di Renato Bona
Uno dei capitoli a nostro modesto avviso più interessanti del pregevole volume che Luigi Rivis ha realizzato con la preziosa collaborazione di Dino Bridda e Paolo Conte: “Belluno 1905-2005: un secolo dell’Istituto Tecnico Industriale ‘Girolamo Segato’” (ottobre 2005, tipografia Piave di Belluno) è quello intitolato “La scuola al servizio del territorio” perché – per dirla con l’autore, che dell’Iti su prima studente e quindi docente – “In più occasioni, nel corso della sua storia centenaria, l’Istituto fu protagonista di episodi significativi di risposta concreta alle esigenze della comunità locale, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra”. Durante la Grande Guerra, ad esempio, divenne punto di forza del complesso apparato della macchina bellica italiana operante dietro le linee del fronte dolomitico e dal febbraio 1916 al novembre dell’anno seguente le officine vennero mobilitate e aggregate al 1. Magazzino avanzato di artiglieria, allo scopo di provvedere alla riparazione delle armi portatili: fucili, pistole, mitragliatrici, del materiale elettrico, delle macchine per scrivere e “all’esecuzione dei più svariati lavori specialmente di precisione, fra l’altro riparando oltre 100 mila fucili, 890 mitragliatrici, 400 macchine per scrive, 2100 apparecchi telefonici, per un importo complessivo di lavori che superò le 900 mila lire”. L’Istituto non fece poi mancare, subito dopo la seconda guerra mondiale, il suo apporto, mobilitando le officine meccaniche e la falegnameria per garantire l’esecuzione di piccoli lavori su commissione, specialmente per il taglio di precisione di ingranaggi anche per far lavorare le strutture interne dello stesso “Segato” e ricavarne un beneficio economico. Alcuni esempi di istituzioni civili che usufruirono del lavoro della Scuola bellunese: Banca d’Italia, Provincia, Vigili del fuoco, Ospedale, quindi: l’Istituto salesiano, l’asilo San Nicolò, le cooperative autotrasporti di Bribano e Puos d’Alpago e, sempre fra i privati: la Cobea, le ditte Fornasier, Schiocchet, Bovolato, Chierzi, Corona, Poletto, Dal Pont, De Benedet ed altre. Per dire: lo stesso preside Bracalenti pagò senza sconti 850 lire per un lettino ed il docente Paolo Cavinato 450 per un cavalletto da pittore. La parte più importante delle commesse per conto terzi fu comunque quella per le occhialerie del Cadore mentre la falegnameria lavorò molto per il Comune e l’istituto “Bernardi” di Padova, per la costruzione di sgabelli, banchi scolastici e regoli calcolatori e nel 1954 col Comune di Trichiana per attrezzature per la Scuola di avviamento, per un importo di 360 mila lire. Piace ricordare, scrive più avanti Rivis, come la Scuola si sia posta al servizio del territorio anche in un campo che si potrebbe definire “collaterale” e in proposito cita – a seguito di svariate insistenti richieste, anche da fuori provincia – l’istituzione di “un corso magistrale per i mesi di agosto-settembre destinato ai maestri che intendono dedicarsi all’istruzione professionale degli operai e apprendisti dei centri ove non esistono scuole professionali”. Cita di seguito le “Aree di progetto” che, previste dai programmi ministeriali, “costituiscono un’attività che all’interno dell’Istituto si è sviluppata in modo originale e autonomo per avvicinare il mondo della scuola al mondo del lavoro”. Prima di dare spazio ad un elenco di affermate aziende che hanno usufruito della disponibilità del “Segato” Luigi Rivis ricorda il “Progetto Tekne”, che nasce agli inizi del 1995 ed ha realizzato in collaborazione tra l’Associazione degli industriali della provincia di Belluno, attraverso il Gruppo Giovani imprenditori e l’Itis: prevede commesse reali progettuali ed esecutive svolte dagli studenti delle quarte e quinte in collaborazione con diverse imprese ed è “volto a coniugare gli aspetti teorici appresi tra i banchi di scuola agli aspetti pratici e quindi alle logiche produttive delle aziende. Citando in proposito – e concludiamo – l’esempio dell’anno scolastico 1999-2000 quando l’azienda Sinteco di Longarone ha commissionato alla quinta meccanici la “Progettazione e realizzazione di un’isola automatica per blisterizzazione ordinata di particolari in plastica”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Luigi Rivis sul centenario dell’Iti “Segato”): trapanini a colonna progettati e costruiti in serie al “Segato” nei primi anni ‘50; tre esempi di macchine realizzate per la ditta Bonazzola di Calalzo; reparto per il montaggio della strumentazione di precisione per misure elettriche nello stabilimento Chinaglia di via Col di Lana a Belluno, anno 1960; le varie fasi della procedura per l’attuazione di un “progetto Tekne”; il prestigioso “Premio qualità” assegnato nel 2004 all’Itis Segato di Belluno.
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