Hai sentito freddo stanotte
nella coperta d’erba leggera?
Hai avuto paura del silenzio
di tremule luci?
Cos’hanno visto i tuoi occhi
oltre le palpebre d’alabastro?
E io?
Questa mattina ho rimesso
in movimento ancora
i miei passi lenti
ho raccolto il peso del mio esistere
e ora lo adagio accanto
alla leggerezza del tuo non esserci.
Domani ancora mi sveglierò
senza lasciar tempo al desiderio di te
d’afferrarmi e mi aggrapperò
al tuo sorriso rimasto
incagliato in quel petalo
ignaro che il sole scalda
al limite del nostro giardino.