REDAZIONE Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo la lettera firmata di una nostra ascoltatrice-lettrice di Sedico. Abbiamo inoltre reso partecipe della critica la Ulss1 Dolomiti che ha risposto: “Ringraziamo per la segnalazione, è stata richiesta una verifica sull’accaduto, anche per migliorare eventualmente le procedure in atto”
SEDICO Sono una signora di 68 anni,in settimana sono dovuta andare a fare un tampone molecolare al punto COVID di Paludi perchè avevo la febbre. Al drive-in c’erano 5 macchine davanti a me, un’infermiera passava per raccogliere le informazioni necessarie (tessera sanitaria, ecc) sostando a lato dell’auto per un po’. Osservando il suo lavoro mi viene spontaneo fare alcune osservazioni: L’infermiera aveva guanti e mascherina, ma senza tuta ne visiera, a differenza di chi eseguiva il tampone, strano visto che entrava in contatto con possibili positivi per raccogliere le informazioni Poi ho visto che prendeva la tessera sanitaria in mano per trascrivere i dati e passava all’auto successiva senza disinfettarsi le mani o cambiare i guanti, mi pare che esista il pericolo di contagio anche per contatto o sbaglio? Penso che il drive-in COVID sia un punto critico per la possibilità di contagio, visto che ci passano sintomatici, asintomatici con cariche virali più o meno forti, mi sembra che una maggiore attenzione vada posta per evitare situazioni di pericolo per tutti. Queste mie considerazioni non vogliono accusare chi fà il proprio lavoro nel miglior modo possibile e per questo ha tutta la mia ammirazione, ma credo sia un po’ tutto il sistema che con le sue incoerenze ci rende dopo un anno di COVID sempre più confusi e fragili. Queste considerazioni spero servano ad animare il dibattito su come migliorare il servizio pubblico a tutela dei cittadini in aspetti all’apparenza marginali, ma di importanza pratica per evitare il diffondersi del contagio. Lettera firmata
foto archivio radiopiu