REDAZIONE Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni di Dario Dal Magro riguardo all’acquisizione di La Dolomiti Ambiente SPA da parte delle società a controllo pubblico che gestiscono l raccolta dei rifiuti.
In questi giorni i vari consigli comunali si debbono esprimere circa l’indirizzo da dare o meno a Bellunum, Valpe, Ecomont e Ponte Servizi di acquisire la società La Dolomiti Ambiente SpA (che gestisce il Maserot di Santa Giustina ) e controllata al 92,39% dalla Provincia di Belluno e per il 7,61% da Bim Gestione Servizi Pubblici SpA. Come cittadino mi chiedo: i costi di acquisizione della società (stimata con perizia dalla Provincia circa 2,4/mln, mentre a suo tempo una due diligence fatta da Bellunum dichiarava un valore di € 22.000) quanto incideranno in aumento sulle tariffe dei rifiuti applicate ai cittadini ed alle imprese? E quanto costerà l’indebitamento delle 4 società aggregate, che già alla data odierna presentano un debito totale di 4/mln? Più ancora, sempre con il buon senso del padre di famiglia, mi chiedo se vale la pena indebitarsi per acquisire una società , La Dolomiti Ambiente, che dal 2009 ha chiuso in perdita ben 9 esercizi e che nel 2021 ha chiuso in perdita di € 403.000. Dati che hanno indotto a richiedere un parere alla Corte dei Conti per verificare la legalità dell’operazione. Di fronte a questi dati uno si chiede: ma se la compro, che previsioni ho di ritorno dell’investimento? Ovvero abbiamo un business plan? Certo che ci vorrebbe una sterzata a 360 gradi visti i risultati economici di questi ultimi anni a gestione pubblica. E poi, dal punto di vista tecnico, i 2/mln che ha in cassa La Dolomiti Ambiente finalizzati alla gestione post mortem della discarica Prà de Anta (che risale al 2014) sono sufficienti? Il Maserot sorge su area demaniale: abbiamo avuto il rinnovo della concessione? Il plusvalore dato dalla perizia della Provincia agli impianti (900.000 €) ed all’avviamento (200.000,00€) corrispondono a valori di mercato? Vi è poi una questione politica: c’è una norma che prevede che i Comuni attuino il servizio integrato dei rifiuti, ovvero vengano gestiti dalla raccolta alla discarica od inceneritore passando per la differenziazione fra umido e secco svolto attualmente al Maserot. La paura per gli amministratori è che se il servizio del Maserot viene svolto da privati non possono controllare i prezzi dello smaltimento. Ma non si può stilare una convenzione che preveda un massimo dei costi pena la revoca della concessione? Certo la Provincia deve mettere all’asta la sua partecipazione; ma in questo modo verifichiamo anche il reale valore dell’impianto e nel contratto possiamo prevedere clausole a tutela dei costi del servizio.
Dario Dal Magro
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