VENEZIA Sono circa 32.000 le persone con disabilità occupate in Veneto presso 19.300 aziende pubbliche e private, un dato in lieve crescita rispetto al 2020 e al 2019. Oltre IL 70% delle aziende soggette agli obblighi di assunzione risulta in regola con la normativa in materia di collocamento mirato e su un totale di circa 47 mila posti di lavoro “riservati”, solo 9 mila risultano scoperti. A delineare il quadro dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Veneto è l’annuale report dell’Osservatorio di Veneto Lavoro, che conferma il carattere strutturale dell’occupazione per questa categoria di lavoratori. Ai sensi della normativa vigente tutti i datori di lavoro con almeno 15 dipendenti sono obbligati ad assumere un numero di disabili (quota di riserva) in funzione della dimensione d’impresa. Sono tuttavia previste condizioni di esonero o sospensioni, ad esempio per le imprese in crisi, e compensazioni territoriali per imprese multilocalizzate. La gestione dell’obbligo, inoltre, può avvenire mediante la stipula di apposite convenzioni o affidando commesse di lavoro alle cooperative sociali di tipo B (composte per almeno il 30% da lavoratori in condizioni di svantaggio). In base ai criteri definiti dalla normativa, in Veneto i posti di lavoro riservati alle persone con disabilità sono complessivamente 47.154, di cui 31.093 risultano attualmente coperti e 15.744 scoperti. Al netto delle coperture garantite dalle convenzioni in essere e delle posizioni relative ad aziende che hanno chiesto la sospensione dell’obbligo, le posizioni scoperte si riducono però a 8.930, per un tasso di scopertura netto, ovvero il rapporto tra posizioni lavorative scoperte e posizioni riservate, che si può stimare attorno al 19%, solo lievemente superiore a quello registrato nel 2019. Il 54% delle aziende risulta aver adempiuto pienamente agli obblighi di assunzione, percentuale che sale al 72% analizzando i tassi netti. Le maggiori difficoltà ad assolvere gli obblighi di assunzione si riscontrano nelle aziende più grandi, tenute a inserire più di 35 disabili, e all’opposto in quelle più piccole, tenute ad assumere una sola persona. A livello settoriale, i livelli più elevati di copertura si riscontrano nel settore del credito, nel farmaceutico e nelle utilities, mentre agricoltura e industria estrattiva sono quelli che presentano le maggiori difficoltà in termini di assolvimento dell’obbligo. I disabili in condizione di disoccupazione e iscritti al collocamento mirato al 31 dicembre 2021 risultano 32.513, di cui 6.556 a Verona, 6.073 a Padova, 5.948 a Treviso, 5.654 a Venezia, 5.242 a Vicenza, 2.111 a Rovigo e 929 a Belluno. Si tratta prevalentemente di uomini, con cittadinanza italiana ed età superiore ai 40 anni, spesso in possesso della sola licenza media. Come per la generalità degli utenti iscritti ai Centri per l’Impiego, il numero è probabilmente sovrastimato in quanto in molti casi non viene segnalato agli operatori il passaggio dalla disoccupazione all’inattività o alla professione autonoma (pensionamenti, condizioni di salute, limiti di età ecc.). Entro 12 mesi la metà degli iscritti ha avviato un rapporto di lavoro, spesso già entro il primo mese, con tassi sensibilmente più elevati al crescere del titolo di studio (58% per i possessori di diploma, 68% i laureati). A livello normativo, da segnalare nell’ultimo anno la pubblicazione del Decreto Ministeriale n. 43 dell’11 marzo 2022, che non ha modificato la normativa in essere ma ha fornito linee guida di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento mirato, promuovendo in particolare le reti tra soggetti che operano nel campo dell’integrazione lavorativa e inserimento occupazionale, accordi territoriali, analisi dei posti di lavoro e l’istituzione di un responsabile dell’inserimento lavorativo (disability manager) delle persone con disabilità presso i luoghi di lavoro. In Veneto, l’impianto delle misure regionali a supporto del lavoro dei disabili è attualmente costituito da agevolazioni ai datori di lavoro per l’assunzione di persone con disabilità (anche a tempo determinato), sostegno alla realizzazione di esperienze di tirocinio e di supporto per l’incremento dei livelli di istruzione, rimborsi ai datori di lavoro dei costi aggiuntivi per l’adattamento dei posti di lavoro derivanti dalla pandemia, supporto alle azioni di orientamento e accompagnamento al lavoro anche tramite forme di transizione scuola-lavoro, un “voucher per il lavoro rafforzato” per la partecipazione a percorsi personalizzati di formazione e accompagnamento, corsi di disability management e misure per favorire la nascita di startup condotte da persone con disabilità.
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