REDAZIONE Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro ascoltatore
Forse non sarebbe il periodo più appropriato, quello delle festività natalizie, parlare di questi problemi, ma meglio non rinviare e non farsi scrupoli di coscienza di fronte a certi comportamenti, anche perché ciò che importa per il nostro sistema di vita non sono certo la bontà e l’educazione ma è lo spendere e il consumare, prendere ciò che serve e buttare quello che non serve più e, un ottimo esempio di questo modo di vivere, oltre al consumo sfrenato di cibo, lo possiamo vedere nei nostri boschi, li dove passa l’uomo, ormai dappertutto, soprattutto lungo ogni tipo di strada perché la maggioranza delle persone che vanno in montagna vogliono andarci spinti dal motore fino all’ultimo metro di strada e anche di più, approfittando di liberarsi volentieri di qualche rifiuto. In particolare, nei posti dove si fa legna, dove lavorano le imprese, le ditte boschive e qualsiasi altra occasione di presenza umana, l’abbandono di plastica nell’ambiente è una costante. Inoltre, le scarpate verso i torrenti vengono utilizzate come discariche, da sempre, e se vedi materiale biodegradabile almeno ti consoli ma se vai a rovistare…immancabilmente c’è anche la plastica o altri elementi inquinanti. In autunno poi, con l’apertura della caccia, contribuiscono anche i cacciatori, o meglio, alcuni di essi, perché per qualcuno la libertà è sempre partecipazione, nel bene e nel male, ed ecco apparire lungo le scarpate, ogni anno, i sacconi di plastica con dentro i resti di macelleria che andranno poi a diffondere un bel profumo nei periodi caldi. Zone regolarmente utilizzate ad esempio sono Don e Le Pecole, sopra Agordo, e comunque a sentire qualcuno anche in altri posti. Uno schifo e una vergogna. Prendere ciò che serve, buttare quello che non serve, senza il minimo rispetto verso l’ambiente e l’animale che hai catturato i quali ti servono, per sfogare gli istinti predatori e che le leggi ti permettono di fare, ma non te ne frega niente né di capire né di imparare. Considerato che le istituzioni ci sono sempre meno quando serve, non ci resta che avere la speranza, probabilmente inutile ma non ci resta altro, che qualche buon’anima che conosce il problema tra i cacciatori o chicchessia, metta da parte per una volta l’omertà e l’egoismo e si faccia promotore verso questi fenomeni nostrani, almeno provando ad invitarli a starsene a casa rinunciando finalmente a scarrozzare per i boschi e per il mondo diffondendo la propria ignoranza.
LETTERA FIRMATA
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