di Renato Bona
Nell’ottobre del 1996 la bellunese tipografia Piave stampava in una sessantina di pagine, col sostegno di Cariverona banca spa il libro “Di terra di cuore” per celebrare i primi trent’anni di attività del Coro Agordo. Testi e coordinamento di Dino Bridda; impostazione grafica di Carlo Prosdocimi; foto di: Aldo De Bastiani, Franco Della Lucia, Luigina De Nardin, Fotoriva Alleghe, Guido Poloniato, Bepi Zanfron; echi di stampa dai giornali: Il Gazzettino, Il Corriere del Ticino, La Libertà di Piacenza, L’Amico del Popolo, Le Messager (Haute Savoie); in copertina disegno di Vico Calabrò. Il titolo veniva così spiegato: “…. Abbiamo optato per terra, elemento spaziale, per poterlo coniugare con cuore, elemento espressivo attraverso il quale cantare la terra. Così la terra diventa anche elemento di cultura, ambiente non solo fisico, ma psicologico ed esistenziale dentro il quale si matura l’esperienza di vita che i canti sanno raccontare senza eguali. Il cuore entra come condizione dello spirito che filtra l’esperienza di vita, anche quella degli altri, la fa propria e la esterna in un ‘mix’ di sentimenti e realismo, di emozioni e pensieri, di chiara e non nascosta voglia di comunicare”. Il testo firmato “Coro Agordo” si concludeva precisando che “Grazie al felice matrimonio tra terra e cuore sono passati trent’anni ed il Coro Agordo ne ha tratto beneficio presentando sempre la sua proposta artistica con sincerità, impegno e inesauribile voglia di ‘dire’ qualcosa a chi lo ascolta. Ci siamo riusciti? Speriamo di sì, anche perché abbiamo sempre fatto uso di un terzo elemento, oltre a terra e cuore, ovvero abbiamo cercato di cantare con amore. E per amore”. E a proposito di cuore, l’allora presidente del noto, apprezzatissimo complesso canoro, Bruno Cargnel, sosteneva, in estrema sintesi che “Il cuore è lasciare che il canto prenda il tuo cuore e da qui farlo volare al cuore della gente”. Nell’indirizzo di saluto, il sindaco dell’epoca, Vito Valcozzena, si soffermava ad illustrare “I volti, la voce degli uomini” mentre il presidente della Comunità montana, Elio Daurù definiva il Coro Agordo “Una piccola comunità che canta per una grande comunità che ‘vive’”. A sua volta, il presidente della Provincia di Belluno, Oscar De Bona, evidenziava il fatto che “Il canto corale è una ricchezza delle nostre vallate” mentre l’arcidiacono di Agordo, monsignor Lino Mottes sosteneva: “La vostra musica, la nostra amicizia” ed Armando Da Roit, promotore dell’ ‘Agordo” auspicava che “Le rose continuino a fiorire”. Seguiva il racconto del direttore del complesso, Salvatore Santomaso (mi fece dono il 7 dicembre 2001 di una ormai introvabile copia della pubblicazione “con rinnovata amicizia – ndr.) di: “Una lunga incredibile avventura”. Altro capitolo, intitolato “La musica ‘gentile’ di Lamberto Pietropoli” con foto accanto al direttore Santomaso e precisazione: “Nasce un’armonizzazione”. Ancora, a firma di Bepi De Marzi, sotto il titolo “Quelle voci amiche tra i monti” si legge: “… Di voi, amici che mi avete tanto cantato, che mi cantate ancora, di voi che credete sempre nelle storie della gente, mentre i cori intorno fanno gli schizofrenici e si sbrodolano di gregoriani, di polifonie con vocalità satiane, di voi che siete venuti più volte anche nella mia città al margine della pianura, conservo i ricordi più belli…”) e quindi, prima di: “Questa nostra storia lunga trent’anni”, Mauro Camisa ed il Coro Cai di Bologna che sotto il titolo: “La musica ferma il tempo…” scrivono fra l’altro: “Un incontro occasionale tra un musicista ed un maestro può fermare il tempo e mantenere vivo il ricordo con semplicità, immediatezza, spontaneità, brillantezza d’esecuzione: il Coro Agordo è l’immagine tangibile di un patrimonio che non può e non deve scomparire”. In chiusura delle “testimonianze” fatte di testi e fotografie, si legge, accanto all’immagine di una bella ragazza: “…Affidiamo la nostra fiducia nel futuro del Coro Agordo allo sguardo limpido della giovanissima Elena che indossa il costume antico delle nostre valli: in lei passato, presente e futuro si fondono perfettamente”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Di terra di cuore”): la copertina della pubblicazione; 30 dicembre 1994; il sindaco Vito Valcozzena taglia il nastro per l’inaugurazione della rinnovata sede del Coro Agordo; prestigioso concerto nel 1979 a Duisburg; il sindaco Armando Da Roit celebra il 26 dicembre 1986 i 20 anni dell’ “Agordo”; Lamberto Pietropoli e Salvatore Santomaso; il maestro Salvatore con il collega Bepi De Marzi; titoli di giornali; 8 febbraio 1980 un canto per il Papa in Sala Nervi; da sinistra: Giorgio Fontanive, il grande alpinista Riccardo Cassin, Loris Santomaso e Bruno Cargnel; generosità di vari artisti per la sede sociale del Coro; 7 dicembre 1984: con i sindaci Armando Da Roit e Giuseppe Romanelli, lo scrittore Cino Boccazzi e Anna Mazzotti; la giovane Elena col tradizionale costume agordino.