BELLUNO Un imprenditore agordino questa mattina si era organizzato per bene, tre camion e due rimorchi con tre autisti, messi in strada ma non per il cantiere, piuttosto per la sede bellunese della Motorizzazione Civile per il tanto atteso appuntamento con la revisione. “Attesissimo visti i tempi di covid19 -ci racconta l’imprenditore – si va da un rinvio ad un appuntamento, questo era in calendario da un mese e mezzo”. Dopo un mese e mezzo quindi, finalmente, la calata da Agordo con partenza alle sei prima del sorgere del sole per arrivare puntuali a Belluno, 30 chilometri più giù, 60 compreso il ritorno. “Ci siamo messi in coda molto presto, già alle 7.30 perché funziona così chi prima arriva, prima se ne va e io avevo fretta di andarmene per portare uomini e mezzi nei cantieri di lavoro”. Probabilmente gli appuntamenti presi dalla Motorizzazione per questa mattina non erano pochi visto che in un’ora, tra le 7.30 e le 8.30 si è formata una lunga colonna fino alla strada principale, al punto che anche una pattuglia della Polizia Stradale ha controllato cosa stava succedendo pronta ad intervenire in caso di assembramenti che ovviamente non ci sono stati visto che ognuno era ben protetto nel suo mezzo da esaminare. “Alle 8.30 – racconta l’imprenditore agordino – quando abbiamo visto che i cancelli non si aprivano ci siamo avvicinati scoprendo un piccolo cartello formato A4 allacciato al cancello con scritto: uffici chiusi da domani (oggi ndr.) e fino a sabato per operazioni di disinfezione” Le sedute di esame e le operazioni tecniche programmate sono quindi saltate tra l’ira non solo dell’imprenditore agordino ma anche di tutti gli altri. “In tempi di grande tecnologia e dal momento che si sapeva già ieri poiché il cartello riporta “domani”, ci voleva tanto ad avvisarci con una mail? Una telefonata? Un piccione viaggiatore? E’ mai possibile che noi dobbiamo essere precisi rischiando di perdere giornate intere se non va una lucina o un catarifrangente (come è giusto che sia) e la Motorizzazione non riesca ad organizzarsi nel rispetto di chi come loro lavora? Ho perso mezza giornata, ci ho rimesso i soldi per uomini e mezzi scesi a Belluno e ho perso inoltre un’intera mattina a chiamare un numero di telefono senza ottenere uno straccio di risposta”.