VENEZIA In diretta da Marghera, dalla sede della Protezione Civile del veneto, il Presidente del veneto Luca Zaia fa il punto su l’emergenza Covid-19.
I NUMERI 2.259.786 TAMPONI, OLTRE 10 MILA TAMPONI RAPIDI AL GIORNO 15 MILA MOLECOLARI 46992 POSITIVI (+1526), 19517 POSITIVI ATTUALI 15667 PERSONE IN ISOLAMENTO (+1000), 749 RICOVERATI (+54) 88 TERAPIE INTENSIVE (+7) 2344 DECESSI (+12) 4575 DIMESSI. Il 3,22% dei sintomatici a domicilio (604) cioè il 97% non ha sintomi.
TRAND: 1 PAZIENTE IN TERAPIA INTENSIVA OGNI 9 RICOVERATI IN AREA NON CRITICA, A MARZO IL RAPPORTO ERA DI 1 A 3. ENTRO UNA SETTIMANA S’INIZIA A PROGRAMMARE I PRIMI REPARTI COVID. A VILLAFRANCA 4 PNEUMOLOGI SU 6 SONO INFETTATI.
LEGGI LA CONFERENZA STAMPA DI LUCA ZAIA
Sul DPCM sono legittime le proteste, poche categorie produttive pagano il conto per tutti. Da un punto di vista sanitario significa che le linee guida date a queste attività erano inutili, ma non è vero non abbiamo avuto contagi in palestra o ristorante. Intanto ieri sera la Pontebbana era piena di auto. I privati hanno 44 terapie intensive e chiediamo collaborazione per poterle usare, si sta interessando l’assessore Manuela Lanzarin, lo facciamo per mantenere l’attività ordinaria. Traporti: non competono a noi Regione, c’è l’obbligo dell’80% di capienza, in alcuni casi c’è sovraffollamento, l’80% prevede anche qualche persona in piedi.
C’è un rapporto basso di ricoverati in terapia intensiva rispetto ai ricoverati in area critica basso (1 su 9 rispetto all’1 su 3 di marzo). Dal punto di vista di sanità pubblica abbiamo due indicatori, oggi siamo in seconda fascia e per passare alla terza o si superano i 150 in terapia intensiva o i 900 ricoverati. Sono due le Province più a rischio, Belluno già in terza fascia e Treviso che in terza fascia ci sta arrivando è questione di giorni. Già ieri abbiamo dato disposizioni ai direttore generali di iniziare a scaldare i motori per andare gradualmente verso i covid center per preservare gli hub provinciali. L’obiettivo è di mantenere inalterata l’attività degli ospedali hub. Non possiamo mischiare la degenza tra covid e non covid. Un trapiantato piuttosto che una protesi all’anca o un intervento cardio chirurgico non puo’ condividere corsie o camerate con pazienti infetti. Tra le nostre priorità anche non scendere sotto le 200 terapie intensive dedicate alla degenza ordinaria non covid. Lo facciamo con gradualità e senza panico, anche se cresciamo di 50 al giorno. Non mi diverto con i bollettini avrei anche altro da fare ma vorrei ricordare ai negazionisti che gli oltre 700 malati oggi in ospedale se non ci fossero gli ospedali rischierebbero la vita. Ci preoccupiamo per la cura dei cittadini tanto covid che non covid. In Giappone non c’è un bollettino, il paziente che si infetta sta quattro giorni a casa a vedere se guarisce (consigli medici telefonici) poi viene valutato l’eventuale ricovero nel covid center. Stiamo potenziando le cure domiciliari per curare i pazienti, per capire quali potrebbero essere alla luce delle nuove evidenze scientifiche quali sia il miglior protocollo di cura domiciliare con l’ausilio dei medici di base. Il ricovero ospedaliero è sempre drammatico. Stamane ho visto dati sulla stampa internazionale di una multinazionale che applica gli anticorpi mono clonali, dicono che stanno lavorando sia sul fronte della degenza ospedaliera che nella cura delle prime fasi domiciliari ma siamo ancora in una fase sperimentale. Appena arriva siamo pronti a testare. Sui vaccini ogni giorno sui giornali ci sono novità speriamo che oltre alle novità arrivino anche i vaccini.
