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Il dibattito sull’identità ladina solleva questioni profonde. Citando il vicesindaco di Livinallongo Gabriele Delmonego, l’articolo evidenzia come il concetto di “cultura millenaria” non sia storicamente corretto e che le vere radici ladine siano secolari. Per Nicola Cassisi (foto), firmatario della riflessione, promuovere una visione unitaria, basata sull’ascolto e la comprensione, è fondamentale per valorizzare il patrimonio culturale condiviso e non alimentare divisioni.
l’audio alla RADIOPIU’
di Nicola Cassisi
Continuo sulla scia del dibattito degli ultimi due giorni. Mi è capitato di ascoltare l’intervento del vicesindaco di Fodom Delmonego a Radio Più.
Siccome si parla di ladino e di identità, temi di cui mi occupo in vari modi da diverso tempo, ho voluto fare qualche considerazione. Non per far cambiare idea ad un’amministrazione già ampiamente ideologizzata, e direi REVISIONISTICA, ma per riflettere su cosa DAVVERO vuol dire diversità. Per parlare di certe cose, bisogna studiare. Non si possono usare le espressioni con leggerezza o dire una cosa perché si è sentita dire o perché la diceva sempre “mio nonno in carriola”. Il rischio è che chi ascolta prenda le cose per verità assolute, che si senta delegittimato, che si convinca che chi le dice ha fatto studi al riguardo. – Partiamo dalla citata “cultura millenaria”. Dubito che la cultura delle 5 valli ex-asburgiche possa essere millenaria, visto che quella zona delle Dolomiti è stata antropizzata stabilmente dopo l’anno mille. Nemmeno le Dolomiti sono un concetto millenario, è invece di circa duecento anni, da dopo Dolomieu e Churchill-Gilbert. Gli egizi sono una cultura millenaria, di sicuro non i ladini. – Casomai cultura secolare, ma anche questo lo dubito giacché il concetto di ladino ha poco più di cent’anni ed è nato in seno accademico grazie a linguisti come l’Ascoli. Tant’è vero che se avesse chiesto ad un fodomo dell’1800 se fosse ladino, non avrebbe neanche saputo di cosa si parla – Delmonego dice anche che “le sole vallate ladine che hanno una storia e una cultura”. Mi chiedo con che presunzione e boria uno possa affermare chi è che ha storia e chi non ne ha. Mi chiedo davvero poi che percezione abbia dei luoghi intorno a sé Delmonego. Basterebbe uscire un po’ di più da Fodom per accorgersi delle meraviglie culturali di cui tutto l’Agordino è disseminato e delle affinità storiche, sociali, architettoniche, culturali tra fodom e chi da chel’autra banda de la val. – Sul fatto poi che Cortina sia OGGETTIVAMENTE il teatro migliore, credo che ci sia una confusione con la parola SOGGETTIVAMENTE, infatti Ampezzo è sicuramente uno dei posti più conosciuti, ma ce ne sono tantissimi meravigliosi tanto quanto. Il Civetta, il Pelmo, e magari proprio la regina Marmolada. Se qualcosa, dunque, è un’opinione è SOGGETTIVO, non OGGETTIVO
– Delmonego continua dicendo “no alla standardizzazione turistica”, gli consiglierei, se non vuole “vendersi al migliore offerente” di non prendere ispirazione dal turismo di massa di Gardena, Badia e Fassa – Per finire, che cosa c’entra la differenza CULTURALE, se anche ci fosse, con un collegamento di questo tipo? Le Dolomiti UNESCO sono un concetto geografico e geologico, difatti includono tutte le vallate, e soprattutto tutte meravigliose e valide, come quella di Rocca Pietore. Che poi chissà che diversità incolmabile ci sarà tra Rocia e Fodom. Che siparla di Anpezo come una “compagna di intenti”, quando si sa benissimo che Cortina è la palla al piede dei ladini preistorici ed è uno dei comuni dove si parla meno ladino in provincia. Magari sarebbe bene mettere il naso fuori ogni tanto, per vedere la VERA diversità. Altro che progetto rivoluzionario, la problematica è sempre la solita. Creare divisione ed esclusione invece che unione, affermare un’identità con il famoso “io sono perché tu non sei”. Su una cosa aveva ragione Delmonego: il ladino è vivo. Il ladino non è importante perché è millenario, è importante perché è vivo e perché è nostro, di tutti noi. Bisogna avere il coraggio di ascoltare, scoprire, imparare a capire il territorio vicino a sé. Per collaborare davvero bisogna innamorarsi dei nostri vicini, stimarli, comprenderne la vicinanza. E magari questo ci farà capire anche qualcosa in più di noi.
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IERI ALLA RADIO
di mirko mezzacasa
CORTINA REGINA? DELMONEGO LANCIA LA PROPOSTA DEL MARCHIO UNICO PER LE CINQUE VALLATE LADINE
LIVINALLONGO Non poteva mancare la voce Fodom sulla tematica del giorno. Marmolada o Cortina Regina? Gabriele Delmonego, vicesindaco, operatore turistico del territorio, un giovane dalle ampie vedute dribbla le polemiche e rilancia le proposte.
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