Al presidio di sabato di fronte alla Prefettura di Belluno i numeri saranno contingentati, nel rispetto delle normative anti-Covid. A dar voce agli operai agricoli saranno i segretari territoriali Sebastiano Grosselle (Cgil) e Corrado De Salvador (Cisl).
BELLUNO Nel Decreto Sostegni i lavoratori stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo e che hanno perso numerose giornate di lavoro a causa della pandemia secondo i sindacati, sono stati nuovamente discriminati. Per questo, sabato 10 aprile alle 10 saranno in presidio davanti alla Prefettura di Belluno così come in tutte le province d’Italia. Sono 1.900 i lavoratori stagionali del settore impiegati in provincia di Belluno, i lavoratori degli agriturismi e del settore del florovivaismo che nel 2020 non hanno potuto lavorare e nemmeno raggiungere i requisiti utili per accedere alla disoccupazione agricola e non hanno ricevuto alcun tipo di ammortizzatore. Ma ci sono anche gli stagionali impiegati nella coltivazione e nella raccolta di frutta e verdura, indicati per tanti mesi come essenziali perchè hanno assicurato cibo fresco sulle nostre tavole durante il periodo del lockdown. Per questi motivi Fai, Flai e Uila chiedono alcune misure indispensabili a tutelare lavoratrici e lavoratori, quali il conteggio per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019; l’introduzione del bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi.