di RENATO BONA
BELLUNO Proseguendo la nostra “scoperta” degli “Itinerari nel Parco nazionale Dolomiti Bellunesi” grazie a sei guide realizzate dall’Ente Parco, e dopo esserci soffermati sulla numero 1: “I cadìni del Brentón. Marmitte di evorsione in Val del Mis”, proponiamo oggi il lavoro di Danilo Giordano e Lando Toffolet, intitolato: “I Circhi delle Vette. Itinerario geologico-geomorfologico attraverso le Buse delle Vette”, (con fotografie e disegni degli stessi autori, coordinamento editoriale di Giuseppe Campagnari, impaginazione di Stefania Paoletti; in copertina la Busa delle Vette, retrocopertina con panoramica di Col de Luna e Pavione da M. Vette Grandi) pure alla seconda ristampa nel 2002 e sempre di grande attualità ed utilità. Dopo la presentazione del prof. Carlo Doglioni dell’università La Sapienza di Roma (“… Giordano e Toffolet noti geologi della provincia di Belluno presentano in questo volume una chiara guida sintetica delle Vette Feltrine, utilizzando, per quanto possibile, un linguaggio comprensibile anche ai neofiti delle scienze della terra, permettendo così a tutti i lettori ed escursionisti di introdursi alle conoscenze stratigrafiche, tettoniche e geomorfologiche di questa parte del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi”) e l’introduzione del prof. Giovanni Battista Pellegrini dell’ateneo di Padova (“… Si tratta di un prezioso contributo per l’appassionato che voglia trascorrere una giornata in montagna cercando di riconoscere le forme elementari del rilievo, a grande e media scala, in modo particolare quelle del paesaggio glaciale, periglaciale e carsico delle Vette Feltrine) nell’introduzione si spiega che gli autori (Giordano per la parte geologica e Toffolet per quella geomorfologica) avevano la finalità di fornire all’escursionista uno strumento agile che lo guidi nell’osservazione della successione stratigrafica e delle forme del paesaggio , e di contribuire alla conoscenza e alla valorizzazione culturale dei beni geologici e geomorfologici (geotopi) del Parco. Segue una nota storica in cui si ricorda la figura del feltrino Giorgio Dal Piaz, nato il 29 marzo 1872, docente di geologia a Padova per decenni, autore, fra l’altro, della monografia “Le Alpi Feltrine” (1907) “che rappresenta per il dettaglio e la modernità di impostazione l’opera fondamentale di riferimento per ogni studio successivo sulla zona”. A seguire viene sviluppato dettagliatamente il tema: ”Le rocce e la loro origine” quindi “L’assetto tettonico”, “Le forme del rilievo” per passare alla “Descrizione geologica del percorso” così articolata: Geotopo 1 Busa di Cavaren-Val Caneva; Geotopo 2: Busa di Monsampiano; Geotopo 3: Circo delle Sere; Geotopo 4: Circo dei Piadoch; Geotopo 5: Busa dell’Orso; Geotopo 6: Busa delle Vette. Ed ecco alcune note sul percorso che, ad anello, inizia e termina (a Croce d’Aune) al rifugio Giorgio Dal Piaz e richiede un tempo di percorrenza variabile fra le 4 e le 6 ore, con dislivello in salita che si aggira sui 300 metri. L’itinerario – si può leggere – ai snoda fra i circhi glaciali meridionali delle Vette ad una quota media di circa 1950 metri e sul versante nord sfrutta, con dolci saliscendi, l’ampia cengia inclinata impostata sul calcare selcifero di Fonzaso, fra i calcari grigi ed il rosso ammonitico superiore. Dal rifugio si percorre la carrareccia di servizio in leggera discesa fino ad incontrare la strada militare che si stacca sulla destra (ovest). La strada, a tratti ridotta a sentiero, procede quasi in piano attraversando la Busa di Cavaren e la Busa di Monsampiano fino a Passo Pavione. Da qui è necessario scendere per qualche decina di metri lungo il sentiero che porta a Malga Agnerola e poi abbandonarlo a favore di un’esile traccia che si dirige verso destra (nord-est) e supera il Circo delle Sere mantenendosi al linite fra i ghiaioni e il pascolo (in questo tratto si possono utilizzare come riferimento le tabelle gialle che segnano i confini del Parco). Il sentiero continua e dopo aver oltrepassato tre ampi canaloni giunge alla Busa dei Podoch (o Piadoch). La traccia si snoda ora su pascoli, ora su detrito di falda e attraversa all’incirca al limite dei detriti, l’esteso e articolato circo glaciale. Dopo aver aggirato le propaggini settentrionali della Costa dei Piadoch (leggera salita) il sentiero porta alla Busa dell’Orso, cala per lastronate di roccia e risale per sfasciumi fino alla forcella fra Cima 12 e Costa dei Piadoch. Ritroviamo qui un’altra strada militare che conduce, in leggera discesa, a Passo Pietena. Si procede ora verso destra (ovest) e sempre su strada militare si percorre tutta la Busa delle Vette fino a Passo Vette Grandi, situato nelle immediate vicinanze del rifugio”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida di Danilo Giordano e Lando Toffolet “I Circhi delle Vette”): la copertina della pubblicazione; immagine di retrocopertina coi crinali del Pavione e del Col di Luna; panoramica del Vallone di Aune; piega anticlinale nella Formazione di Fonzaso; domini morfologici che caratterizzano le Vette; circo glaciale della Busa delle Vette; ghiaioni attivi nella Busa dell’Orso; Busa di Pietena; Busa di Cavaren Val Caneva; panoramica da Passo Pavione; Circo delle Sere; Circo glaciale dei Piadoch; Busa dell’Orso sospesa sulla vallata del Primiero; la Busa delle Vette dalla forcella fra Cima 12 e i Piadoch.