggere i messaggi che i giovani hanno inviato agli astronauti sulla Iss – hanno scritto i promotori di Mission Zero, sottolineando la partecipazione record di 16.869 squadre di giovani provenienti da 26 paesi – e vedere il loro uso fantasioso della matrice LED di Astro Pi».
__