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Come era prevedibile questa sentenza sulla omologazione degli autovelox sta facendo discutere. C’è chi la vede come una sacrosanta vittoria contro delle vere e proprie trappole per automobilisti, tanto che per alcuni Comuni sono diventate la maggiore entrata di bilancio, mentre all’opposto c’è chi paventa un aumento degli incidenti adesso che alcuni Velox (alcuni, mica tutti) verranno disattivati in attesa di capire come gestirli da qui in avanti. Mie considerazioni da semplice automobilista che da decenni non prende una multa ( tocchiamo ferro di continuare così). Intanto la decisione della Cassazione mi sembra assolutamente logica: qualsiasi automobilista può utilizzare sulla propria auto solamente ricambi o accessori OMOLOGATI, non importa che siano parti fondamentali per la sicurezza come pneumatici o freni, deve essere conforme all’omologazione anche una semplice luce targa. Se si viene beccati con parti non omologate è facoltà delle forze dell’ordine sanzionare, eventualmente ritirare il libretto e mandare a revisione secondo i casi. Mi sembra quindi il minimo che chi controlla gli automobilisti debba rispettare per primo le normative. Quindi, essendo prevista una omologazione per gli autovelox, ogni rilevatore di velocità DEVE essere in regola altrimenti l’apparecchio non può essere utilizzato. L’omologazione degli autovelox non è stata mica inventata ieri mattina quindi chi gestiva gli apparecchi poteva svegliarsi prima invece di attendere la sentenza della Cassazione. Per quanto riguarda il possibile aumento degli incidenti, sarebbe l’occasione buona per ritornare a fare i controlli di persona sulle strade, come succedeva molti anni fa quando nel Bellunese di autovelox ce n’erano ben pochi ma in compenso si vedevano molte più forze dell’ordine a presidiare fisicamente le strade. La differenza è che un autovelox fisso si sa dov’è, quindi il pilota di turno rallenta in prossimità e poi riprende a correre come prima, mentre una pattuglia che controlla può essere dovunque, quindi i fenomeni del volante hanno vita molto più difficile.
Emilio Bez
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