I Rondi del Comelico si sono istituiti nel 1990 a partire dal vecchio Gruppo dei rocciatori della Val Comelico fondato nel 1972. Ad oggi fanno parte del Gruppo 21 alpinisti. L’emblema è il rondone maggiore, Tachymarptis melba.
COMELICO SUPERIORE Saranno i Rondi del Comelico a organizzare sabato prossimo, 15 ottobre, l’edizione 2022 di ‘Dolomia’ l’appuntamento annuale che raduna più di un centinaio di alpinisti provenienti dai vari gruppi delle Dolomiti, chiamati a ritrovarsi e a scalare sulle montagne del Gruppo rocciatore ospite, di volta in volta, dell’evento itinerante. Nata nel 2006, la kermesse torna per la 15° edizione, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia, con lo stesso spirito con cui è nata, ovvero rinsaldare amicizie e conoscere persone legate dalla stessa corda doppia in vallate diverse, scambiare esperienze, analizzare le problematiche per chi vive e lavora in quota, offrire una frequentazione più sicura e consapevole, ma anche con la necessità di riflettere sullo stato attuale delle nostre montagne. “È con estremo piacere che il Gruppo Rocciatori i Rondi organizza, per la prima volta in Val Comelico, l’incontro dei gruppi alpinistici delle Dolomiti, dando seguito a quel sottile filo rosso che ci accomuna nell’accezione di ‘Dolomiti oltre ogni confine’: punto di incontro, di amicizia e di cultura millenaria, che nei secoli ha saputo tutelare e valorizzare questo bene assoluto dell’umanità, divenuto patrimonio Unesco nel 2009 – premette il presidente del Gruppo Rocciatori I Rondi Rolando De Zolt – di certo la geografia, con i suoi 142 mila ettari di superficie distribuiti tra 5 province e 3 regioni, ne amplifica la magnificenza, anche se nulla può contro gli effetti di una crisi climatica stringente, esacerbata da un riscaldamento globale ormai fuori controllo. Le Dolomiti sono sempre più a rischio: dalla fusione ormai terminale del ghiacciaio della Fradusta alle Pale di San Martino, alla devastante caduta del seracco della Marmolada, al recente crollo sul monte Pelmo, e, non ultimo, a un bilancio pluviometrico e termico che non ha precedenti. C’è un patrimonio identitario radicato nelle nostre valli ricco di un’esperienza millenaria che può ancora tutelare e difendere questo bene unico e universale. È un patrimonio fatto di Guide alpine, di alpinisti, di professionisti e volontari del Soccorso alpino, di gestori di rifugi, di artigiani o di semplici valligiani, che ogni giorno garantiscono con le loro azioni e i loro esempi un’eco-sostenibilità altrimenti compromessa ormai da decenni. Sulle nostre spalle grava un’importante responsabilità, un grosso impegno da perpetrare nel tempo, consapevoli che i primi custodi di queste meraviglie da preservare e da tramandare alle future generazioni siamo noi”.
A partire dalla mattina e fino al pomeriggio di sabato, i rocciatori di Aquile di San Martino e Primiero (anno di fondazione 1892), Ciamorces della Val di Fassa (1967), Scoiattoli di Cortina (1939), Catores della Val Gardena (1954), Ragni di Pieve di Cadore (1945), Caprioli di San Vito (1947), Croderes Alta Badia (2003) assieme ai padroni di casa saranno impegnati in attività alpinistiche, distribuiti tra le principali vette del Comelico, Terza Piccola, Terza Media, Parete Cornon, Creston Popera e Gruppo del Popera. In serata gli alpinisti si ritroveranno a partire dalle 18 per un momento conviviale e di confronto.