ROCCA PIETORE. L’abitato di Digonera verrà collegato all’acquedotto che scende da Salesei. È la soluzione che ieri Bim Gsp ha condiviso con il sindaco di Rocca Pietore, Valerio Davare, che da giungo premeva per venire a capo di un problema che da più di dodici mesi interessa gli abitanti della frazione di Digonera.
«È da più di un anno che “oggi l’acqua è sporca”: non ne possiamo più soprattutto perché non abbiamo risposte. Così viene voglia di andare via».
Dicevano così, ieri, infatti, nella prima parte della mattinata i circa settanta abitanti, i quali pensavano di aver già dato, in termini di disagi e servizi a singhiozzo, con la strada. La sp563 di Salesei rimasta chiusa (totalmente o a senso unico alternato) per più di un anno. E invece il conto che stanno pagando alla loro volontà di rimanere a vivere nelle Terre Alte riguarda un bene ancora più prezioso e fondamentale della viabilità: l’acqua.
“È da un anno – dice Laura Delpero – che l’acqua che ci arriva in casa è sporca. Salvo nel periodo invernale, quando il terreno gela, io e anche gli altri abitanti della frazione conviviamo con questo grave problema”.
Un problema di cui è stato investito anche il sindaco di Rocca Pietore, Valerio Davare, che, nonostante l’impegno e la buona volontà, fino a ieri a mezzogiorno non era riuscito a scalfire l’inerzia delle istituzioni superiori.
“Da quando c’è questo sindaco, da giugno – dice Laura – è la terza volta che gli mando la foto del filtro della lavatrice completamente sporco. Quindi non possiamo guardare solo alle piogge di questi giorni come alle possibili cause che determinano l’arrivo dell’acqua sporca nelle nostre tubature. Abbiamo contattato più volte Bim Gsp in questi mesi. Quando sono venuti a vedere ci hanno detto che si tratta di ruggine e calcare, ma non è questo. Siamo ben capaci di vedere che quella che resta nei filtri, quella che va sul fondo della bacinella, è terra”.
Ieri, finalmente, all’ennesima segnalazione del sindaco, Bim Gsp ha risposto. “Mi hanno detto che si andrà a una soluzione radicale – spiega Davare – che consiste nel collegare l’abitato di Digonera con l’acquedotto che scende da Salesei. L’intervento è programmato per l’estate prossima e ha già una parziale copertura economica. Stanno procedendo con la progettazione”. L’alternativa, fino ad allora, ad oggi non è però chiara.
Dopo un anno la situazione sta diventando insostenibile, se non lo è già, per tutti gli abitanti della piccola frazione che conta pure un albergo.
Ieri mattina il cellulare del sindaco Valerio Davare suonava di continuo, perché oltre ai messaggi e alle foto di Laura, sono arrivati anche quelli di altri abitanti del villaggio. Tutti dello stesso tenore: “Non ne possiamo più”.
“La mia famiglia è forse quella che sente di più il problema – dice Laura – perché siamo alla fine del tratto di acquedotto, ma anche le altre vivono con disagio di fronte a quella che è a tutti gli effetti una mancanza di un servizio: non uso l’acqua per bere; non la uso nemmeno per cucinare perché ho una bambina piccola e non mi va di rischiare; lavo frequentemente la vasca del water; devo aspettare il momento in cui è meno sporca per fare la lavatrice e fatico a usarla anche per fare la doccia. Il mio compagno, che ha un’allergia, quando si fa la doccia gli bruciano gli occhi e gli viene il raffreddore”.
“È dal primo mese di amministrazione – dice il sindaco – che abbiamo preso in mano la questione, capendo che era datata e molto sentita dalla popolazione. Ci siamo rivolti a Bim Gsp e anche al Consorzio di bacino. Dopo la comunicazione odierna di Bim Gsp, mi sento un po’ più sollevato”.
Altrimenti il rischio è che, di fronte alle mancate risposte, nella testa degli abitanti della montagna si insinui un pensiero. “Sono dieci anni che vivo qui a Digonera – racconta Laura prima che il sindaco le dia la notizia del futuro collegamento con l’acquedotto di Salesei – vengo dal Trentino, dalla Val di Sole. Il mio compagno è di qui e abbiamo deciso di far famiglia qui. Di fronte a una situazione come questa, in cui da un anno abbiamo l’acqua sporca e chi di competenza ci dice che ha pulito le vasche e che non sa da dove si origina il problema, mi viene voglia di andare via. E adesso mi rendo conto della differenza tra Veneto e Trentino”.