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Lo scorso 31 dicembre, come ogni anno da 42 anni, Radio Più ha trasmesso l’intervista di fine anno al Presidente dell’Unione Montana Agordina, Paolo Frena. Nell’ora dedicata al territorio e alla sua gente, il Presidente ha affrontato diverse tematiche, non ultima quella dedicata ai possibili lavori alla piscina comprensoriale di via Lungo Rova. Dopo anni di dibattiti, il futuro del centro benessere rimane incerto, bloccato da una domanda ricorrente: “Ma ne vale la pena?”. Un quesito, vecchio di 15 anni, che avrebbe dovuto trovare risposta prima ancora della progettazione. A questo proposito riceviamo e pubblichiamo la lettera di Nevio De Col di La Valle Agordina.
LA LETTERA
Ho atteso la pubblicazione dell’audio, perchè dai toni si capiscono molte cose che le parole non dicono. La mia attesa non è stata vana visto che è stata posta la tanto attesa domanda a me cara, che riguarda il centro benessere presso la piscina di Agordo.
Sinceramente mi dispiace molto che alla domanda diretta non ci sia stata una risposta altrettanto diretta. Mi dispiace, a dire il vero, che si sia ancora fermi alla domanda “ma ne vale la pena?”. Questa domanda vecchia di 15 anni, che non implica la sola sostenibilità economica, dovrebbe aver avuto risposta molto prima della realizzazione di un progetto. Non si tratta o meno di realizzare un qualcosa che dia sfogo a velleità di un ristretto gruppo di fruitori, ma di un qualcosa che, tarato in un modo corretto e sostenibile, deve dare risposta a richieste turistiche. Partendo da questo, poi si potrà dare risposte a domande puramente economiche….. ma che dopo decenni si sia ancora fermi ad una domanda di base (ma ne vale la pena?) è avvilente per chi, come me, segue da anni l’evolversi dell’ambiente wellness fra successi e, purtroppo, fallimenti. Altra cosa che mi ha lasciato di stucco è continuare a porre sullo stesso piano le ipotetiche strutture che sarebbero dovute nascere a Falcade ed Arabba, con la struttura che eventualmente dovrebbe nascere ad Agordo. Non conoscendo i progetti, mi vien comunque da dire che un impianto adiacente alla piscina potrebbe condividere alcuni spazi e servizi aumentando, non di poco, la sostenibilità realizzativa e gestionale. Oltretutto la presenza nel capoluogo di vallata di un possibile serbatoio di fruitori non legati alla stagionalità (leggi dipendenti Luxottica) ed un possibile richiamo di fruitori dalla Val Belluna dove questo servizio manca, cambia non di poco l’orizzonte gestionale della struttura. Se a questo punto fosse necessaria la prova del nove, ci sarebbe la possibilità di interpellare una persona che ha seguito l’aggiunta di un centro benessere ad una piscina comunale in ambiente montano e sta gestendo la struttura da due o tre anni. Se c’è questa volontà, io sarei disponibile per organizzare tale incontro. A dire il vero, mi aspettavo che fosse resa nota l’esistenza (o meno) di un gruppo di lavoro, con nomi e cognomi, incaricato di dare risposte a delle domande che vanno avanti da più di dieci anni.
L’INTERVISTA DI FINE ANNO AL PRESIDENTE DELL’UNIONE MONTANA AGORDINA PAOLO FRENA
di mirko mezzacasa