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Mai sentito parlare di Dolomiti gardenesi? Badiote? Bolzanine o Trentine?
In una lettera inviata a Radio Più, un ascoltatore ha espresso la sua opinione sulla gestione e promozione delle Dolomiti Bellunesi, criticando l’approccio provinciale e le scelte di branding.
Secondo l’autore, identificare le Dolomiti come “Bellunesi” è un errore che sminuisce l’unicità di questo patrimonio naturale, confondendo l’identità globale delle Dolomiti con un’etichetta territoriale. “Esistono le Dolomiti di Recoaro, le Dolomiti del Sud, ma solo come similitudini. Le Dolomiti sono una e una sola, non serve specificare un nomignolo provinciale,” scrive.
L’ascoltatore suggerisce che invece di investire in cartelli e marchi distintivi, sarebbe più utile educare e informare il pubblico sull’intero territorio dolomitico e la sua posizione. Riconosce, inoltre, il contributo delle province autonome di Bolzano e Trento nella promozione internazionale delle Dolomiti, che ha reso queste montagne celebri in tutto il mondo.
Lo sfogo si conclude con un messaggio di amore per le Dolomiti: “W Le DOLOMITI”, sottolineando la necessità di una visione unitaria e più inclusiva per valorizzare questo patrimonio naturale unico.
-DILLO A RADIO PIU’…MA LIVINALLONGO? GOSALDO? MONTE CROCE?
1 – Ho letto l’articolo sui nuovi cartelli stradali con il brand Dolomiti Bellunesi, ma Livinalongo non è un comune di confine?
2 – E adesso partirà la polemica manca il Pordoi e il Campolongo (Livinallongo)
3 – Non è che ci si sia dimenticati anche di Gosaldo – Passo Cereda?
(FOTO: Wikipedia)
4 – Moreno Geremetta E poi aggiungo: Cima Banche? Gosaldo? Pordoi? Campolongo? Valparola? Passo di Monte Croce?
5- Luis Bertagnin Praticamente i punti più importanti dimenticati dalla stessa Belluno. Qualcuno dirà. Siete sempre a lamentarvi. Certo Tutto questo arriva con spaventoso, vergognoso e ignorante ritardo da parte nostra. Aggiungo che se viene continuamente e volutamente sbagliata la locazione geografica delle Dolomiti Bellunesi, la colpa è solo di Belluno che ha acconsentito a tutto ciò con un silenzio prolungato e spesso anche con complicità. Meglio tardi che mai? Certo meglio tardi che mai. Ma fatto così adesso serve poco o niente. Intanto che stiamo qua a mettere i cartelli, nel frattempo è scappata Sappada, e mentre tutti erano a compiangere a ovest la mutilazione di Belluno, il Trentino in silenzio a est si stava portando via la fetta della Marmolada alle spalle ignote dei bellunesi. Adesso c’è la partita dei Comuni che hanno fatto il referendum. Se è Sappada perché non può farlo Cortina e gli altri? Il sudtirol lo ha già messo in agenda nell’ordine del giorno ed è più forte del sappadino Friuli. Belluno è destinata a sparire spartita tra le autonomie vicine e quello che resta se lo prenderà Treviso perché una provincia così non può stare in piedi. Adesso continuIamo a mettere i cartelli dai Che sulle etichette del vino Trentino doc c’è il pelmo
6- Andrea Randy Dal Bo Come sempre in Italia funziona così. Quando si tratta di lavori della Pubblica Amministrazione, che siano essi Comunali, Provinciali, Regionali o Nazionali i prezzi lievitano a dismisura. Un cartello da 600€ magicamente, costa 6000€. È questa l’assurdità. Certo, c’è la progettazione, la realizzazione, la posa. Ma sono cmq cifre assurde. Soprattutto perché stiamo parlando di una cartello che di certo non migliorerà i servizi, la viabilità, o la manutenzione del territorio che a differenza dei paesi confinanti è scarsa e visibilmente decadente.
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