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Egregio Sig. Sindaco, mi permetto di informarLa di una situazione, avvenuta prima del suo insediamento, che ha a mio parere certamente dell’inspiegabile.
Durante le mie più che ventennali ricerche storiche sulla strage della Valle del Biois dell’agosto 1944 ero venuto a conoscenza dell’esistenza d’una piccola crocetta, posizionata a margine della via Marmolada del suo Comune, che stava ad indicare il punto in cui, in quella giornata tragica del 20 agosto del 1944, ebbe ad essere ucciso, per mano tedesca, il falcadino partigiano garibaldino Fenti Emilio (Piero). Venni, poi, a sapere che il Fenti Emilio faceva parte del gruppo dei partigiani che in quella tragica giornata si era casualmente scontrato con i tedeschi al ponte del Gavon. Una volta che il sovrastante numero dei tedeschi giunti a contrastarli aveva fatto loro abbandonare la posizione, il loro comandante partigiano garibaldino Mariano Mandolesi (Carlo) aveva deciso il ripiegamento attraverso la già detta via Marmolada. Ciò aveva lo scopo di evitare che quello scontro, come farà invece un altro gruppo di partigiani, avvenisse all’interno dell’abitato di Cavola con ipotizzabili conseguenze per il paese. Durante tale manovra, lungo l’attuale via Marmolada, il Fenti era rimasto verosimilmente in retroguardia al gruppo ragionevolmente sia per proteggere la ritirata degli altri compagni che, allo stesso tempo, per potere urlare alla gente delle abitazioni vicine di ritirarsi in casa, avvertendoli che stavano sopraggiungendo dietro di loro i tedeschi. Il suo impegnarsi in tali compiti aveva, però, causato un suo rallentamento e, purtroppo, permesso ai tedeschi di poterlo raggiungere e di colpirlo a morte. Fino a diversi anni fa sul luogo della sua morte era stata posta, forse dai parenti del defunto, una piccola crocetta metallica. La rammento bene in quanto, a suo tempo, la indicai anche allo storico pordenonese Marco Pirina, presidente del Centro Studi e Ricerche Storiche “Silentes Loquimur” di cui sono ricercatore storico, che la volle fotografare in merito alle nostre ricerche sulla strage del 1944. Ora resta di tutto questo solo che, non so per quale motivo ed in quale circostanza, questa croce è venuta a mancare. Credo, però, che la cosa più opportuna, a questo punto, non sia certo rivangare il passato e andare a chiedersi la motivazione di tale scomparsa ma quella di provvedere, anche il dovuto rispetto al Caduto, alla sua risistemazione in loco. Sicuro di una Sua positiva accoglienza, le chiedo di rendere pubblica la Sua risposta.
Cordiali saluti
Giovanni Pietro Crosato
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