Gentile direttore, ho letto il suo recente “Dillo a Radio Più” e proprio recentemente avevo già potuto constatare quanto da voi denunciato. “Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita / lasciate ogni speranza o voi che entrate” Queste la mie sensazioni nell’imboccare quella che fino a qualche anno fa, se non una ciclabile, era comunque una bellissima passeggiata. Erbacce ovunque, una decina di alberi abbattuti da Vaia, arbusti e alberelli che crescono da quello che era un tempo un manto d’asfalto, staccionate divelte o sfasciate: l’abbandono più totale!
Ma nessun amministratore è passato di qui, se non per mettere due segnali posticci di divieto d’accesso? Non si potrebbe ripristinare in modo decoroso il tratto di oltre un chilometro che è costato denaro alla pubblica utilità? Perché questo abbandono? Perché questo spreco? Certo è noto ormai in Agordino il problema del tappo dal lato del versante della Missiaga in comune di Agordo, ma dal lato di La Valle uno sfogo ci sarebbe grazie ad un ampia strada di servizio, creata dopo Vaia! Perché non affidare a volontari il recupero, come spesso succede? E una domanda finale: come mai quasi metà del ponte della Missiaga è evidentemente occupato da privati, con tanto di cartello “’proprietà privata”? Ma i ponti non sono pubblici?
LETTERA FIRMATA