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di Franco Piacentini, Feltre
L’Olimpiade Invernale di Milano-Cortina 2026, un evento di portata mondiale, dovrebbe essere un’occasione di unione tra i popoli, un momento in cui i valori di sport, lealtà, amicizia e pace trovano il loro massimo significato. Così li intendeva Pierre de Coubertin, il fondatore delle moderne Olimpiadi, che vedeva nelle gare olimpiche una straordinaria opportunità per la competizione sana e il superamento delle differenze tra le nazioni.
Purtroppo, però, per molti, i sogni di partecipare a questo evento si stanno frantumando. I costi esorbitanti dei biglietti e delle strutture alberghiere legate all’evento stanno rendendo impossibile, per un ampio segmento della popolazione, vivere quest’esperienza in prima persona. Gli spettatori meno abbienti, infatti, si troveranno esclusi, una sorta di barriera economica che non solo limita l’accesso fisico alle gare, ma sembra anche contraddire i principi di uguaglianza e inclusività che dovrebbero essere alla base delle Olimpiadi.
Franco Piacentini, con la sua lettera inviata alla redazione di Dillo a RadioPiù, lancia un appello a riflettere su come eventi di questa portata possano, purtroppo, diventare elitari, riservati a una fascia ristretta della popolazione. Se, come dovrebbe essere, le Olimpiadi sono un’occasione di celebrazione globale dei valori olimpici, allora sarebbe opportuno che le istituzioni pubbliche si facessero carico di rendere questi eventi accessibili a tutti, senza discriminazioni economiche.