REDAZIONE Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune considerazioni di una nostra ascoltatrice sui botti di capodanno.
È da tanto che volevo condividere un pensiero, che so non essere solo il mio, relativo ai fuochi d’artificio e agli scoppi di petardi. Quest’estate, mentre la mia cagnetta Belle stava allattando i suoi cinque cuccioli appena nati, a pochi metri si svolgeva la classica parata di fuochi d’artificio. Da quella sera, a qualsiasi piccolo rumore di scoppio, Belle si spaventa, inizia a tremare con una foglia e io fatico a calmarla. Come si sa, la soglia uditiva dei cani e di quasi tutti gli animali è molto diversa dalla nostra e da sempre, in queste situazioni, cerco di limitare i danni abbassando le tapparelle, proteggendo con dei cuscini le finestre, tentando di proteggere il più possibile dal rumore dei botti i cani e il gatto. Ci sono delle strategie che consigliano i veterinari, ad esempio somministrare dei medicinali o alzare il volume della radio il più possibile. Ieri sera ho fatto tutto questo, ma senza esito. Gli scoppi, tra petardi e botti più sostenuti, sono iniziati alle 23.30 e sono terminati non prima dell’1.30, forse anche dopo, quando ormai crollata. Dall’inizio delle vacanze natalizie, in viale Sommariva e non solo, si sentono scoppi più o meno a tutte le ore. So che questo non è un disagio solo mio e che è una situazione che vivono molte persone. È risaputo inoltre, come documentato da molte fonti autorevoli, quali siano i danni inimmaginabili in tutti gli animali rispetto agli scoppi dei fuochi artificiali in piena notte: agli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo. Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio. Ma penso anche agli animali che vivono nelle stalle e nei recinti, senza dimenticare tutti quelli del bosco. Non voglio entrare in polemica con nessuno, chiedo solo di riflettere se sia veramente indispensabile continuare ad organizzare i fuochi d’artificio, soprattutto facendoli esplodere per un periodo così prolungato, sapendo i danni che causano. Molti sono i Comuni in Italia che ormai da anni li vietano e che multano i trasgressori, prendendo una posizione coraggiosa di tutela. Ma sappiamo anche quanto i divieti spesso non siano sufficienti. Credo sia più utile, invece, informare e sensibilizzare verso uno stile di divertimento più sano e rispettoso per tutti.
Andreina
Un nostro ascoltatore aggiunge: ” Non solo per gli animali che soffrono moltissimo, ma anche e soprattutto per i nostri anziani e i nostri malati, nella fattispecie quelli ricoverati in ospedale ad Agordo, nella struttura per gli anziani inabili, nel polifunzionale uno e polifunzionale due. Non è stata una grande dimostrazione di civiltà e rispetto quella della notte dell’ ultimo dell’ anno. Intorno alle strutture ospedaliere servirebbe, in questi casi, un’area di rispetto. Qualcuno potrà rispondere che malati e anziani si saranno divertiti a sussultare coi botti ….” .
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