Mentre con lo spegnersi del 2018 vanno esaurendosi le cerimonia commemorative e celebrative della Grande Guerra e della Vittoria del 4 novembre 1918, l’amico Dario Fontanive (Canale d’Agordo 1961, diplomato in fotografia pubblicitaria a Milano, pubblicista, accademico del Gruppo italiano scrittori di montagna) ha realizzato con la Edizioni Grafica Sanvitese il libro “Gli artigli dell’Aquila. L’Agordino durante l’occupazione austro-tedesca del 1917-18”, proponendo in oltre 350 pagine, una pregevole serie di immagini e “Storie di guerra, di fame, d’amore e di morte”. In copertina, una efficace “sintesi” del volume nel disegno del maestro Franco Murer. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo di: Arcieri insurance, Luchetta lavori edili, Super W, Ottica Mottes, Gr Attachments, Vecia biraria Dai Costa, Fontanive oreficeria, Radio Più, Consorzio Bim Piave, Union ladina Val Biois, Comitato Grande Guerra Val Biois. In chiusura di presentazione, l’autore tiene a sottolineare: “… Tutte storie raccolte negli archivi pubblici e privati, lette nelle lettere, nei diari, nei registri, nelle denunce, nelle richieste e nei ricorsi, negli avvisi e negli ordini pubblici, nelle deposizioni processuali e nelle ammende e qui infine raccontate per creare un quadro d’insieme della vita quotidiana agordina, fatta di guerra, amore, fame e morte, in quegli anni cruciali di eco mondiale”. Il giornalista Sergio Tazzer nel primo capitolo intitolato “Un’aquila ormai morente ma dagli artigli ancora minacciosi” scrive che “… è un bel libro, dotato di un ricco apparato iconografico, esso si basa su fonti certe, cui si aggiungono preziose testimonianze di storia orale, ricordi tramandati in famiglia: vox populi, vox dei” e ricorda che “Nel caso delle sofferenze e delle fatiche, dei patimenti delle genti delle comunità dell’Agordino invaso dall’imperial-regio esercito stremato dalla fame, che non esitò ad imporre alle popolazioni civili con una durezza mai vista prima, questo libro è esemplare del racconto di quello che, a cent’ani, è divenuto un epos”. Il meticoloso lavoro di Fontanive – oltre ad aver consultato archivi, biblioteche, documenti ha riprodotto immagini anche di istituzioni varie oltre che di privati e di giornali – si articola nei seguenti capitoli: E tutto ebbe inizio; Oppilio Basini: soldato gentiluomo; Un guaritore miracoloso di nome Filippo; Gli angeli col breviario in mano; Si fanno saltare strade e ponti; Le strade della ritirata; … E cantano: il generale Cadorna si mangia le bistecche e a noi ci da fagioli e le castagne secche… bomba c’è, guarda la se va ben…; Il gioco mortale della guerra; l’invasione austriaca dell’Agordino; Gli artigli dell’aquila; E le campane delle chiese divennero cannoni; La miniera di Val Imperina nel periodo dell’occupazione austro-tedesca del 1917-18; Voltando le spalle alle montagne; Scuole e scolarità durante l’occupazione austro-tedesca; Gli schiavi bestie venuti dall’est; Disertori disperati; Anime violate; Palazzo Crotta De Manzoni spogliato e danneggiato; Una storia di guerra dimenticata; Provvedimenti in materia sanitaria, igiene pubblica e spedalità; La grande fame del 1918 nei ricordi di Edoardo Luciani, fratello di Papa Luciani; Lorenzo Mosè Luciani “Lorenzo dei Ghèt” “…Finalmente i Tamoch i e caminai”; La grande epidemia di febbre spagnola; La ritirata nemica; Gli omicidi di civili da parte dei soldati bosniaci e austriaci; La liberazione di Cencenighe da parte del XXVII battaglione d’assalto; Don Apollonio Piazza da cappellano del 7. Alpini a parroco di La Valle; Un giorno tornerò a cercarti; Guera le guera par tuti… Ci pare giusto concludere con parole del presidente dell’Unione montana Agordina, Fabio Ferdinando Luchetta: “…Ringrazio di cuore l’Autore per aver dato voce a coloro i quali di certo non sono mai stati definiti ‘Eroi della Patria’ ma che per tutti noi lo saranno sempre. Se l’Agordino è riuscito a rinascere, questo lo deve anche a loro”. NELLE RIPRODUZIONI FOTOGRAFICHE: copertina del libro con disegno di Franco Murer; retrocopertina con immagine de Il Mattino Illustrato dedicata all’incontro tra civili e truppe italiane che superano il Cordevole; Dario Fontanive (sulla sinistra) con Renato Bona ad un incontro di giornalisti; l’autore de “Gli artigli dell’Aquila”; Cencenighe 1915: arrivano le truppe italiane; località Sommavilla di Forno di Canale (oggi Canale d’Agordo) soldati italiani requisiscono legna da ardere; transito sul ponte del Biois di un pezzo di artiglieria pesante; conseguenze della valanga del 9 marzo 1916 a Fuchiade; parroci della Valle del Biois; Gioacchino Pasquale Bondi, nativo di Gosaldo, arcidiacono di Agordo ai tempi dell’occupazione; anche civili all’opera per ripristinare la viabilità tra Digonera e Caprile; l’albergo Stella di Cencenighe semidistrutto da un incendio nell’inverno 1918; prigionieri russi liberati dagli italiani; un ufficiale austriaco tratta la resa col generale Antonio Segato; la prima vettura italiana passa il Cordevole dopo un anno di occupazione; la casa del garibaldino Antonio Tajo pavesata a festa per la liberazione di Agordo.
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