Con l’arrivo delle tredicesime, a festeggiare sotto l’albero di Natale sarà anche il fisco. A fronte di circa 47 miliardi di mensilità aggiuntiva che a dicembre saranno erogati a 33,7 milioni di pensionati, operai e impiegati, l’erario, attraverso le ritenute Irpef, ne preleverà 11 e alla fine in tasca ai beneficiari ne rimarranno 36 (vedi Tab. 1).
Grazie alla gratifica natalizia, segnala la CGIA, si spera che a far festa siano anche i piccoli commercianti e le botteghe artigiane. E’ vero che una buona parte di questa mensilità sarà spesa nel mese di dicembre per pagare la rata del mutuo, le bollette, il saldo dell’Imu/Tasi sulla seconda abitazione e la Tari (tributo per l’asporto e lo smaltimento dei rifiuti), ma è altrettanto auspicabile che la rimanente parte venga utilizzata per far ripartire i consumi interni.
“Negli ultimi 10 anni – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – gli acquisti natalizi sono crollati di circa il 50 per cento, con una spesa complessiva che l’anno scorso si è attestata attorno ai 10 miliardi di euro. Questa contrazione ha penalizzato soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo. Speriamo che anche grazie alle tredicesime, in questo ultimo mese dell’anno si torni a spendere intelligentemente, ridando così fiato alla domanda interna che in Italia rimane ancora troppo debole”.
Oltre ai consumi, un’altra voce importante che incide sulla ricchezza prodotta nel Paese sono gli investimenti. Se rispetto al 2007 (anno pre crisi) questi sono ancora inferiori del 22 per cento, nel 2018 dovrebbero registrare una crescita del 4 per cento, in buona parte riconducibile alle misure messe in campo per favorire la diffusione della digitalizzazione nel nostro sistema produttivo.
“Pur essendo uno strumento intelligente – afferma il Segretario della CGIA Renato Mason – il piano 4.0 rimane tarato sulle esigenze delle medie e delle grandi aziende. Ragion per cui è indispensabile rivedere questo strumento per allargarne la platea dei beneficiari. E’ necessario, inoltre, che nella rivoluzione digitale che dovremo affrontare nei prossimi anni non siano coinvolte solo le aziende, ma anche la Pubblica amministrazione, la scuola e le maestranze. Questa sfida si vince se, tutti assieme, saremo in grado di fare squadra, giocando questa partita con la consapevolezza che chi rimarrà indietro avrà poche possibilità di stare al passo con le principali potenze economiche del mondo”.
A livello territoriale la Regione che presenta il più alto numero di beneficiari della tredicesima mensilità è la Lombardia: le persone interessate saranno poco più di 6 milioni. Seguono i 3.255.000 residenti nel Lazio e i 2.923.000 abitanti del Veneto (vedi Tab. 2).
L’Ufficio studi della CGIA, infine, tiene a precisare che le tredicesime dei lavoratori dipendenti non godranno del cosiddetto “bonus Renzi”.
I dipendenti che anche nel 2018 hanno beneficiato del bonus non potranno disporre di questa agevolazione sulla mensilità aggiuntiva: la legge, infatti, non lo prevede. Anzi, non è da escludere, come purtroppo è già avvenuto negli anni passati, che alcuni dipendenti che hanno percepito lo sconto fiscale siano costretti a restituirlo.
Ricordiamo, infatti, che gli 80 euro in più in busta paga spettano per intero a coloro che non superano i 24.600 euro di reddito annuo e in misura minore se lo stesso è compreso tra i 24.600 e i 26.600 mila euro. Pertanto, se nel corso dell’anno sono state superate queste soglie, senza che il datore di lavoro ne abbia tenuto conto, la restituzione di quanto percepito avverrà con la decurtazione della busta paga di dicembre.
Note
I dati si riferiscono all’anno 2017. Il totale dei pensionati e quindi anche il totale dei percettori, non coincide con la somma delle singole regioni in quanto in tabella non sono stati riportati i beneficiari di pensione residenti all’estero o non ripartibili.