“Ho visto le piazze con la gente che chiede di lavorare non con auto della Polizia distrutte. Questo e’ il Veneto. Ho visto piazze piene di gente perbene in protesta con mascherine che non chiedono sussidi, disarmate davanti al principio che la loro chiusura rappresenta la salvezza per l’appiattimento della curva del contagio. Molti non riapriranno più e noi non possiamo perdere una parte della nostra economia. La mossa del Governo è solo un riscaldamento a bordo campo, fuori tempo rispetto alla partita. Io avrei fatto diversamente”.
Oggi 82 medici infettati e 450 operatori, non è una catastrofe ma se crescono sono guai a Villafranca abbiamo 4 pneumologi su 6 infettati. Siamo attenti al tema della salute dei nostri operatori e facciamo loro il tampone ogni sette giorni, per tutti quelli al fronte esposti al rischio, ogni 20 giorni al resto degli addetti alla sanità, così come nelle RSA sia ospiti che operatori. Non ci sono fronti nuovi dal Governo, nessun novità rispetto al DPCM. Sabato sera anche in virtù della mia posizione i governatori hanno scritto al Governo dicendo che non andava bene, volevamo la chiusura alla mezzanotte se non alle 23, chiedevamo anche perché non si valutano gli assembramenti dei centri commerciali. In 20 pagine del DPCM ci sono 700 indicazioni sulla ricaduta e non si capisce su che base epidemiologica è stato adottato e con quale principio di sanità pubblica perché l’assembramento viene punito da una parte ma non dall’altra: centri commerciali e musei ad esempio. Sulla scuola sono imbarazzato, avevo proposto la didattica a distanza in tempi non sospetti, ora tutti di adeguano a quelle che venivano definite “inutili”. Ora la Regione deve vedere i dati epidemiologici e poi chiudere le scuole al 75% non abbiamo nessuna discrezionalità, io l’avrei fatta al 50% prendo atto che in questo frangente ci hanno lasciato discrezionalità zero e incombenza totale. Le azioni vanno riviste non avranno incidenza sulla cura dei contagi. La speranza è sempre l’ultima a morire, non abbiamo podestà giuridiche e non raccontiamo bugie ai cittadini. Abbiamo introdotto il principio della mescita di bevande e alimenti per la mensa degli operai dei cantieri (si pensi ai mondiali di sci o alla comunità di lavoratori che vengono dall’estero), contrattualmente e a porte chiuse le mense rimangono aperte e se qualcuno impugna l’ordinanza noi la difenderemo. Non possiamo andare oltre. Abbiamo 5 ospedali vecchi ma non stiamo giocando a monopoli, non possiamo utilizzarli perché non c’è il personale non perché non sono attrezzati NON ABBIAMO IL PERSONALE e lo dico a chi continua a criticare che non si inventi qualche comitato di protesta della serie “noi lo avevamo detto”. Stando a casa qualcuno comincia a dire “faso mi tuto” il tema è chiaro così come le mosse da fare: l’ ospedalizzazione deve essere mantenuta nei presidi ospedalieri. Il trasporto pubblico locale (un milione 200 mila pendolari al giorno nell’ora di punta) non compete a noi ci sono società che lo gestiscono anche pubbliche ma non della Regione, in alcuni casi (già segnalati all’assessore De Berti) il sovraffollamento c’è soprattutto sull’urbano è innegabile che ci sia. Con la didattica a distanza avremo 200 mila persone in meno (un sesto del totale) che utilizzeranno il mezzo pubblico. Se ti chiudi in casa e utilizzi il cibo del magazzino al 99% non accadrà nulla, ma ogni attività umana espone a rischio come per i nostri medici.
https://www.facebook.com/zaiaufficiale/videos/671626936885060/