Il Comune di Belluno ha intitolato a Francesco Della Dia la strada che va dalla chiesa del quartiere Nogarè, verso nord, fino ad incrociare la via Antonio Bettio. Nella ventina di pagine di “Toponomastica di Belluno” che elencano ed illustrano vie e piazze è scritto in proposito e in estrema sintesi: “Cappuccino, scultore del secolo XVII, allievo del Brustolon”. Anche il Dizionario Storico-Artistico-Letterario Bellunese offre scarse indicazioni su Della Dia. Nell’opera del conte Florio Miari, stampata dalla tipografia di Francesco Deliberali, ed indirizzata in copia a monsignore Antonio Gava neo vescovo di Belluno e Feltre (a proposito del quale la libera enciclopedia Wikipedia nel proprio sito scrive: “Nato a San Giacomo di Veglia il 26 giugno 1795, fu ordinato sacerdote per la diocesi di Ceneda il 19 settembre 1818. Nel concistoro del 22 giugno 1843 presieduto dal primo pontefice bellunese della storia: Papa Gregorio XVI, fu preconizzato vescovo di Feltre e Belluno. Ricevette l’ordinazione episcopale il 25 giugno a Roma per l’imposizione delle mani del cardinale Pietro Ostini. Promosse la costruzione della nuova sede del seminario vescovile di Feltre, affidandone il progetto all’architetto feltrino Giuseppe Segusini. Inaugurò l’imponente edificio neoclassico il 7 novembre 1847. Il 3 novembre 1852 papa Pio IX accolse la sua rinuncia al governo pastorale della diocesi di Feltre e Belluno. Morì il 14 marzo 1865”) per fornirgli un quadro generale della diocesi si legge infatti (lo scrive il sito books.google.it ): “Cappuccino, scultore in legno. Il tabernacolo, che ora vediamo sull’altare maggiore in Santo Stefano, è opera che eseguì per la chiesa del suo convento in s. Rocco di Belluno, in una delle quali statuine rappresentò se stesso”. Decisamente sobrio pure il sito Infodolomiti della Provincia di Belluno che, scrivendo sulla chiesa di Santo Stefano del capoluogo, spiega, fra l’altro che: “…Controllano l’accesso al presbiterio i due magnifici angeli in legno biaccato, scolpiti da Andrea Brustolon intorno al 1700, mentre, sull’altar maggiore in marmi screziati, domina l’imponente tabernacolo ornato da statuine scolpite dal frate cappuccino bellunese Francesco Della Dia nel corso del Settecento. Alla sinistra del coro l’Adorazione dei Magi di un ignoto artista cinquecentesco completa l’arredo degli spazi insieme alla coeva pala di destra con la Sacra Conversazione di Nicolò de Stefani”.
NELLE FOTO (Renato Bona) la tabella stradale e la via intitolatA a Francesco Della Dia; il tabernacolo della chiesa di Santo Stefano a Belluno, opera del cappuccino-scultore.