di RENATO BONA
Città e Diocesi di Belluno celebrano oggi, venerdì 11 novembre, in forma solenne, la ricorrenza del Patrono San Martino di Tours. Il vescovo titolare della Diocesi di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, nell’occasione ha indirizzato una lettera ai presbiteri, ai diaconi e ai vicepresidenti dei Consigli pastorali con un doppio invito ispirato proprio da San Martino, inteso anche – come si può leggere nel sito telematico diocesano “chiesabellunofeltre” – a “suggellare l’inizio ufficiale delle collaborazioni tra parrocchie”. Il primo invito in ordine cronologico – viene specificato – riguarda la celebrazione eucaristica di oggi a partire dalle 10, in cattedrale dove sono state invitate le comunità parrocchiali della Convergenza foraniale di Agordo-Livinallongo per il tradizionale pellegrinaggio verso quell’edificio che rappresenta il convergere in unità della Chiesa locale. Invitati pure, in modo particolare, i rappresentanti dei consigli pastorali che, nella solenne concelebrazione, “saranno invitati a compiere un segno che darà espressione all’avvio delle collaborazioni tra le parrocchie”. La celebrazione, si legge ancora, segna l’inizio della prima fase dell’anno pastorale che – spiega il presule – “impegnerà le parrocchie a concretizzare i primi passi di collaborazione indicati nella Carta d’intenti (2021) e conforme alla mappa delle parrocchie che collaborano in pastorale”. Il secondo invito riguarda in modo particolare preti e diaconi ai quali vengono ricordati i “Giorni del presbiterio 2022” in programma dal 14 al 17 prossimi sul tema della parabola evangelica “”Il seminatore uscì a seminare”. Non manca nella lettera di Marangoni un ricordo del centenario don Mario Carlin, mancato nella notte del 4 novembre: “La sua figura ci incoraggia a riprendere fiato e nutrire in noi una sana speranza…”. La ricorrenza di San Martino ci fa ricordare che i nostri amici Ivano Pocchiesa (purtroppo scomparso), Aduo Vio e Mario Fornaro hanno dato alle stampe con Media Diffusion e l’Agenzia Polaris, nel novembre del 1993, il libro “San Martino tra storia e leggenda” in cui illustrano la figura e l’opera del “santo universalmente ricordato per il taglio del mantello”. Il volume, di oltre 160 pagine, impreziosito da belle immagini, propone i seguenti capitoli: Martino uomo e santo (Fatti mirabolanti, Tra storia e leggenda, I giorni luminosi, Soidato dell’impero, Ipotesi e commenti); Correva l’anno 356 d. C. (Pronto per le opere, Exorcista, Vilipeso e cacciato); Eventi miracolosi (Resurrezione di un impiccato, Il popolo lo vuole vescovo); Altre sue virtutes (Suoi poteri sulla natura, Guarisce e consacra); Tra diavoli e angeli (Alle prese con il demonio, Beffa a Belzebù); Prodigi falsi e veri (Dialoga con angeli e… animali, Predice il futuro, Altre testimonianze); Dalla crisi alla gloria (Visioni dei defunti, La morte, I segni della dipartita, Una curiosa guarigione, Le sue reliquie); Dalla storia alla leggenda (considerazioni finali) con le appèndici: Feste e culto popolare, Il tempo storico di Martino (Problematiche religiose dell’epoca, Curiosità) cui segue una corposa bibliografia e la serie dei ringraziamenti ai numerosi e qualificati collaboratori.
NELLE FOTO (sito “chiesabellunofeltre”, De Santi Belluno, Dario Fontanive e riproduzioni dal libro di Pocchiesa-Vio-Fornaro): San Martino e il dono del mantello; copertina del libro; chiesa di Vallada Agordina: San Martino vescovo inserito nel ciclo di affreschi di Paris Bordone (1540 circa); chiesa di Celàt: nella pala dell’altar maggiore il taglio del mantello e San Martino prevalgono sulle altre componenti; interno della cattedrale-basilica di San Martino di Belluno; polittico dedicato a san Martino e ai suoi miracoli nella Cripta del duomo bellunese; particolare del polittico attribuito a Simon da Cusighe; disegno di Franco Fiabane del 1993: “…in età di 12 anni Martino desiderò ardentemente il deserto…”; altro disegno dello stesso autore; ancora l’artista bellunese, 1993: eremita nell’isola Gallinaria (Albenga-Liguria) Martino si salvò miracolosamente dopo essersi nutrito dell’erba velenosa chiamata “Elleborum”; dal polittico della Cripta bellunese, secolo XV: “…Battezza…”; di nuovo Fiabane con “La resurrezione di un impiccato, richiamato in vita da Martino”; la chiesetta di La Muda a La Valle Agordina (Belluno) intitolata a San Martino; dipinto ad olio su tela di anonimo, nella chiesetta di La Muda; dal polittico della Cripta di Belluno: “… muore santamente… assistito dai monaci in preghiera.).