RADIO PIU’ Riceviamo e pubblichiamo una lettera che rappresenta la situazione degli albergatori ed imprenditori in questo momento difficile
Dopo un anno siamo allo stremo delle forze e allo stremo di tutto ieri sera ancora l’ennesima notizia degli indennizzi che non arrivano chiedo cosa dobbiamo fare per essere ascoltati ? Non abbiamo nemmeno più il diritto di avere i soldi per sopravvivere e mangiare. La notte non si dorme oppure dormi un’ora e ti risvegli nel panico da meta’ febbraio dell’anno scorso ad oggi abbiamo lavorato in agosto. Un giorno prima di natale ci hanno fatto chiudere lasciandoci in preda all’ansia e senza speranza tutte le prenotazioni andate in fumo sono seguite tutte le cancellazioni con le caparre da restituire lavorando il 60% – 80% con il mercato estero chi poteva venire con certe restrizioni ? Chi apre con l’albergo vuoto? Mi chiedo come si possa far vivere ad un cittadino mesi in questo modo. Pochi conoscono la realtà e i sacrifici degli albergatori oppure non se ne vuol parlare. Abbiamo ricevuto lo scorso anno 3.000-4.000 euro su fatturati di 100.000 – 200.000 euro. I colleghi europei hanno ricevuto gli indennizzi ancora prima dell’estate e anche in autunno. Siamo tutti europei ci dicono. Non dovremmo quindi essere tutti uguali ? In che paese viviamo , si sta giocando sulla nostra pelle e sulla nostra salute. Da italiana mi vergogno, pensare che abbiamo l’attività dal 1973 e ne abbiamo passate. Sono stanca di sentire da anni che si abbasseranno le tasse ma non accade mai. Bisognerebbe denunciare in Europa questa ingiustizia, le chiamano tasse ma quando paghi il 40% il 50% il 60% non sono piu’ tasse e questo per chi dice che bisogna pagarle e per chi ci dice attenzione a non cadere in cattive mani. Ma il governo non ti aiuta e non ti sostiene. In tempi di benessere le banche venivano a bussare alla porta per offrirti i soldi. Adesso con questa pandemia sono stati i primi a metterci in ginocchio e con presunzione vergognosa ci siamo anche sentite dire che dobbiamo imparare a fare gli imprenditori e che non serve lavorare 15 – 17 ore al giorno senza ammettere che forse le loro dirigenze hanno sbagliato e certi mutui non li dovevano dare. E’ facile portare via in un minuto i sacrifici di una vita. I miei genitori hanno lasciato la svizzera per tornare a lavorare in Italia. Questa Italia che abbiamo sempre avuto nel cuore , nell’orgoglio del lavoro e del sacrificio ma chi ci dovrebbe guidare e governare non ha evidentemente lo stesso amor di patria. Chiedo al governo chi ci pagherà la scadenza dell’Enel tra pochi giorni o ci staccheranno la luce? Chiedo al governo chi ci pagherà l’acqua, chiedo al governo chi ci pagherà i rifiuti, chiedo al governo chi ci pagherà le tasse ricevute, chiedo al governo chi ci pagherà i fornitori che attendono e la lista e’ lunga. E’ un anno di non lavoro e non ci e’ stato indennizzato nulla. Si rendono conto o vogliono ancora il gesto estremo di qualche imprenditore sfinito? Ma non ne vale la pena perché noi siamo italiani nell’anima e nel cuore a differenza di chi prende lo stipendio per aiutare i cittadini ma lo dovrebbero invece restituire. Dove sono i fatti dopo le parole di un anno fa di rassicurazione che non ci avrebbero abbandonato? Chiedo giustizia e di darci subito quello che abbiamo perso perché loro ci hanno fatto chiudere oppure dovevano lasciarci lavorare ma ci e’ stato negato perché virus era pericoloso e mortale ma sappiate che siamo morti lo stesso. Dico ai giovani andate, anzi scappate all’estero forse avrete più rispetto di quello che ci stanno riservando in questo momento. Un abbraccio e coraggio a tutti i miei colleghi imprenditori e albergatori inascoltati.
Sabrina Soppera – Hotel Villa Eden