FALCADE Da Susy Dan, già consigliere comunale con il sindaco Michele Costa ci ha inviato una riflessione sulla situazione presentata ieri dal Presidente della Croce Verde Val Biois, Stefano Murer, volentieri la condividiamo con gli ascoltatori di Radio Più.
Come non essere d’accordo con il “grido di dolore” di Stefano Murer, Presidente della Croce Verde Val Biois, e non comprendere la sua esasperazione per l’applicazione del Green Pass anche alle associazioni di volontariato. Aggravio di oneri e di burocrazia e rischio di pesanti sanzioni anche per chi opera, donando gratuitamente tempo ed impegno, per assicurare un servizio essenziale alla comunità. Un servizio, è bene sottolinearlo ancora una volta, che ai cittadini dovrebbe essere fornito dallo stato, come altrove avviene, ma che qui, in un territorio sempre più debole e marginale, è garantito soltanto dalla generosità dei volontari. A Stefano Murer vorrei quindi, innanzitutto, esprimere la mia piena solidarietà e la mia gratitudine per il lavoro che, tra difficoltà crescenti, ultima appunto quella dell’obbligo di Green Pass, che rischia di sottrarre alla Croce Verde preziose risorse, continua a svolgere. Vorrei, tuttavia, invitare a una più ampia riflessione sul tema della vaccinazione. Una riflessione serena, aggiungo, perché questo argomento infiamma gli animi e spesso produce reazioni incomprensibilmente aggressive. Personalmente credo che vaccinarsi, nel contesto di una pandemia che è in corso da un anno e mezzo, con un doloroso bilancio di vite umane perdute e conseguenze economiche e sociali molto pesanti, sia un dovere civico e morale. Un gesto di rispetto e di solidarietà volto a proteggere non solo noi stessi ma anche chi ci circonda. Un mattoncino con cui ciascuno di noi può contribuire per costruire un muro che argini il virus e ci restituisca una vita normale. Come tale l’ho vissuto e a ciò ho conformato i miei comportamenti, Troverei, quindi, naturale e coerente che un simile sentimento animasse chi, con lodevole e altruistico dono di se’, opera nel volontariato e che si sottoponesse al vaccino. Soprattutto quando destinatarie del servizio sono persone che si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità. Vorrei che ciò si facesse non per costrizione ma per convinzione. Per una libera e consapevole scelta.
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